Qui termina il progetto di Alessandro Zaccagnini con il suo “Dialogo sui numeri primi”, un esercizio di stile in cui ha parlato dei numeri primi in modo interessante senza quasi usare formule. Nel dialogo, di cui qui presentiamo l’ultima giornata, discorrono tre personaggi presi a prestito da Galileo: Salviati, che è un copernicano (un teorico dei numeri analitico), Sagredo, che è un patrizio (un matematico di un altro settore), e Simplicio, che è un tolemaico (un dilettante). Questa è la Giornata decima, nella quale si traggono le conclusioni e si giunge al termine del dialogo. Tutte le puntate le trovate sempre a questo link.
Giornata decima, nella quale si traggono le conclusioni e si giunge al termine del dialogo
[All’apertura del sipario sul tavolo c’è un mucchio di libri che non c’erano prima]
Sagredo. Salviati, oggi è l’ultimo giorno del nostro incontro e nel ripensare a tutto quello che abbiamo discusso mi sono accorto che non abbiamo mai parlato di Ramanujan. Come mai?
Salviati. Ramanujan era appassionato dei numeri primi e ha fatto, o meglio ha creduto di fare, molte scoperte al riguardo.
Simplicio. Perché dici che ha creduto di fare delle scoperte? Non le ha fatte?
Salviati. Probabilmente Ramanujan è stato il matematico che, per una serie di circostanze, piú degli altri ha lavorato per molto tempo isolato dai colleghi. Nel corso delle sue ricerche ha riscoperto tante cose già note.
Sagredo. Questo capita a tutti i matematici, grandi e piccoli che siano.
Salviati. Sicuramente, ma per Ramanujan è stato piú grave che per altri. Per esempio, come dice Hardy in un libro dedicato proprio agli sviluppi delle ricerche di Ramanujan, il suo contributo alle conoscenze sulla distribuzione dei numeri primi è stato meno importante di quello che sarebbe potuto essere se fosse stato inserito fin da subito nella comunità matematica.
Simplicio. Mi puoi spiegare perché?
Salviati. A parte il tempo che ha perso nella riscoperta di cose già conosciute, considera che la sua abitudine di fidarsi molto della sua intuizione lo ha portato fuori strada, ed è caduto in trappole ben note all’epoca fra gli altri studiosi dei numeri primi. Non necessariamente per colpa sua, si capisce: quando era in India non aveva accesso ad una buona biblioteca e sicuramente non conosceva il famoso “Handbuch” pubblicato nel 1909 da Edmund Landau e che gli sarebbe stato utilissimo.
Sagredo. È uno dei motivi per cui ti abbiamo detto che devi documentarti bene prima di fare affermazioni come quella che abbiamo discusso un paio di giorni fa. Non penserai di essere piú bravo di Ramanujan?
Simplicio. No di certo, ma mi potete spiegare meglio?
Salviati. Come ricordi, abbiamo discusso molto a lungo della “controversia” tra Legendre e Gauss sulla bontà dell’approssimazione delle rispettive formule per il numero dei numeri primi che non superano \(N\).
Simplicio. Certo che lo ricordo.
Salviati. Come dicevo, Ramanujan ha riscoperto una gran parte dei risultati già noti e questa cosa da sola basterebbe a dimostrare che era un grande matematico. Però molto spesso non aveva dimostrazioni rigorose delle sue affermazioni.
Sagredo. In matematica è indispensabile averne.
Salviati. Il problema è proprio nelle affermazioni che Ramanujan ha fatto sulla bontà delle approssimazioni che ha ottenuto per le varie funzioni dei numeri primi che gli interessavano. Purtroppo ha basato queste affermazioni sulla sua intuizione e anche su dati numerici del tutto insufficienti e sono risultate di gran lunga migliori di quelle reali.
Simplicio. [Deluso] E quindi Ramanujan non ha dato contributo allo studio dei numeri primi? Dal film che ho visto sembrava di sí.
Salviati. Le sue scoperte sui numeri primi sono straordinarie, ma in gran parte sono riscoperte di teoremi già noti: probabilmente nessun altro matematico ha mai fatto altrettanto da solo. Ma forse il suo contributo piú importante sui numeri primi è indiretto.
Simplicio. Che vuoi dire? Spiegati meglio.
Salviati. Il “metodo del cerchio” di cui ho parlato brevemente quando abbiamo discusso dei primi due problemi di Landau ha origine in una collaborazione fra Hardy e Ramanujan, in un problema non collegato ai numeri primi.
Simplicio. Questa è una cosa che avrei voluto chiederti prima: in cosa consiste questo “metodo del cerchio”? E cosa c’entrano i numeri primi con i cerchi?
Salviati. Il nome del metodo deriva dal fatto che è possibile trasformare un problema di conteggio in un altro che si può affrontare mediante l’analisi complessa. Questa trasformazione avviene facendo un integrale su un cammino complesso, in questo caso una circonferenza, e poi si applica il macchinario standard del calcolo dei residui.
Sagredo. Quindi, anche in questo caso devi passare da un problema con i numeri interi ad uno di analisi complessa?
Salviati. Sí, è cosí: al momento attuale, cioè da circa un secolo, questo è lo strumento piú efficace e versatile che abbiamo a disposizione per affrontare i problemi additivi. In diversi casi ha permesso una soluzione completa, mentre in altri ha fornito soluzioni parziali che non si riescono ad ottenere con altri metodi. Comunque non è facile da usare …
Simplicio. E non puoi proprio spiegarmi come funziona?
Salviati. Simplicio, tu stesso ammetti che ci sono molte parti della matematica che conosci solo per sentito dire e che ci sono cose che hai sentito nominare solo in questi ultimi giorni da me e Sagredo.
Simplicio. Sí, certamente, è proprio cosí. Non sapevo nemmeno che esistesse l’analisi di complessità per gli algoritmi e non potevo immaginare che per studiare i numeri primi fosse necessario conoscere bene le funzioni complesse.
Sagredo. Allora ti rendi conto da solo che non possiamo farti un breve riassunto di argomenti che normalmente si imparano in qualche anno di università, anzi, spesso durante il dottorato di ricerca. Ti garantisco che Salviati farebbe molta fatica a spiegare in dettaglio queste cose a me che sono un matematico di un altro settore.
Salviati. E viceversa se Sagredo volesse raccontarmi le sue ricerche. Sarebbero necessari alcuni giorni solo per spiegare con precisione come funzionano le tecniche che ho nominato nelle nostre conversazioni. Una volta spiegato il meccanismo di base dovrei entrare nel merito delle dimostrazioni e anche questo passo richiederebbe moltissimo tempo.
Sagredo. È cosí che funziona la matematica: una grossa parte in comune fra tutti i matematici e poi ci si specializza in un particolare settore andando molto in profondità e studiando le tecniche proprie di quel campo.
Salviati. E lo stesso vale per un’infinità di altre discipline.
Sagredo. Proprio per questo, a conclusione di queste nostre conversazioni abbiamo preparato un regalo per te, Simplicio.
Salviati. [Indica il gran mucchio di libri sul tavolino.] Ho raccolto qualche libro che ti metta in grado di cominciare a studiare seriamente i numeri primi. Analisi matematica, algebra, algebra lineare, analisi complessa in una variabile, e poi un po’ di informatica introduttiva, principalmente sulla complessità.
Simplicio. Tutta questa roba?
Salviati. Un po’ di matematica di base e qualche argomento piú specialistico.
Sagredo. Guarda che la maggior parte di questa roba, come dici tu, è molto divertente da imparare.
Salviati. Dovrai fare un po’ di fatica ma ne vale assolutamente la pena. E promettiamo di aiutarti quando ne avrai bisogno.
Sagredo. Permettimi di aggiungere un’osservazione valida per la matematica ma comune allo studio approfondito di qualunque campo dello scibile umano. È proprio necessario conoscere un po’ di tecnica di base e padroneggiare con sicurezza un certo numero di strumenti: solo dopo che avrai raggiunto questo livello potrai affrontare temi di ricerca.
Salviati. Non ci sono scorciatoie: non c’è una strada regia per la teoria dei numeri.
Simplicio. Cosa vuoi dire?
Salviati. Pare che Tolomeo I d’Egitto, il generale di Alessandro Magno che si trovò a fondare l’ultima “dinastia” di faraoni, abbia chiesto ad Euclide di poter imparare la geometria senza dover affrontare lo studio degli “Elementi.” Euclide rispose che non c’è una strada regia, cioè per capire la geometria è proprio necessario studiarla nella sua interezza.
Sagredo. Anche io, che pure ho un dottorato in matematica, se volessi studiare in modo approfondito i numeri primi dovrei leggere attentamente almeno un terzo di questi libri qui sopra pur avendo già studiato attentamente gli altri due terzi. Per esempio, so pochissimo della teoria della complessità.
Salviati. Lo stesso vale per me: io mi accontento di conoscere molto superficialmente gli argomenti di ricerca di cui si occupa Sagredo, pur avendo un dottorato a mia volta.
Sagredo. Se vuoi approfondire, ho una lunga lista di libri da consigliarti! [Porge a Salviati un pacchetto.] Ho pensato anche a te: puoi cominciare da questi due.
Salviati. [Sorride] Ars longa, vita brevis! Ma non si sa mai, e il dono di un libro è sempre gradito!
Sagredo. Simplicio, permettimi di aggiungere un aspetto che forse non conosci. Una gran parte del nostro lavoro consiste proprio nello studio.
Simplicio. Dovete studiare? Ma siete laureati e avete anche fatto il dottorato: non vi basta?
Salviati. No, non ci basta. Come minimo dobbiamo tenerci aggiornati sui nuovi teoremi che i nostri colleghi pubblicano e dobbiamo studiarne le dimostrazioni per vedere se ci possono essere utili nel nostro lavoro.
Sagredo. Simplicio, hai idea del numero dei nuovi teoremi pubblicati ogni anno sulle riviste di matematica?
Simplicio. Qualche decina? Qualche centinaio?
Sagredo. Decine di migliaia. Questo riguarda tutta la matematica nel suo complesso: quelli che mi interessano per il mio lavoro sono poche decine, forse un centinaio, ma lo stesso è necessario che io mi informi costantemente sulle novità.
Salviati. Con le tecnologie moderne è relativamente facile restare aggiornati, ma ci vuole tantissimo tempo.
Sagredo. Poi, per essere chiari, una gran parte dei teoremi pubblicati sono generalizzazioni di teoremi noti che usano tecniche consolidate, ma ogni tanto qualcuno dei colleghi scopre qualche nuova proprietà o tecnica dimostrativa che è necessario studiare attentamente.
Salviati. Perché forse possiamo usare questa nuova tecnica per dimostrare nuovi teoremi a nostra volta.
Sagredo. Quindi, per poter fare le nostre ricerche dobbiamo studiare continuamente.
Salviati. E poi ricorda che abbiamo degli studenti che dopo la laurea proseguono i loro studi con il dottorato di ricerca e hanno bisogno di un argomento per la loro tesi.
Sagredo. Nella quale devono dimostrare di saper usare qualche tecnica recente applicandola a un problema nuovo, mai trattato da nessuno prima di loro.
Salviati. Per fare tutto questo dobbiamo studiare tutti i giorni.
Sagredo. E per questo motivo ti suggeriamo questi libri.
Simplicio. Ma davvero mi tocca proprio leggere tutti questi libri?
Salviati. Leggerli e studiarli, Simplicio, non ci sono scorciatoie, davvero.
Sagredo. Come ti abbiamo detto, noi non possiamo permetterci il lusso di non studiare.
Salviati. A conclusione di queste discussioni speriamo di averti fornito la prospettiva della disciplina che si chiama Teoria Analitica dei Numeri e che ha come oggetto di studio i numeri primi.
Sagredo. E anche di come funziona la matematica in generale.
Salviati. Non ho potuto darti le dimostrazioni ma spero di averti incuriosito a sufficienza per farti venire la voglia di studiarle da solo.
Simplicio. Ho scoperto una quantità di problemi che non conoscevo affatto.
Sagredo. In tutta la matematica, e non solo nella Teoria dei Numeri, l’esistenza di problemi aperti dimostra la vitalità della disciplina. Salviati, tornando alla dimostrazione di Simplicio …
[Salviati interrompe bruscamente Sagredo e lo fulmina con lo sguardo]
Salviati. Iubes renovare dolorem!
Sagredo. [Ridendo] Non te la prendere subito! Stavo scherzando! Senso dell’umorismo zero!
Salviati. Va bene, va bene ma cambiamo discorso. In conclusione, Simplicio, ti ho presentato tanti argomenti vecchi e nuovi che riguardano i numeri primi ed anche molti problemi aperti che aspettano una soluzione da secoli.
Simplicio. Non so come ringraziarti per la tua pazienza e il tuo tempo.
Salviati. È stato un piacere. E con questo ringraziamo di nuovo Sagredo per la sua squisita ospitalità e prendiamo congedo.
[Gli amici si congedano con piccoli inchini e strette di mano. Sagredo propone un brindisi finale. Sipario]
Approfondimenti e spunti per letture ulteriori
Non richiesta apologia
L’idea del dialogo mi è venuta per il desiderio di rinnovare il mio modo di fare divulgazione matematica. Ho scritto molti articoli divulgativi, a vari livelli, fatto conferenze e di recente ho cominciato a registrare brevi filmati (molto amatoriali) che si possono trovare sul mio canale YouTube. Gli articoli che ho scritto finora sono molto assertivi e dichiarativi. Un dialogo è molto piú negoziato; si possono ripetere le cose senza alcun imbarazzo, si possono mostrare piú punti di vista senza problemi e annodare in un secondo tempo i fili lasciati sciolti in un primo momento.
Questo testo è stato concepito per essere letto o anche ascoltato e quindi ho rinunciato giocoforza all’uso delle formule, tranne qualcuna molto semplice; talvolta ho fatto ricorso all’artificio dell’algebra retorica, ma con parsimonia. Ovviamente, questo significa che la maggior parte delle considerazioni è molto superficiale, specie se le si guarda dal punto di vista del matematico professionista, ma spero lo stesso che sia interessante e che serva a mostrare la vastità dei problemi che coinvolgono i numeri primi se non a suggerire la loro difficoltà. Inoltre, con queste limitazioni non si può pretendere un rigore assoluto e qualche affermazione deve essere presa cum grano salis. Se è stato possibile fare qualche accenno agli enunciati di alcuni teoremi in modo talvolta impreciso, come sono il primo a riconoscere, non ho fatto altrettanto per le dimostrazioni relative, perché del tutto al di là del mezzo che ho usato. Questa scelta obbligata ha inevitabilmente appiattito le differenze fra le varie parti della disciplina e mi ha costretto ad una selezione degli argomenti da presentare. Ho comunque cercato di trattare con leggerezza alcuni argomenti piuttosto profondi e di citare un gran numero dei matematici che hanno fatto la storia della mia disciplina.
Ho preso a prestito da Galileo Galilei i suoi tre personaggi del “Dialogo sopra i massimi sistemi del mondo,” che nell’originale sono rispettivamente: Salviati (un copernicano), Sagredo (un patrizio) e Simplicio (un tolemaico). Spero di essere riuscito ad ottenere tre personaggi interessanti e coerenti nei loro comportamenti, chiedendo venia a Galilei per il manifesto oltraggio. I caratteri dei personaggi di Salviati e Sagredo sono frutto della mia fantasia: rappresentano un esperto di Teoria dei Numeri, specialmente quella Analitica, e un matematico esperto di un altro settore; non sono necessariamente uomini, come ovvio. Il personaggio di Simplicio, invece, è reale: piú precisamente, è un personaggio composito, ottenuto mettendo insieme domande, obiezioni, sollecitazioni che mi sono arrivate da innumerevoli dilettanti, invariabilmente di sesso maschile, che mi hanno scritto negli ultimi tre decenni proponendo improbabilissime dimostrazioni delle piú importanti congetture della Teoria dei Numeri. Mi sono ispirato a loro, sperando di non aver offeso nessuno.
Ringraziamenti
Nello scrivere questo testo ho ricevuto consigli, suggerimenti, incoraggiamento da molti amici e colleghi, che qui vorrei ringraziare personalmente: per primo Roberto Natalini, che ha curato le pagine di MaddMaths! su cui questo testo è apparso nell’autunno 2020 ed è stato di costante stimolo per tutto questo periodo. Laura Branchetti, Giancarlo Fiorini, Alberto Saracco, Francesco Morandin hanno letto o commentato con me parti di questo documento.
Dedica
Questo lavoro è dedicato a tre persone che, in modi diversi, sono stati tra i primi ad insegnarmi la matematica, anche se a loro i numeri primi non interessavano molto: Antonio Zaccagnini, Ennio Maizza, Franco Conti.
Selezione di letture
Offro qui qualche riferimento bibliografico per chi voglia approfondire gli argomenti trattati. La letteratura divulgativa sui numeri primi è sterminata, specie in lingua inglese. Ho scelto di citare principalmente testi in italiano, facilmente accessibili, e qualcuno dei brevi video che ho recentemente postato sul mio canale YouTube. Chi vuole studiare seriamente questa disciplina deve accettare l’invito di Salviati e Sagredo e imparare per prima cosa tanta matematica di base.
Testi universali.
La distribuzione dei numeri primi, i teoremi di base (Fermat, Wilson, …), le formule di Mertens e la dimostrazione elementare del Teorema dei Numeri primi si possono trovare in Hardy & Wright [1 ] G. H. Hardy & E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sesta ed., Oxford University Press, Oxford, 2008.. Le proprietà dei numeri primi, gli algoritmi relativi e le loro applicazioni alla crittografia sono discussi in dettaglio in Languasco & Zaccagnini [2 ]A. Languasco & A. Zaccagnini, Manuale di crittografia, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2015 ; si consulti anche il materiale integrativo disponibile su rete. Una introduzione molto semplice ai problemi di questa disciplina si può trovare in Languasco & Zaccagnini [3 ]A. Languasco & A. Zaccagnini, Il fascino discreto della teoria dei numeri, Sapere 83 (2017), no. 1, 22–26, http://dx.doi.org/10.12919/sapere.2017.01.3. Le pagine di Wikipedia sono spesso molto ben fatte e piene di spunti.
Giornata prima
Definizione dei numeri primi: Conway & Guy [4 ]J. H. Conway & R. K. Guy, Il libro dei numeri, Hoepli, Milano, 1999 ; Languasco & Zaccagnini[5 ]A. Languasco & A. Zaccagnini, Alcune proprietà dei numeri primi, I, Sito
web Bocconi–Matematica Pristem (2005), 26 pp., http://matematica-old.unibocconi.it/LangZac/zaccagnini.pdf.
Giornata seconda
Piccolo Teorema di Fermat [6 ]A. Zaccagnini, Cryptographia ad usum Delphini, Quaderno n. 459, Dipartimento di Matematica dell’Università di Parma, febbraio 2007, http://people.dmi.unipr.it/alessandro.zaccagnini/psfiles/papers/CryptoDelph.pdf
e video [7 ]A. Zaccagnini, Cryptographia ad usum Delphini, 2020, Video su YouTube. https://youtu.be/trtFXgEjuVQ ; Conway & Guy [8 ]J. H. Conway & R. K. Guy, Il libro dei numeri, Hoepli, Milano, 1999 . Teorema di Wilson: video su YouTube [9 ]A. Zaccagnini, Come riconoscere i numeri primi? Il teorema di Wilson, 2020, Videopillola su YouTube. https://youtu.be/mubwg24FJzE. Teorema di Alford, Granville & Pomerance sui numeri di Carmichael [10 ]W. R. Alford, A. Granville & C. Pomerance, There are infinitely many Carmichael numbers, Ann. Math. 140 (1994), 703–722.
. Teorema di Agrawal, Kayal & Saxena [11 ]M. Agrawal, N. Kayal & N. Saxena, PRIMES is in P, Ann. Math. 160 (2004),
781–793 e Granville[12 ] A. Granville, It is easy to determine whether a given integer is prime, Bull. Amer. Math. Soc. 42 (2005), 3–38, http://www.ams.org/bull/2005-42-01/S0273-0979-04-01037-7/home.html
.
Giornata terza
Metodi “meccanici” per produrre numeri primi [13 ]A. Zaccagnini, Macchine che producono numeri primi, Matematica, Cultura e Società 1
(2016), no. 1, 5–19, http://www.bdim.eu/item?id=RUMI_2016_1_1_1_5_0
; video su YouTube[14 ]A. Zaccagnini, Il crivello di Eratostene, 2020, Video su YouTube. https://youtu.be/RJqaHJTUmow. Certificato di Pratt: video su YouTube [15 ]A. Zaccagnini, Certificati per i numeri primi, 2020, Video-pillola su YouTube. https://youtu.be/eyxz0YXADOs. Nuova versione del crivello di Eratostene: Helfgott[16 ]H. A. Helfgott, An improved sieve of Eratosthenes, Math. Comp. 89 (2020), 333–350 ; articolo in preparazione per MaddMaths! [17 ]A. Zaccagnini, Il crivello di Eratostene, Sito web MaddMaths! (2020), In preparazione. Algoritmi di fattorizzazione: Gauss [18 ]K. F. Gauss, Disquisitiones Arithmeticae, G. Fleischer, Leipzig, 1801, [19 ]A. Languasco & A. Zaccagnini, Manuale di crittografia, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2015 ; cenno anche in [20 ]A. Zaccagnini, La risposta è 42! Un breve giro panoramico fra i problemi additivi, Sito web MaddMaths! (2019), Online dal 10.11.2019. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/langolo-arguto/la-risposta-e-42/. Stato attuale delle conoscenze sui numeri di Mersenne: pagina web GIMPS www.mersenne.org.
Giornata quarta
Metodi “meccanici” per produrre numeri primi [21 ]A. Zaccagnini, Macchine che producono numeri primi, Matematica, Cultura e Società 1
(2016), no. 1, 5–19, http://www.bdim.eu/item?id=RUMI_2016_1_1_1_5_0, [22 ]A. Zaccagnini, Code di rospo e denti di drago — Formule per i numeri primi, Sito web MaddMaths! (2019), Online dal 9.2.2019. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/langolo-arguto/code-di-rospo/ ; Macchina di Conway [23 ]A. Zaccagnini, La macchina per produrre i numeri primi di Conway, Sito web
MaddMaths! (2020), Online dal 15.4.2020. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/focus/macchina-primi-conway/; video YouTube sul teorema di Wilson[24 ]A. Zaccagnini, Come riconoscere i numeri primi? Il teorema di Wilson, 2020, Videopillola su YouTube. https://youtu.be/mubwg24FJzE. I bit che servono per scrivere tutti i numeri primi fino a \(N\) sono \(\sim \theta(N) / \log(2) \sim N / \log(2)\). Per \(N = 10^{27}\) questo vale circa \(1.4 \cdot 10^{27}\). Considerando 7 miliardi di esseri umani, sono \(0.2 \cdot 10^{18} = 2 \cdot 10^{17}\) bit a testa. In un TB ci sono circa \(8 \cdot 10^{12}\) bit, e quindi \(0.25 \cdot 10^5 = 2.5 \cdot 10^4 = 25000\) TB a testa. L’informazione può essere compressa memorizzando le differenze invece dei valori veri e propri, ma resta pur sempre una quantità enorme pro capite.
Giornata quinta
Articolo divulgativo su Ithaca [25 ]A. Zaccagnini, Breve storia dei numeri primi, Ithaca: Viaggio nella Scienza III (2014), 67–83, http://ithaca.unisalento.it/nr-03_04_14/index.html. “Apologia di un Matematico” di Hardy [26 ]G. H. Hardy, Apologia di un matematico, seconda ed., Garzanti, Milano, 2002.
Giornata sesta.
Dimostrazione elementare del Teorema dei Numeri Primi: Hardy & Wright [27 ]G. H. Hardy & E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sesta ed., Oxford University Press, Oxford, 2008.
Giornata settima.
Articolo originale di Riemann [28 ]G. F. B. Riemann, Über die Anzahl der Primzahlen unter einer gegebenen Grösse, Monatsber. Königl. Preuss. Akad. Wiss. Berlin (1859), 671–680, in “Gesammelte Mathematische Werke” (ed. H. Weber), Dover reprint 1953. Congettura di Riemann: [29 ]A. Zaccagnini, Una versione elementare della Congettura di Riemann, Sito
web MaddMaths! (2016), https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/una-versione-elementare-della-congettura-di-riemann/, [30 ]A. Zaccagnini, La sfida (im)possibile: contare i numeri primi, Corriere della Sera,
supplemento “La lettura” 359 (2018), p. 17, Pubblicato il 14.10.2018, [31 ]A. Saracco & A. Zaccagnini, Dopo Atiyah: a che punto siamo con la congettura
di Riemann?, Sito web MaddMaths! (2018), Online dal 22.11.2018. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/focus/dopo-atiyah/, [32 ]A. Zaccagnini, L’Ipotesi di Riemann compie 160 anni, Sito web MaddMaths!
(2019), Online dal 23.11.2019. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/riemann160/. Controversia tra Selberg ed Erdős sulla priorità nella dimostrazione: Dorian Goldfeld [33 ]D. Goldfeld, The elementary proof of the prime number theorem: an histori-
cal perspective, Number theory (New York, 2003), Springer, New York, 2004,
pp. 179–192. Discussione dettagliata sulle somiglianze delle dimostrazioni analitica ed elementare: Ingham [34 ]A. E. Ingham, Review, Mathematical Reviews 10 (1949), 595–596. Formulazioni equivalenti della Congettura di Riemann [35 ]A. Zaccagnini, Breve storia dei numeri primi, Ithaca: Viaggio nella Scienza III (2014), 67–83, http://ithaca.unisalento.it/nr-03_04_14/index.html.
Giornata ottava.
Problemi di Landau: Pintz [36 ]J. Pintz, Landau’s problems on primes, J. Théor. Nombres Bordeaux 21 (2009), 357–404. Congettura dei Primi Gemelli, formula asintotica euristica: Hardy & Wright [37 ] G. H. Hardy & E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sesta ed., Oxford University Press, Oxford, 2008., §22.20; [38 ]A. Zaccagnini, Variazioni Goldbach: problemi con numeri primi, L’Educazione Matematica, Anno XXI, Serie VI 2 (2000), 47-57, http://people.dmi.unipr.it/alessandro.zaccagnini/psfiles/papers/Goldbach_I.pdf
. Strutture additiva e moltiplicativa di \(\mathbb{N}\)[39 ]A. Zaccagnini, Operazioni: elementari, ma non troppo!, Sito web MaddMaths! (2020),
Online dal 19.1.2020. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/focus/operazioni-elementari/
.
Bays & Hudson[40 ]C. Bays & R. H. Hudson, A new bound for the smallest x with π(x) > li(x), Math. Comp. 69 (2000), no. 231, 1285–1296 trattano la congettura di Gauss dimostrata falsa da Littlewood nel 1914 a cui si allude nel testo. Il piú piccolo intero per cui la congettura è falsa è probabilmente dell’ordine di \(10^{316}\). Ancora piú grandi sono, probabilmente, gli interi coinvolti nel controesempio alla congettura originale di Mertens, che oggi sappiamo essere falsa nella forma forte, ma che potrebbe essere vera in una versione leggermente indebolita. Baillie[41 ]Robert Baillie, Fun with very large numbers. Arxiv preprint 1105.3943, 2011 dà un esempio spettacolare, tratto dall’analisi matematica e non correlato alla distribuzione dei numeri primi, di una formula che vale per tutti gli interi \(n < N_0\) e non vale per nessun \(n \ge N_0\), per un certo \(N_0\) enorme. Si tratta di una famiglia di esempi simili ed è possibile costruirne “su misura” per avere \(N_0\) grande a piacere, per esempio utilizzando la forma quantitativa del Teorema di Dirichlet sui numeri primi nelle progressioni aritmetiche. Questi tre esempi dovrebbero mettere definitivamente in guardia dal pensare che la verifica empirica di un numero relativamente piccolo di casi particolari possa sostituire una dimostrazione formale.
Giornata nona.
Hardy [42 ] G. H. Hardy & E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sesta ed., Oxford University Press, Oxford, 2008., §11, §21. Applicazioni dei numeri primi alla crittografia: oltre a quelle già citate sopra, si veda [43 ]A. Zaccagnini, L’importanza di essere primo, Ricordando Franco Conti (A. Abbondandolo, M. Giaquinta, & F. Ricci, eds.), Scuola Normale Superiore, Pisa, 2004, http://people.dmi.unipr.it/alessandro.zaccagnini/psfiles/papers/importanza.pdf, pp. 343–354.
. Sequenze pseudo-casuali: video [44 ]A. Zaccagnini, Numeri primi e sequenze pseudo-casuali, 2020, Video-pillola su YouTube. https://youtu.be/iwSNdU7rPxQ; Applicazioni della Teoria dei Numeri (non necessariamente dei soli numeri primi): Burr[45 ]S. A. Burr (ed.), The Unreasonable Effectiveness of Number Theory, Providence, RI, American Mathematical Society, 1992, American Mathematical Society short course, August 6–7, 1991, Orono, Maine.
Giornata decima.
Ramanujan: primo capitolo di Hardy [46 ] G. H. Hardy, Ramanujan. Twelve lectures on subjects suggested by his life and works, Chelsea, New York, 1999. Commemorazione del centenario della morte [47 ]A. Zaccagnini, Cent’anni senza Ramanujan, Sito web MaddMaths! (2020), Online dal 26.4.2020. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/langolo-arguto/senza-ramanujan/.
Note e riferimenti
⇧1, ⇧37, ⇧42 | G. H. Hardy & E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sesta ed., Oxford University Press, Oxford, 2008. |
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⇧2, ⇧19 | A. Languasco & A. Zaccagnini, Manuale di crittografia, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 2015 |
⇧3 | A. Languasco & A. Zaccagnini, Il fascino discreto della teoria dei numeri, Sapere 83 (2017), no. 1, 22–26, http://dx.doi.org/10.12919/sapere.2017.01.3 |
⇧4, ⇧8 | J. H. Conway & R. K. Guy, Il libro dei numeri, Hoepli, Milano, 1999 |
⇧5 | A. Languasco & A. Zaccagnini, Alcune proprietà dei numeri primi, I, Sito web Bocconi–Matematica Pristem (2005), 26 pp., http://matematica-old.unibocconi.it/LangZac/zaccagnini.pdf |
⇧6 | A. Zaccagnini, Cryptographia ad usum Delphini, Quaderno n. 459, Dipartimento di Matematica dell’Università di Parma, febbraio 2007, http://people.dmi.unipr.it/alessandro.zaccagnini/psfiles/papers/CryptoDelph.pdf |
⇧7 | A. Zaccagnini, Cryptographia ad usum Delphini, 2020, Video su YouTube. https://youtu.be/trtFXgEjuVQ |
⇧9, ⇧24 | A. Zaccagnini, Come riconoscere i numeri primi? Il teorema di Wilson, 2020, Videopillola su YouTube. https://youtu.be/mubwg24FJzE |
⇧10 | W. R. Alford, A. Granville & C. Pomerance, There are infinitely many Carmichael numbers, Ann. Math. 140 (1994), 703–722. |
⇧11 | M. Agrawal, N. Kayal & N. Saxena, PRIMES is in P, Ann. Math. 160 (2004), 781–793 |
⇧12 | A. Granville, It is easy to determine whether a given integer is prime, Bull. Amer. Math. Soc. 42 (2005), 3–38, http://www.ams.org/bull/2005-42-01/S0273-0979-04-01037-7/home.html |
⇧13 | A. Zaccagnini, Macchine che producono numeri primi, Matematica, Cultura e Società 1 (2016), no. 1, 5–19, http://www.bdim.eu/item?id=RUMI_2016_1_1_1_5_0 |
⇧14 | A. Zaccagnini, Il crivello di Eratostene, 2020, Video su YouTube. https://youtu.be/RJqaHJTUmow |
⇧15 | A. Zaccagnini, Certificati per i numeri primi, 2020, Video-pillola su YouTube. https://youtu.be/eyxz0YXADOs |
⇧16 | H. A. Helfgott, An improved sieve of Eratosthenes, Math. Comp. 89 (2020), 333–350 |
⇧17 | A. Zaccagnini, Il crivello di Eratostene, Sito web MaddMaths! (2020), In preparazione |
⇧18 | K. F. Gauss, Disquisitiones Arithmeticae, G. Fleischer, Leipzig, 1801 |
⇧20 | A. Zaccagnini, La risposta è 42! Un breve giro panoramico fra i problemi additivi, Sito web MaddMaths! (2019), Online dal 10.11.2019. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/langolo-arguto/la-risposta-e-42/ |
⇧21 | A. Zaccagnini, Macchine che producono numeri primi, Matematica, Cultura e Società 1 (2016), no. 1, 5–19, http://www.bdim.eu/item?id=RUMI_2016_1_1_1_5_0 |
⇧22 | A. Zaccagnini, Code di rospo e denti di drago — Formule per i numeri primi, Sito web MaddMaths! (2019), Online dal 9.2.2019. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/langolo-arguto/code-di-rospo/ |
⇧23 | A. Zaccagnini, La macchina per produrre i numeri primi di Conway, Sito web MaddMaths! (2020), Online dal 15.4.2020. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/focus/macchina-primi-conway/ |
⇧25, ⇧35 | A. Zaccagnini, Breve storia dei numeri primi, Ithaca: Viaggio nella Scienza III (2014), 67–83, http://ithaca.unisalento.it/nr-03_04_14/index.html |
⇧26 | G. H. Hardy, Apologia di un matematico, seconda ed., Garzanti, Milano, 2002 |
⇧27 | G. H. Hardy & E. M. Wright, An Introduction to the Theory of Numbers, sesta ed., Oxford University Press, Oxford, 2008 |
⇧28 | G. F. B. Riemann, Über die Anzahl der Primzahlen unter einer gegebenen Grösse, Monatsber. Königl. Preuss. Akad. Wiss. Berlin (1859), 671–680, in “Gesammelte Mathematische Werke” (ed. H. Weber), Dover reprint 1953 |
⇧29 | A. Zaccagnini, Una versione elementare della Congettura di Riemann, Sito web MaddMaths! (2016), https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/una-versione-elementare-della-congettura-di-riemann/ |
⇧30 | A. Zaccagnini, La sfida (im)possibile: contare i numeri primi, Corriere della Sera, supplemento “La lettura” 359 (2018), p. 17, Pubblicato il 14.10.2018 |
⇧31 | A. Saracco & A. Zaccagnini, Dopo Atiyah: a che punto siamo con la congettura di Riemann?, Sito web MaddMaths! (2018), Online dal 22.11.2018. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/focus/dopo-atiyah/ |
⇧32 | A. Zaccagnini, L’Ipotesi di Riemann compie 160 anni, Sito web MaddMaths! (2019), Online dal 23.11.2019. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/riemann160/ |
⇧33 | D. Goldfeld, The elementary proof of the prime number theorem: an histori- cal perspective, Number theory (New York, 2003), Springer, New York, 2004, pp. 179–192 |
⇧34 | A. E. Ingham, Review, Mathematical Reviews 10 (1949), 595–596 |
⇧36 | J. Pintz, Landau’s problems on primes, J. Théor. Nombres Bordeaux 21 (2009), 357–404 |
⇧38 | A. Zaccagnini, Variazioni Goldbach: problemi con numeri primi, L’Educazione Matematica, Anno XXI, Serie VI 2 (2000), 47-57, http://people.dmi.unipr.it/alessandro.zaccagnini/psfiles/papers/Goldbach_I.pdf |
⇧39 | A. Zaccagnini, Operazioni: elementari, ma non troppo!, Sito web MaddMaths! (2020), Online dal 19.1.2020. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/focus/operazioni-elementari/ |
⇧40 | C. Bays & R. H. Hudson, A new bound for the smallest x with π(x) > li(x), Math. Comp. 69 (2000), no. 231, 1285–1296 |
⇧41 | Robert Baillie, Fun with very large numbers. Arxiv preprint 1105.3943, 2011 |
⇧43 | A. Zaccagnini, L’importanza di essere primo, Ricordando Franco Conti (A. Abbondandolo, M. Giaquinta, & F. Ricci, eds.), Scuola Normale Superiore, Pisa, 2004, http://people.dmi.unipr.it/alessandro.zaccagnini/psfiles/papers/importanza.pdf, pp. 343–354. |
⇧44 | A. Zaccagnini, Numeri primi e sequenze pseudo-casuali, 2020, Video-pillola su YouTube. https://youtu.be/iwSNdU7rPxQ |
⇧45 | S. A. Burr (ed.), The Unreasonable Effectiveness of Number Theory, Providence, RI, American Mathematical Society, 1992, American Mathematical Society short course, August 6–7, 1991, Orono, Maine |
⇧46 | G. H. Hardy, Ramanujan. Twelve lectures on subjects suggested by his life and works, Chelsea, New York, 1999 |
⇧47 | A. Zaccagnini, Cent’anni senza Ramanujan, Sito web MaddMaths! (2020), Online dal 26.4.2020. https://maddmaths.simai.eu/divulgazione/langolo-arguto/senza-ramanujan/ |
Caro Alessandro Z.,
per prima cosa mi complimento ancora una volta, e questa volta pubblicamente, per l’attività che con continuità, da molti anni, porti avanti nel divulgare gli argomenti che ci sono cari.
Conosco la cura che dedichi a questa, come alle altre, attività della nostra professione e mi fa piacere che questo sito ti dedichi l’attenzione che meriti.
Detto questo, mi permetto solamente di proporti di aggiungere a questo tuo ultimo sforzo la menzione di due tra i testi che ritengo essere tra quelli da avere assolutamente (e che forse non hai inserito solo perché in lingua inglese):
1) Crandall-Pomerance, Primes. A computational perspective, seconda edizione, Springer, 2005.
2) Koblitz, A course in number theory and cryptography, seconda edizione, Springer, 1994.
Sono testi eccellenti, scritti da scienziati di primo livello dotati di rigore e anche di grande chiarezza espositiva. E, riprendendo il messaggio che permea tutto il “Dialogo”, sono testi da studiare ! E da studiare con impegno e passione.
A presto, sperando che il 2021 rimuova qualche ostacolo e ci permetta di rinnovare la nostra, anch’essa oramai di lunga data, collaborazione.
Alessandro L.
Ringrazio il professore per queste giornate magnifiche, mi son divertito un sacco! Studio matematica al politecnico di Torino, ma non ho mai avuto tanta curiosità verso la Teoria dei numeri. Beh, adesso ci sto facendo un pensierino!
Darò un’occhiata ai suoi video e spero di leggere presto altri suoi articoli!
Grazie, davvero!
Giunti alla fine delle ottime dieci Giornate sui numeri primi vorrei fare anch’io (che li studio da almeno dieci anni) un riepilogo generale su a che cosa servono i numeri primi in matematica e in Natura, dove però a farla da padrone sono, come ben sappiamo, i numeri di Fibonacci, ma anche i numeri primi hanno il loro piccolo ruolo, e forse poi neanche tanto piccolo, come vedremo.
In Matematica, come già sappiamo, essi servono a calcolare il mcm e il MCD ,utili in molte occasioni (per esempio semplificare le frazioni, ecc. ecc.) e nella fattorizzazione di numeri composti piccoli e grandi Per questi ultimi, specialmente se semiprimi N = p*q , la nota difficoltà di fattorizzazione è alla base della crittografia RSA, che protegge , per esempio i nostri conti correnti bancari; inoltre riguardano molte congetture ancora irrisolte o in via di soluzione (da numeri gemelli infiniti all’ipotesi di Riemann, che però non serve, come molti pensano o sperano. alla fattorizzazione veloce, magari per poterla violare…
Tale difficoltà è ritenuta un problema di classe NP non completo, e di tipo sub esponenziale e di “ago nel pagliaio”
In Natura, invece, si pensa siano legati ai livelli energetici degli atomi (fisica quantistica), ai quasi cristalli (cristallografia), ai cicli biologici delle cicale : due famiglie di esse usano i numeri 13 e 17 dei loro cicli biologici, in anni, per sfuggire speso ad un fungo predatore delle loro larve,e con un ciclo biologico di 5 anni, per cui i loro cicli coincidono ogni 13*5 =65anni oppure, nell’altro caso, ogni 17*5 = 85 anni, ancora meglio (entomologia). Ma di recente si sono scoperti, in astrofisica, lampi radio veloci e periodici di alcune stelle, ogni 67 giorni e ogni 157 , con 67 e 157 numeri primi. Riportiamo parzialmente l’articolo e le nostre osservazioni prima aritmetiche prima di concludere:
SEGUE UN CICLO DI 157 GIORNI, 67 DEI QUALI DI SILENZIO
La regola dei numeri primi di Frb 121102
Grazie a una campagna di osservazione di quattro anni condotta presso l’Osservatorio di Jodrell Bank, è stata individuata una periodicità con la quale si ripete il lampo radio veloce Frb 121102. La scoperta potrebbe implicare che i potenti lampi radio siano collegati al movimento orbitale di una stella massiccia, contrariamenti alle ipotesi che richiamano un evento catastrofico o la precessione di una stella di neutroni. Tutti i dettagli su Mnras
Maura Sandri 08/06/2020
…
Grazie a una campagna di osservazione di quattro anni condotta presso l’Osservatorio Jodrell Bank, è stato possibile fare un’indagine riguardo a uno dei più grandi misteri dell’astronomia moderna: i lampi radio veloci (o Frb, acronimo di fast radio burst). Indagine che ha portato alla scoperta entusiasmante di una periodicità nel comportamento di uno dei rari lampi radio che si ripetono, Frb 121102.
Utilizzando le capacità di monitoraggio a lungo termine dell’iconico Lovell Telescope, un team internazionale guidato dagli astronomi di Jodrell Bank ha rilevato, nel corso della campagna, 32 lampi radio di breve durata emessi dalla sorgente. Rilevazioni che, insieme ai dati delle osservazioni precedentemente pubblicate, hanno permesso di scoprire che le emissioni di Frb 121102 rispettano uno schema ciclico, con raffiche radio osservate in una finestra temporale della durata di circa 90 giorni, seguite da silenzio per 67 giorni. Lo stesso comportamento si ripete quindi ogni 157 giorni.
Questa scoperta fornisce un indizio importante per identificare l’origine di questi enigmatici lampi radio veloci. La presenza di una sequenza regolare nella loro attività potrebbe implicare che i potenti burst siano collegati al movimento orbitale di una stella massiccia, una stella di neutroni o un buco nero.
«È un risultato entusiasmante», dice il ricercatore che ha guidato lo strudio, Kaustubh Rajwade dell’Università di Manchester, «perché rappresenta il secondo sistema in cui crediamo di vedere questa modulazione nell’attività della sorgente. Il rilevamento di una periodicità fornisce un importante vincolo all’origine delle esplosioni, e i cicli di attività potrebbero sfavorire l’ipotesi della precessione di una stella di neutroni». La ripetizione degli Frb infatti, potrebbe essere spiegata dalla precessione dell’asse magnetico di una stella di neutroni altamente magnetizzata, ma con gli attuali dati gli scienziati ritengono che sia difficile spiegare un periodo di precessione di 157 giorni, dati i grandi campi magnetici previsti in queste stelle.
…
Le nostre osservazioni:
“L’articolo si riferisce ai due soli numeri primi 67 e 157
Osserviamo che:
a) Il loro rapporto è 157/67 = 2,34 circa 2,61 =1,618^2 ) prima possibile connessione con il numero aureo 1,618
b) Gli altri numeri coinvolti sono: 32 = 31 +1 con 31 numero primo
90 = 89 +1 con 89 numero primo di Fibonacci
157 = 144 + 13 entrambi numeri di Fibonacci
Quindi altri numeri primi, e cioè 13, 31 e 89 potrebbero essere coinvolti oltre a 67 e 157, e con 13 e 89 anche numeri di Fibonacci.
Ma anche 67 – 55 = 12 circa 13 numero di Fibonacci, numero di Fibonacci
c) Tali quattro numeri sono reperibili molto vicino ai multipli di 8 e di 13, entrambi numeri di Fibonacci:
ciclo dell’8
8*4 = 32 e 32 -1 = 31 numero primo
8*8 = 64, e 64 + 3 = 67
8*11 = 88, e 88 +2 = 90
8*20 = 160, e 160 – 3 = 157
Ciclo del 13
13 * 2 = 26
13 * 3 = 39
Media tra 26 e 39 = (26 + 39)/2 = 32,5 ≈ 32
13 *5 = 65, e 65 + 2 = 67
3 *7 = 91, e 91 – 1= 90
13 * 12 = 156 , e 156 + 1 = 157
Vicinanza con numeri di Fibonacci:8 e 13 basi dei due cicli sono numeri di Fibonacci
32 = 34 – 2
67 = 55 +12 con 12 ≈ 13
90 = 89 + 1 , con 89 anche numero primo di Fibonacci
157 = 144 * 13
Conclusione: non solo quindi i numeri primi 67 e 57 coinvolti ma anche altri numeri primi (31) e di Fibonacci (13, 55, 89 e 144) e che
vorrei segnalare agli amici astrofisici,m per una migliore conoscenza del fenomeno dei lampi radio veloci dal punto di vista aritmetico relativo ai numeri primi e ai numeri di Fibonacci .
Per esempio, nei quasi cristalli, è evidente una connessione con i numeri primi (vedi Rif. 1 ) Ma è un fenomeno statico. Le stelle invece
sono un sistema dinamico, ma alla fine del loro ciclo alcune (nane bianche ) diventano cristalli, e dai quasi cristalli ai cristalli il passo potrebbe essere breve e i numeri primi potrebbero avere il loro ruolo nella loro evoluzione, insieme ai numeri di Fibonacci, già presenti nella cristallografia”.
Conclusione
Possiamo concludere che anche i numeri primi possono apparire in alcuni fenomeni naturali (quantistici, fisici e astrofisici, biologici, ecc.) , come quelli di cui sopra, e forse anche in altri non ancora noti, per stabilizzarli e regolarizzarli, al pari dei numeri di Fibonacci (e/o insieme ad essi), che emergono in altri più numerosi e noti fenomeni simili.
Grazie per l’attenzione, Francesco
Ogni opera d’arte travalica il significato e gli intenti dell’autore.
Il Prof. Zaccagnini afferma che Sagredo e Salviati nella sua commedia non rappresentano delle persone esistenti e reali ma sono caratteri inventati, assolutamente immaginari, mentre Simplicio, senso tradotto con mie parole, è un personaggio reale : rappresenta non “un dilettante” ma “il dilettante”. Mi verrebbe di dire il dilettante per antonomasia.
Io come lettore, rispettando sinceramente l’autore, ringraziandolo pure e comunque per il tempo che ci dedica, liberamente ho una idea diversa : Salviati sembra essere il Prof. A. Zaccagnini scolpito con inchiostro nero su pagine bianche.
Sagredo è altrettanto ben delineato e vivo nella parte : c’è in qualche aula universitaria o in qualche dipartimento di ricerca ma non so chi è.
Simplicio è come i personaggi di Alberto Sordi che venivano rappresentati nelle sale cinematografiche degli anni sessanta, settanta e ottanta nel nostro Paese.
Rappresentava i vizi e le virtù dell’italiano medio.
Simplicio, come dilettante composito, come essenza del dilettante di matematica tratta da esperienze reali, rappresenta nella commedia del Prof. Zaccagnini solo i primi, i vizi. Nessuna “virtù”.
Fosse solo la passione che ci mette.
Ecco! la “passione” è la chiave per capire il dilettante di Matematica.
A dire il vero, Simplicio viceversa ne esce come figura comica.
Salviati e Sagredo diventano coprotagonisti : delle “spalle”.
Al di là delle intenzioni dell’autore della commedia ovviamente.
Io come dilettante di Matematica chiedo una giustificazione per le mie intemperanze, i miei errori, le mie presunzioni. Per le mie impertinenze.
Non sono un dilettante vero di Matematica, sono un “volontario arruolato”.
Sono stato iscritto in una sperimentazione clinica in due bracci, io sono in quello in cui ad ogni paziente viene prescritta l’auto-somministrazione di pillole di studio sui numeri primi, nell’altro braccio vengono somministrate serie televisive di reality.
Dimenticavo la cosa più importante:
il trial è finalizzato alla ricerca di una cura contro il morbo di Alzheimer.
I numeri primi piuttosto che far venire malate di mente le persone invaghite di essi potrebbero addirittura curarle!
Ad essere quasi seri : in compagnia dei numeri primi sono ringiovanito.
Chi mi circonda non mi apostrofa più come vecchio ************* ma come un vecchio arzillo.
Arzillo non è che mi piaccia tanto. Comunque..
Un saluto da un vecchio che si sente arzillo grazie allo studio dei numeri primi
Grazie!
Mi fa piacere sapere di non essere io solo a sentirmi arzillo grazie ai numeri primi.
Un cordiale saluto a lei.
Sono arrivato nel mio piccolo a questa idea. Vado a ruota libera.
Ammesso che l’andamento dei numeri primi non sia casuale, ed io personalmente credo che non lo siano, una formula, una funzione, che racchiuda tale andamento ci deve pur essere.
Come fa un dilettante di matematica a fare una affermazione così impegnativa? con l’intuito.
(Cos’è l’intuito se non la scorciatoia di un ragionamento logico formale?)
Senza sminuire l’importanza primaria di quest’ultimo.
Se Gauss non avesse potuto ricorrere ai logaritmi, scoperti nel diciassettesimo secolo da Nepero non avrebbe potuto arrivare alla formulazione di N/lnN.
Se Riemann non avesse potuto ricorrere ai numeri immaginari non avrebbe potuto arrivare alla sua funzione zeta con variabile complessa due secoli dopo.
Posso immaginare quindi che ci manchi qualche potenziale nuovo calcolo? qualche artificio operativo da inserire in una formula, in una funzione, al fine di poter calcolare che in N = 210 ci sono esattamente 46 numeri primi?
Non una funzione a variabile complessa come quella, geniale, di Riemann, che tutto sommato si può ritenere indiretta perché non dà risultati diretti di numeri primi ma zeri non banali che, attraverso passaggi complicati di matematica, vengono collegati ai numeri primi, ma appunto una formula diretta, una funzione classica.
Nel mio piccolo, penso che tale formula, tale funzione ci sia.
Non credo che tale formula possa essere frutto della fantasia di un calcolatore.
Non credo che serva spingersi lontano, in zone remotissime con numeri primi di miliardi di cifre.
Tanto una volta trovato un numero primo con miliardi di cifre ce ne sarà un altro con miliardi di cifre come esponente. E si può continuare all’infinito.
Ci sono più numeri primi che atomi nell’universo. Sembra che adesso l’universo venga considerato finito dagli studiosi di cosmologia.
Se così fosse non sbaglierei a dire che i numeri primi sono miliardi e miliardi di volte gli atomi dell’universo.
Tale formula potenzialmente esiste? Per me esiste.
Azzardo che se un genio riuscirà a scoprirla, o concepirla che sia, lo farà all’interno dei numeri naturali da 1 a 100.
Da 1 a 100 c’è tutto quel che c’è da sapere sui numeri primi.
Affermazione azzardata? Certo lo è, me ne rendo conto.
Io me lo posso permettere, sono un dilettante. Non rischio niente.
Queste dieci giornate le ho vissute con intensità. Mi sono piaciute.
Una impresa veramente impegnativa da parte del Prof. A. Zaccagnini, che ringrazio sinceramente.
Non ha offeso me, non credo che abbia offeso nessuno altro.
È una persona diretta. A me le persone dirette piacciono. Anch’io sono diretto.
Ho espresso con sincerità nei miei commenti quello che pensavo.
Anche su come vedo i personaggi della commedia. Molte cose che ho scritto forse sono errate o vere cantonate. Spero non tutte.
Ho letto da qualche parte, non qui, che i dilettanti abbiamo delle pretese.
Sicuramente ce ne sono e sbagliano. Quando io mi rivolgo ad un professore e mi corregge ringrazio. Io non sono così.
Io mi diverto con la matematica, senza alcuna pretesa di ottenere neppure un millesimo dei risultati e della fama di un Fermat.
Non parlo di sogni ma di pretese.
Quando vado a letto, penso ai numeri primi e mi addormento pacifico.
Ricordo, nelle scuole secondarie, rivolsi al mio professore di matematica che ci spiegava il calcolo infinitesimale, cosa fossero in realtà i numeri. Mi rispose con un gesto della mano. Per dirmi che era un discorso molto lungo e complicato.
Adesso cerco di capire che cosa sono i numeri, cosa sono i numeri primi. Solo perché mi diverto. Un piacere senza altri fini. Fine a se stesso.
Mi rendo conto di aver capito molto poco della funzione zeta a variabile complessa di Riemann ma già quel poco mi rende felice.
Ho dovuto quindi ristudiare i numeri immaginari. Solo adesso mi sembrano più chiari, più belli. Proprio così : più belli. Anche concetti elementari appaiono in una nuova veste. Sto reimparando insomma.
Mi sono riappacificato con la Matematica.
Pare che Tolomeo I d’Egitto, il generale di Alessandro Magno che si trovò a fondare l’ultima “dinastia” di faraoni, abbia chiesto ad Euclide di poter imparare la geometria senza dover affrontare lo studio degli “Elementi” Euclide rispose che non c’è una strada regia, cioè per capire la geometria è proprio necessario studiarla nella sua interezza. Una gran parte della teoria dei numeri consiste proprio nello studio, un libro è sempre gradito e: “Ars longa, vita brevis” è un condensato di saggezza che invita a darsi da fare perché la vita è breve e non ci sono scorciatoie: non c’è una strada regia per la teoria dei numeri. è un copia, taglia incolla che vorrei evidenziare