Recentemente abbiamo riportato le simulazioni di matematica e fisica proposte recentemente dal Miur. In queste ore alcuni docenti di matematica e fisica e professionisti della didattica di queste due discipline, hanno proposto una petizione su Change.org esprimendo forte preoccupazione per le caratteristiche che sembra dovrebbe avere la seconda prova scritta all’esame di Stato dei licei scientifici. Riportiamo qui sotto la petizione che in poco tempo ha raggiunto un notevole numero di firme, e che può essere firmata qui.
– Al Ministro della Istruzione, dell’Università e della Ricerca
– Al Direttore generale per gli Ordinamenti Scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione, MIUR
– Alle Associazioni degli insegnanti di Matematica, di Fisica e di Scienze
– Agli Studenti; ai Genitori
Documento di protesta sugli esempi di II prova scritta per il Liceo scientifico (pubblicati dal MIUR, 20 dicembre 2018). Proposte per una riforma della II prova scritta all’esame di stato.
Invitiamo insegnanti, genitori e studenti a sottoscrivere questo documento con cui intendiamo esprimere, in qualità di docenti di matematica e fisica e di professionisti della didattica di queste due discipline, forte preoccupazione per le caratteristiche che, in base alle simulazioni proposte recentemente dal MIUR (20 dicembre 2018), dovrebbe avere la seconda prova scritta all’esame di Stato dei licei scientifici.
Elenchiamo le perplessità condivise da tutti noi nei confronti delle simulazioni proposte dal MIUR:
a) La fisica, nel percorso scolastico degli studenti, prevede un numero di ore settimanali fortemente ridotto rispetto a quello della matematica. Globalmente, nei cinque anni di liceo scientifico, alla fisica vengono dedicate 13 ore settimanali, mentre alla matematica 22 (21 nel liceo scientifico-opzione scienze applicate in cui insegnanti diversi insegnano la matematica e la fisica); a ciò si aggiunga che, fin dalla scuola primaria, all’insegnamento della matematica sono dedicate molte più risorse, in termini di tempo, che non all’insegnamento della fisica. Questo fatto, indiscutibile, comporta necessariamente che un’eventuale prova scritta di fisica alla fine del percorso liceale, debba essere notevolmente più semplice rispetto a una prova di matematica. Le simulazioni di matematica-fisica e di fisica proposte dal MIUR (non solo quelle più recenti, ma anche tutte quelle passate) appaiono di difficoltà anche maggiore delle prove di matematica proposte all’esame di stato. È sufficiente un breve confronto tra le simulazioni del MIUR e i problemi di allenamento all’esame proposti in tutti i libri di fisica più adottati per rendersi conto che le simulazioni proposte di matematica-fisica e di fisica sono ben lontane dall’usuale prassi didattica e da quello che realisticamente si riesce a svolgere, e ad apprendere, di fisica (oltre che di matematica) in un liceo scientifico e che metterebbero, pertanto, in difficoltà anche gli studenti più preparati.
b) Recentemente (26 novembre 2018) il MIUR ha adottato i quadri di riferimento e le griglie di valutazione per la redazione e lo svolgimento della prima e della seconda prova scritta all’esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, in particolare i quadri di riferimento di matematica e di fisica per la seconda prova scritta dei licei scientifici, che hanno destato alcune perplessità. Se a questo si aggiunge che le prove, quella di matematica in particolare, appaiono ben lontane dalle raccomandazioni che la commissione preposta dal MIUR ha voluto dare con i quadri di riferimento emerge un quadro molto destabilizzante per gli insegnanti e per gli studenti. Questa incoerenza tra quadri di riferimento e simulazioni delle prove è fonte di preoccupazioni anche maggiori della mancanza di informazioni lamentata da docenti, studenti e dalle loro famiglie fino al novembre 2018.
c) Dalle simulazioni sembra di poter concludere che si sia abbandonata la raccomandazione (espressa, attraverso documenti ufficiali, relazioni in convegni e articoli pubblicati su riviste nazionali, da esperti, associazioni, commissioni) che i problemi oggetto della seconda prova debbano essere suddivisi in domande di difficoltà graduale, cercando di fare in modo che quanto richiesto in ogni domanda non richieda, necessariamente, di avere esplicitamente risposto alle precedenti domande.
d) Indipendentemente dalla facilità o difficoltà dei quesiti proposti nella simulazione di matematica, sarebbe auspicabile che i temi esplicitamente previsti dalle indicazioni curricolari negli anni precedenti al quinto, pur necessariamente richiesti come parte del bagaglio culturale degli studenti, non fossero il principale oggetto specifico di domande all’esame di Stato, soprattutto perché, dalla legge n.1 del 2007, insegnanti e studenti sono abituati a preparare prove scritte che vertono solo sui contenuti dell’ultimo anno di corso. Se, invece, si ritiene necessario un cambiamento della seconda prova, affinché questo possa davvero essere costruttivo, riteniamo che debba essere attuato solo alla fine del terzo anno successivo alla proposta, così da permettere ai docenti di sviluppare una programmazione didattica coerente con esso e permettere agli studenti di avere una preparazione adeguata.
e) Riteniamo che le proposte di esempi del MIUR siano poco rispettose della professionalità e del lavoro dei docenti oltre che dell’impegno degli studenti.
Per tali ragioni chiediamo che modifiche alla struttura della seconda prova siano introdotte solo dopo che il MIUR avrà avviato un dibattito pubblico, serio e approfondito con le associazioni degli insegnanti e di ricerca in didattica della matematica, della fisica e delle scienze (ad esempio, Mathesis, UMI, AIF, AIRDM,…), le commissioni delle due discipline (CIIM dell’UMI, GnDf della SIF,…) allo scopo di predisporre un piano a medio-lungo termine che consenta, se davvero la si ritiene opportuna, una riforma della seconda prova scritta nei licei scientifici che sia condivisa dagli addetti ai lavori e possa essere efficace ed efficiente per valutare effettivamente i livelli di competenza degli studenti italiani nelle materie caratterizzanti l’indirizzo di studi, sulla base delle Indicazioni nazionali e dei QdR recentemente pubblicati.
Per firmare vai qui
Non ho niente da aggiungere a quanto detto dalla collega Donatella Benucci; sono anch’io un’insegnante di matematica e fisica nel liceo scientifico e anch’io, come lei, mi arrampico sugli specchi per portare a termine quegli immensi programmi cercando di fare un lavoro di qualità che non li banalizzi. Speriamo che questi accorati appelli vengano ascoltati.
Condivido pienamente
Concordo pienamente con i contenuti della petizione.
Sono una “addetta ai lavori” e conosco molto bene la realtà del liceo scientifico dove insegno, fino ad ora con passione (ma gli accadimenti degli ultimi anni rischiano di minare questa passione..) matematica e fisica da decenni. Le posizioni ministeriali, le simulazioni formulate in un modo che pare ignorare del tutto la realtà vera della scuola italiana, rischiano di danneggiare, invece che migliorare, la qualità dell’insegnamento delle discipline in oggetto nell’ambito del liceo scientifico, scuola che oggi risulta in Italia quella che meglio prepara per il futuro universitario (mi pare sia ciò che emerge dai dati statistici, anche di Eduscopio). Si è costretti ad una ricerca della “quadratura del cerchio”, nello sforzo di affrontare tutti i contenuti previsti, inevitabilmente a scapito della qualità nel loro approfondimento; questo per quanto riguarda la matematica. Per la fisica non serve commento: con tredici ore nell’arco del quinquennio servirebbero insegnanti e studenti paragonabili ai super eroi del film Gli Incredibili; basta notare che molte materie del curricolo hanno più ore della fisica, ad esempio nel corso del liceo che ancora prevede il latino le ore destinate ad esso sono quindici. Osservazioni di questo tipo furono fatte ripetutamente, durante le conferenze di servizio organizzate nell’autunno 2016, agli ispettori ministeriali. In particolare, nell’incontro di Firenze avvenuto 18 novembre 2016, l’ispettrice presente ammise che, sì, in effetti le ore di fisica erano poche e si sarebbe provveduto in merito; nel frattempo suggeriva di utilizzare ore aggiuntive e corsi in orario extracurricolare…. in pratica facendo ricorso alla buona volontà dei docenti, che comunque di solito non manca. L’ipotesi della seconda prova di fisica fu abbandonata, di fatto credo con un colpo di mano dell’allora ministro. Ora si fa rientrare dalla porta ciò che era uscito dalla finestra, ignorando le osservazioni non solo di tanti e tanti docenti, ma anche quelle di enti ed associazioni accreditate. Mi chiedo “cui prodest?”
Osservo infine che, in base alla mia esperienza fino ad oggi, gli studenti che rientrano da un semestre all’estero fatto durante il quarto anno, lo fanno portando con sé un bagaglio di conoscenze e competenze di matematica e fisica inferiore a quello dei colleghi rimasti in Italia (contrariamente all’opinione diffusa, e divulgata, anche di tanti giornalisti). Il liceo scientifico a me sembra una bella scuola, in cui c’è un discreto equilibrio tra i vari saperi e tra tradizione ed innovazione: preserviamone la qualità senza però traformarla in una scuola per pochi studenti particolarmente dotati.
È perfettamente chiaro che chi ha proposto simulazioni del genere non conosca un bel niente della realtà scolastica italiana. Tuttavia tali prove non sono altro che la conseguenza estrema di ciò che le deliranti linee guida di Matematica e Fisica prevedono. È mai possibile che gli studenti debbano studiare Geometria Analitica dello spazio, argomento che si incontra il primo anno di università o le equazioni differenziali, secondo anno di università, per non parlare della Probabilità e della Statistica che ormai imperversano nelle prove d’esame?! Si crede forse che gli insegnanti abbiano la bacchetta magica? Non parliamo poi di Fisica. Rispetto a quando andavo io al Liceo, il programma è praticamente raddoppiato. La Fisica non è semplice ed agli studenti del liceo non serve conoscere la fisica moderna che richiede strumenti matematici sofisticati: esiste un luogo chiamato Università per questo.
Pienamente d’accordo.
Condivido pienamente
Ma chi prepara queste prove conosce la scuola italiana, i quadri orari, i curricula e soprattutto i nostri studenti?
Concordo
Ma chi propone queste prove ha le competenze necessarie per farlo? Dove per competenze non si intendono solo quelle relative alla disciplina ma anche quelle relative alla conoscenza della scuola italiana.
Sono d’accordo. La fisica non è una materia facile e ha bisogno di più tempo per essere metabolizzata. Per permettere allo “studente quadratico medio” di maturare un’esperienza sufficiente ad affrontare le prove proposte sul vasto programma previsto servono di sicuro più ore settimanali. Come già notato invece le ore sono di meno, anche a causa del numero eccessivo di progetti extracurricolari.
Inoltre mi sembra assurdo cambiare il tipo di prove “in corsa”. Se proprio si vuole cambiare le prove d’esame, il cambiamento dovrebbe riguardare gli studenti appena iscritti, o quanto meno quelli che hanno appena iniziato il triennio. In questo modo, pur con le poche ore a disposizione, c’è almeno la possibilità di concentrarsi su una nuova tipologia di prova per un tempo sufficiente.
Servirebbe anche un congruo numero di simulazioni ministeriali.
Come può una sola simulazione essere rappresentativa di ciò che ci si aspetta dagli studenti? Ho il sospetto che quelli che creano le prove non abbiano alcuna esperienza di insegnamento, e per avere un’idea di cosa significhi “standard” per loro ho bisogno di molta statistica. Per ora vedo solo fluttuazioni.
Condivido pienamente
Concordo pienamente
La buona scuola, che sottrae continuamente i nostri ragazzi dalle normali attività curricolari, non permette di trattare sufficientemente tutti i contenuti disciplinari richiesti dalla seconda prova scritta del liceo scientifico.
I programmi attuali sono, a dir poco, raddoppiati rispetto alla mia lontana maturità (1985).
A mio avviso è la qualità degli argomenti trattati e non la quantità a sviluppare la capacità di pensiero dei nostri ragazzi. Probabilmente alla nostra classe dirigente non interessa che le nuove generazioni imparino a pensare.
Come prerequisito, per poter accedere alla carica di ministro dell’ istruzione, chiederei di aver svolto almeno un non sul campo di battaglia : in classe con i nostri ragazzi.
Condivido perfettamente i punti della petizione. Ore di fisica insufficienti rispetto a quelle di matematica. Lo studente non ha il tempo e la maturità per elaborare i contenuti di fisica moderna.
Sono d’accordo con quanto sopra riportato
Sono d’accordo con quanto sopra riportato
Sono d’accordo con quanto sopra riportato
Una prova così richiede competenze che la maggior parte dei nostri studenti non possiede
In sostegno dei colleghi
Condivido la richiesta specifica della petizione e sono pienamente d’accordo con le motivazioni espresse nei punti b,c,e
Sono pienamente daccordo con i punti elencati
No