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Nell’ambito del progetto decennale Microscale Polymer Processing, che punta a ‘costruire’ al computer polimeri in base a specifiche esigenze applicative portando così a un ricettario per la ‘plastica perfetta’, i ricercatori delle università britanniche di Leeds e Durham stanno ottenendo interessanti risultati, pubblicati di recente sulla rivista “Science”.

 

Il principio seguito dai ricercatori è lo sviluppo di un modello matematico che si compone di due moduli: il primo è in grado di simulare lo scorrimento del fuso in base ai legami tra le molecole che compongono il polimero; il secondo mostra la forma che queste macromolecole prenderanno componendo o modificando la loro struttura a livello chimico, ovvero combinando blocchi già conosciuti e sperimentati. Il modello è stato quindi testato e perfezionato in laboratorio.
Secondo Daniel Read, docente alla School of Mathematics dell’Università di Leeds, a capo dei laboratori: “le materie plastiche sono utilizzate da tutti, ogni giorno, ma fino ad ora la loro produzione è stata frutto di congetture e del caso. Questo importante passo avanti consentirà di sviluppare nuove plastiche partendo dall’utilizzo che si ha in mente, con benefici per l’industria e l’ambiente”. Un nuovo kit di strumenti per introdurre sul mercato nuovi materiali in modo più efficiente e veloce – lo definisce invece Tom McLeish, Prorettore per la Ricerca presso l’Università di Durham, responsabile del progetto Microscale Polymer Processing – Che offrirà vantaggi anche nello sviluppo di nuovi biopolimeri, eliminando o riducendo le fasi di ‘trial and error’. “Cambiando due o tre parametri nel codice del programma possiamo adattare le simulazione ai polimeri ottenuti da risorse rinnovabili”, spiega. “Le implicazioni di questo approccio sono paragonabili alla scomposizione del ‘DNA’ di un materiale plastico”, commenta Ian Robinson di Lucite International, una delle società coinvolte nel progetto. I ricercatori sono anche convinti che questo nuovo approccio semplificherà anche il riciclo delle materie plastiche a fine vita,
Università e aziende unite nella ricerca.

La ricerca, iniziata dieci anni fa, viene condotta presso le Università di Leeds, Durham, e nei laboratori di LyondellBasell e Dow Chemical, con il finanziamento dell’Unione Europea. Coinvolti nel progetto Microscale Polymer Processing anche ricercatori delle Università di Bradford, Cambridge, Nottingham, Oxford, Reading, Sheffield e dell’University College di Londra, insieme ai loro colleghi impegnati nella ricerca presso i gruppi chimici Lucite International, Ineos, LyondellBasell, BASF, Dow Chemical, DSM e Mitsubishi.

 

Fonte: Polimerica

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