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Venerdì 1 e sabato 2 luglio si è svolto online (WM)^2=World Meeting of Women in Mathematics. Il primo giorno sono state tenute 4 conferenze plenarie e una tavola rotonda su ragazze e matematica, il secondo, in una sessione congiunta con l’evento satellite dell’ICM in Probabilità e Fisica Matematica, è stato dedicato alla celebrazione di Olga Ladyzhenskaya, con la prima mondiale di un film sulla sua vita, e l’assegnazione del Ladyzhenskaya Prize in Mathematical Physics seguito dalla conferenza della vincitrice (il nome è nell’articolo, per non spoilerare). Ci racconta com’è andata Chiara de Fabritiis, Coordinatrice del comitato Pari Opportunità  dell’Unione Matematica Italiana.

[credits: i disegni di Yulia Zdanovska e Olga Alexandrovna Ladyzhenskaya sono di Constanza Rojas-Molina, http://crojasmolina.com]

Il secondo incontro mondiale delle donne in matematica, organizzato dal Comitato per le Donne in Matematica dell’IMU, si è svolto online venerdì 1 e sabato 2 luglio. Inizialmente previsto per il 5 luglio a San Pietroburgo, giorno che precede l’apertura dell’ICM, è stato spostato (prevalentemente) online a causa delle vicende belliche in Ucraina.  

Venerdì 1 alle 13.45, Carolina Araujo, presidente del comitato organizzatore di (WM)² 2018, ha accolto il pubblico online illustrando brevemente i risultati ottenuti a Rio de Janeiro e il programma dell’incontro che si prolunga con una tavola rotonda intitolata “Best Practices Towards a More Diverse and Inclusive Mathematical Community” che si terrà venerdì 8 luglio dalle 14.15 alle 16.15, a cura del CoD (Committee on Diversity) e del CWM (Committee for Women in Mathematics) dell’IMU.  La parola è poi passata a Cheryl Praeger, presidente del comitato scientifico di (WM)², che ha introdotto una per una le quattro speakers, mentre Kaie Kubjas and Julia Pevtsova hanno fatto da moderatrici, ponendo alle oratrici le domande che arrivavano dal pubblico tramite la chat.

Maryna Viazovska, professoressa di teoria dei numeri all’École Polytechnique Fédérale di Losanna, ha parlato di “Fourier interpolation pairs and their applications”,   Natalia Maslova, docente alla Ural Federal University a Yekaterinburg, ha tenuto una conferenza intitolata “On arithmetical properties and characterizations of finite groups”, Mina Aganagic, professoressa all’University of California, Berkeley, ha relazionato su “(Homological) knot invariants from mirror symmetry” e infine Eugenia Malinnikova, docente alla Stanford University, ha tenuto un intervento su “On some inequalities for polynomials and Laplace eigenfunctions”.

Il programma è proseguito con una tavola rotonda dal titolo “Girls and Mathematics: reflections and initiatives” dedicata alla memoria di in the Yulia Zdanovska e moderata da Ekin Ozman e Olga Paris-Romaskevich.

 

Dopo un minuto di silenzio in memoria di Yulia Zdanovska, medaglia d’argento alle EGMO nel 2017, morta in guerra in Ucraina il 3 marzo 2022, colpita da un missile russo, 6 oratrici e oratori si sono avvicendati, con un contributo registrato, nel descrivere strategie e buone pratiche per avvicinare bambine e ragazze alla matematica.

Luba Konova, una studentessa undergraduate a Sofia (Bulgaria), ha presentato un contributo intitolato “From a single moment to  whole momentum” in cui ha parlato con grande passione delle EGMO, raccontando della sua trasformazione da partecipante nel 2017 a Zurigo a co-organizzatrice della edizione 2022 a Eger in Bulgaria. Per Konova le EGMO possono essere una soluzione parziale al problema della sottorappresentazione delle ragazze in ambito STEM, perché un ambiente in cui le ragazze si sentono protette e libere di scoprire la bellezza stupefacente della matematica.

La professoressa Geetha Venkataraman della Ambedkar University a Delhi ha parlato “Encouraging Girls and Young Women in Mathematics: Perspectives in India”. I dati sulla partecipazione delle ragazze in India descrivono una leggera diminuzione della presenza femminile passando dalle medie alle superiori (da 48% a 47%), mentre rilevano il 46% di donne nei dottorati in matematica. Parallelamente, si nota una crescente presenza nelle EGMO (anche se l’India non è una nazione europea, partecipa come paese ospite); l’India inoltre partecipa alle IMO dal 2002, ma solo nel 2021 una ragazza indiana ha partecipato e ha vinto una medaglia d’argento.Venkataraman ha inoltre descritto un progetto partito nel 2019 per seguire le ragazze con particolare talento in matematica, in modo da aumentare la loro partecipazione ai corsi di laurea dell’area STEM.

L’intervento di Fadipe-Joseph Olubunmi Abidemi dell’Università di Llorin in Nigeria, intitolato “Challenges met by African girls who love mathematics and how to improve the situation”, ha descritto vividamente, anche con l’aiuto di alcuni aneddoti personali, le difficoltà incontrate dalle ragazze africane, sottolineando l’importanza di mettere a disposizione figure che facciano da modello per le ragazze e che mostrino ai ragazzi che si può essere donna e docente di matematica. 

Il dottor Kenneth Fan, fondatore di un club matematico statiunitense che si chiama “L’angolo delle ragazze”  ha raccontato cosa si fa nel gruppo per appassionare le ragazze alla matematica; la sua analisi ha rimarcato in particolare la grande ricchezza di talenti matematici che viene dispersa a causa dell’ambiente poco inclusivo in cui si trovano immerse le bambine appassionate a questa disciplina. Alla fine Fan ha  affermato che le ragazze con cui ha avuto a che fare nei 15 anni dalla fondazione del club gli hanno insegnato sulla matematica molto più di quanto lui abbia insegnato loro.  

 

Makiko Sasada, dell’Università di Tokio, ha fra l’altro partecipato come co-organizzatrice alle CGMO 2011 (analogo cinese delle EGMO) e coordina un colloquium mensile che consiste in una conferenza su un argomento di ricerca in matematica seguito da una testimonianza dello/a speaker, con un focus particolare su diversità, uguaglianza e inclusione. Sasada ricorda che il Giappone ha un elevatissimo Gender Gap Index (120 su paesi 156 nel 2021), in particolare moltissime scuole medie o superiori di alto livello sono solo per maschi o solo per femmine (in realtà soprattutto per maschi); socialmente si registra inoltre una forte spinta sulle ragazze brillanti nelle materie scientifiche affinché intraprendano una carriera in medicina, vista come più adatta alle donne. I dati evidenziano una netta disparità di genere: l’Università di Tokio ha solo il 20% di ragazze fra i suoi undergraduate di matematica, mentre le ragazze che prendono un dottorato in matematica sono circa il 9%, in diminuzione rispetto al 10.5% di 25 anni fa. La risposta di Sasada a questi pesanti squilibri è stato il   lancio nel 2013 di un sito di matematica per ragazze che si chiama “Suri-Joshi”; fra le altre attività che vengono organizzate c’è un incontro di un’intera giornata per ragazze accompagnate dalle loro madri, che vengono esposte allo stesso materiale (come superare gli stereotipi, ampliare l’immagine della matematica, quella delle persone che lavorano in matematica, far vedere che ci sono matematici e matematiche di vario tipo)   in due sessioni parallele.

Laura Gomez, dell’Universidad Sergio Arboleda (Colombia) ha parlato nel suo intervento “Mathematics unite girls” di come l’ International Day of Mathematics l’abbia aiutata a individuare temi per ridurre il gender gap: nel 2021, il tema “Matematica per un mondo migliore”  è stato declinato in “La matematica per un mondo migliore ha bisogno delle donne matematiche”, quest’anno “La matematica unisce” è divenuto “La matematica unisce le ragazze”. Gomez ha poi illustrato alcuni progetti: il primo che ha come scopo l’incremento della partecipazione delle ragazze alle discipline STEM parte dalle scuole e arriva all’università, un secondo, in collaborazione con il ministero della cultura e dell’educazione, si appoggia a un museo per creare un gruppo di ragazze che trasmetta passione per la matematica.

Dopo gli interventi registrati si è aperta una discussione live con domande poste sulla chat e raccolte dalle moderatrici: la prima è stata sulla modalità con cui sono stati scelti gli speakers. Marie Francoise Roy, presidente del CWM dell’IMU, ha spiegato che la prima fase è consistita in una selezione dell’argomento della tavola rotonda, seguita dalla decisione di avere una persona che partecipasse per ciascun continente e infine dal voto sulle proposte fatte dai vari membri del comitato.

La discussione è poi proseguita con un vivace scambio di domande e risposte fra pubblico e partecipanti che hanno portato i contributi delle loro esperienze personali calate in realtà molto diverse sotto vari punti di vista.

Il pomeriggio si è chiuso con una icastica osservazione che Colette Guillopé (professoressa emerita a Paris Est, fondatrice e già presidente di Femmes et Mathématique) ha fatto in chat: “Gli studenti maschi pensano raramente che un ambiente di studio esclusivamente maschile possa essere un problema per loro”; difficile purtroppo darle torto…

L’unico rimpianto per un evento così interessante è che il pubblico non sia stato così numeroso quanto la bellezza delle conferenze e l’interesse della tavola rotonda avrebbero meritato: da poco più di 120 persone si è scesi fino a chiudere circa 90 presenze; per chi volesse recuperare la registrazione della sessione di venerdì 1 luglio è disponibile qui [https://www.youtube.com/watch?v=odc-4nLJQl0]

Sabato mattina all’Università di Helsinki e online si è tenuta la celebrazione di Olga Ladyzhenskaya, con la prima mondiale di un biopic su di lei, realizzato dalla regista Ekaterina Eremenko (qui https://www.youtube.com/watch?v=rcvTpbpl8GA il trailer del film), e l’assegnazione del Ladyzhenskaya Prize in Mathematical Physics a Svetlana Jitomirskaya, Elaine M. Hubbard Chair al Georgia Institute of Technology,  seguita dalla laudatio di Arthur Avila e dalla conferenza della vincitrice.

In occasione della premiazione è stato resa nota anche la composizione del  comitato per il premio OAL 2022, presieduto da Giovanni Felder (ETH Zurich), e costituito da   Michael Aizenman (Princeton University), Peter Forrester (University of Melbourne), Dan Freed  (University of Texas at Austin), Gregory Seregin  (University of Oxford), Corinna Ulcigrai (University of Zurich) e Michèle Vergne (IMJ-PRG Paris).

 

Chiara de Fabritiis

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