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Spiegare di che cosa si occupa la matematica contemporanea con esempi e parole della vita quotidiana  “per far entrare l’uomo comune nell’incantato mondo dell’Alta Matematica”: è quanto fa il libro di Emiliano Cristiani  “Chiamalo x! Ovvero, cosa fanno i matematici?”

Spiegare di che cosa si occupa la matematica contemporanea con esempi e parole della vita quotidiana  “per far entrare l’uomo comune nell’incantato mondo dell’Alta Matematica”: è quanto fa il libro di Emiliano Cristiani  “Chiamalo x! Ovvero, cosa fanno i matematici?”(Springer).
La rinuncia  “ad ogni pretesa di rigore scientifico” è dichiarata fin dall’inizio e Cristiani, matematico professionista, sa che questo è  ”il prezzo da pagare”.
Tuttavia, non è possibile invitare a conoscere da vicino la matematica senza incontrare i suoi simboli e il suo linguaggio essenziale, e così il libro offre una sorta di traduzione a fronte: concetti, teoremi e procedimenti sono spiegati in entrambi i linguaggi, quello comune e quello simbolico: chi si lascia intimidire, ha almeno la possibilità di curiosare; chi si sente più a suo agio può divertirsi a passare da un linguaggio all’altro. L’obiettivo è infatti invitare ad avere familiarità con la matematica, soprattutto considerando che pochissimi la conoscono sotto il suo aspetto più genuino, che è quello della ricerca:  ”tutti sanno cosa vuol dire studiare Matematica, ma quasi nessuno contempla la possibilità che ci siano cose nuove da scoprire. La figura del ricercatore in Matematica non è solo incompresa ai più, ma è in generale considerata impossibile”, scrive Cristiani. Il libro smentisce in questo modo l’immagine cristallizzata della matematica che si impara a scuola, dove  ”viene insegnata tout court, senza alcun riferimento spazio-temporale, senza procedere per prove ed errori, senza mai accennare ai problemi aperti, come se tutto fosse già stato scoperto”. Tutto questo, osserva ancora l’autore, non fa che radicare l’idea che la matematica sia  “qualcosa di naturale, preesistente all’uomo, immutabile. E inutile”. Basti pensare, osserva che  ”il programma di Matematica del Liceo Scientifico copre una parte delle conoscenze matematiche fino al 1700 mentre in altri tipi di scuole va ancor peggio, fermandosi anche al 1500; è come se il programma di Storia si fermasse alla scoperta dell’America e quello di Letteratura a Ludovico Ariosto”. Oltre a presentare la matematica come un’attività dinamica, in continua evoluzione e capace di spaziare dalle questioni più astratte a problemi molto pratici, il libro punta poi a smentire alcuni pregiudizi diffusi, primo fra tutti quello secondo cui la matematica è la scienza che studia i numeri:  ”se prendete un foglio a caso scritto da un matematico, solo nel 60% dei casi troverete un numero, e nel 99% di questi il numero sarà 0 o 1”.

Fonte: ANSA

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