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In questi giorni sono in corso gli esami universitari della sessione estiva. Vorremmo dire “in aula”, ma con il perdurare delle restrizioni dovute all’emergenza COVID, i luoghi dell’esame sono piuttosto camere, giardini, cucine e uffici. Come MaddMaths! e UMI vogliamo proporre un primo momento di riflessione su questa situazione. A partire da questo post troverete una serie di iniziative che stiamo mettendo in atto. Qui proponiamo il contributo di Giorgio Ottaviani dell’Università di Firenze.

1) Nel passare agli esami a distanza avete dovuto modificare le vostre prove d’esame? Quali difficoltà avete incontrato?

La didattica a distanza è stata una esperienza collettiva senza precedenti, dove il sistema universitario italiano ha dato una grossa prova. Gli esami sono stati modificati, come conseguenza dei corsi. Io ho avuto una esperienza particolare, ho introdotto tre compitini (prove intermedie) in un corso semestrale al terzo anno della laurea di Matematica, e tutti i 12 studenti frequentanti hanno seguito con costanza il corso e hanno sostenuto le prove con esiti superiori alla media degli anni passati. Soprattutto la rapidità dell’esame sostenuto alla fine del corso è stata una grossa novità, ed anche una soddisfazione, in passato alcuni studenti si trascinavano l’esame per un anno o più prima di sostenerlo. Accanto a questa esperienza, ho partecipato a vari altri esami dove non ero titolare del corso, in un caso avevo tenuto solo alcune ore di insegnamento, in altri ero solo commissario. La difficoltà maggiore è data dalla sorveglianza degli esami scritti numerosi, vedere la griglia di studenti, ciascuno nel suo ambiente, alle prese con il compito e con la connessione, pone problemi di privacy, di correttezza, di equità, e crea molte difficoltà organizzative al docente, che sono state sottovalutate dalla maggior parte degli Atenei.

2) Le nuova modalità a distanza vi hanno portato a valutare differentemente le vostre prove di esame precedenti? Ci sono riflessioni che ritenete utili anche per quando la didattica e in particolare la valutazione tornerà a svolgersi in presenza?

La modalità a distanza ha chiesto al docente un maggiore sforzo per tenere gli studenti vicini alla materia, per incoraggiarli, per motivarli, perché senza questo sforzo aggiuntivo, nella situazione difficile che si era creata, gli studenti si sarebbero potuti perdere. Ma naturalmente questo sforzo è necessario sempre, e tornerà necessario quando le lezioni torneranno in presenza. Le prove di esame in presenza erano più brevi e più “umane”.

3) Avete notato un atteggiamento differente rispetto alle prove d’esame da parte degli studenti? Quali difficoltà ritenete  che loro abbiano dovuto superare? Avete messo in atto delle strategie particolari per aiutarli?

L’attenzione alle prove intermedie dovrebbe essere ancora maggiore, ma quando i numeri degli studenti crescono possono diventare proibitive. C’è stato un  timore di frodi da parte degli studenti, e un timore che gli studenti “provassero” l’esame. In realtà questi comportamenti negativi ci sono stati ma in misura modesta, essenzialmente non sono stati superiori al passato, almeno nelle prime esperienze.

4) Ritenete che la possibilità di comportamenti scorretti e ingannevoli costituisca un problema rilevante per la didattica a distanza?

Se gli esami a distanza diventassero la norma, temo che i comportamenti scorretti potrebbero aumentare.

Giorgio Ottaviani – Università di Firenze

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