Pin It

Apro il computer e un lieve turbamento mi assale mentre leggo questa notizia sul sito di Repubblica: “Fare calcoli? Non serve più. Polemica su una ricerca francese”…

Apro il computer e un lieve turbamento mi assale mentre leggo questa notizia sul sito di Repubblica: “Fare calcoli? Non serve più. Polemica su una ricerca francese”. Leggo l’inizio dell’articolo:“La capacità di calcolo e il ragionamento aritmetico non sono più necessari nella vita quotidiana”. L’affermazione, contenuta in un rapporto dell’Istituto nazionale di statistica e studi economici francese (Insee), fa discutere gli esperti: davvero le calcolatrici hanno reso superflua l’abilità di fare calcoli a mente?

 

Insomma sembra che il 3% degli adulti non sappia più fare semplici calcoli a mente, ma che tutto sommato questo non influisca per nulla nella loro capacità di cavarsela nella vita quotidiana. L’articolo continua tra chi sostiene che l’abilità calcolatoria è ancora fondamentale, anche solo per capire gli sconti al supermercato, e chi accetta nella sostanza questa analisi e vorrebbe più applicazioni nella matematica insegnata per motivare la gente a consolidare le proprio capacità matematiche.

 

Cerco di scoprire la mia opinione sul problema. Intanto a me i calcoli (a mente o per iscritto) sono sempre stati antipatici. Sono abituato a sbagliarli anche banalmente (forse nel test rientrerei nel famigerato 3%?) e non identifico la matematica con i numeri. In realtà li vedo solo come il modello matematico più semplice che abbiamo. Voglio tenere il conto delle mie pecore e mi arrangio usando le dita delle mani e se serve anche dei piedi. Le dita e poi deisegnetti grattati sulla parete della mia caverna sono le prime rappresentazioni del mondo, dei modelli semplicissimi che mi permettono però di sapere se devo andare a cercare dell’altro cibo o se mi sono perso qualche capo di bestiame.

 

Però è vero anche che storicamente numeri e figure geometriche stanno alla matematica come l’alfabeto sta alla letteratura. Si potrebbe anche pensare ad una creazione poetica, epica e narrativa puramente orale, ma di fatto è con la parola scritta che nasce quell’oggetto storico che chiamiamo letteratura.E anche l’alfabeto mi è sempre stato antipatico del resto. Insomma, ci penso e ci ripenso e alla fine decido che dei numeri, mio malgrado, non possiamo proprio farne a meno. Ma che bisogna avere delle buone motivazioni per imparare ad usarli e in fondo è di questo che vi parliamo da quando abbiamo cominciato questo sito.

A questo proposito (il sito, i numeri, il tempo…) guardo il calendario e mi accorgo che siamo a marzo del 2010. Ho due osservazioni completamente scollegate in successione:

a) è un anno che siamo partiti con il sito di Maddmaths! ed è tempo di dare i numeri (allora forse servono veramente…): abbiamo avuto oltre 20.000 visite (di cui 65% di visitatori unici), con 70.000 pagine vistate e una permanenza media sul sito di circa 3 minuti. Le nostre rubriche hanno molto successo (schede divulgative, poi test di Proust e vita da matematico). I profili individuali più cliccati sono quelli di Anna Giordano Bruno (forse più come sportiva che come matematica…, mi spiace Anna…) e di Alessio Figalli. Gli argomenti che hanno destato il maggior interesse sono: matematica mysteriosa, matematica e creatività, il superenalotto e il sudoku. I Simpsonseguono a ruota.

b) in marzo si festeggiano le donne. Ci piacerebbe essere molto snob e pensare che una tale festa non serva più a nulla. Le donne sono ovunque nella nostra società, o no? Ecco, non lo sappiamo, a volte ci sembra che facciano ancora molta fatica per trovare il loro posto e soprattutto aorganizzare il loro tempo. Per quanto ci riguarda abbiamo cercato con i nostri articoli di raccontare alcune storie di donne nella matematica.Però forse non è mai abbastanza. E cosìin questo aggiornamento Stefano Pisani prova a fare il punto sul gap che ancora separa i due sessi, almeno nel mondo matematico, e di cosa c’è dietro.

 

E adesso commentiamo il resto di questoaggiornamento. Cominciamo dalla novità. Abbiamo chiesto al nostro omologo francese, il sito del CNRS Images des Mathématiques http://images.math.cnrs.fr/, diretto da Etienne Ghys, di scambiarci il materiale che pubblichiamo. Abbiamo iniziato traducendo un bell’articolo di JosLeys sul Mandelbulb, un tentativo di trovare in 3D l’equivalente dell’insieme di Mandelbrot. Poi abbiamo gli effetti speciali: il nuovo video di Math Inside è dedicato ai Videogiochi, mentre il matematico che ci racconta la sua vita è LucaFascione, che lavora nel cinema con dei signori come James Cameron o Peter Jackson e vive in Nuova Zelanda. L’alfabeto matematico questo mese si ferma alla lettera L (come linearizzazione) e Carlangelo Liverani, recente vincitore di uno dei grant ERC, si sottopone di buon grado al nostro test di Proust. Alessandra Celletti smentisce argutamente un noto complesso pop degli anni ’70, parlando dei lati oscuri dei corpi celesti, Camillo De Lellis ci racconta di come ha cominciato a occuparsi del teorema fondamentale del calcolo (e non solo) per arrivare a 29 anni ad occupare una cattedra di Full Professor a Zurigo, e Carlotta Donadello ci fa sapere come si sta negli Stati Uniti in una città che ha uno stadio che sembra (o è?) più grande di San Siro. E poi tanti altri approfondimenti, news, finte news, eventi che non vorrei che vi perdeste perché vi siete stancati di leggerequesto Editoriale. Per cui mi fermo. Buona lettura!

 

di Roberto Natalini

Pin It
This website uses the awesome plugin.