È uscito per l’editore Hoepli, il libro di Paolo Alessandrini “Matematica rock. Storie di musica e numeri dai Beatles ai Led Zeppelin”. Lo ha letto e recensito per il nostro sito Roberto Natalini.
È difficile recensire in modo obiettivo un libro di cui si è assistito alla nascita e allo sviluppo, seguendo il blog di Paolo Alessandrini, Mr. Palomar, dove alcuni argomenti trattati nel testo apparivano in forma embrionale e, poi, leggendo in anteprima alcuni dei capitoli e scambiando con l’autore impressioni e pareri. Un altro motivo per cui è difficile per me recensire questo libro è che la musica di cui parla Paolo mi è per lo più ignota (o meglio, spesso la conosco solo in modo impreciso). Non vi sto ad annoiare con la mia ignoranza, ma ci confesso solo che sono stato costretto a leggere i capitoli del libro con le cuffie, ascoltando in tempo reale i brani di cui parlava, per cogliere alcuni attimi particolari (il primo accordo di A Hard Day’s Night, un momento di distrazione di John Lennon che produce l’effetto di apertura di I feel fine) che sono spunti per altrettanti viaggi a carattere matematico.
L’idea del libro sembra semplice, ma in realtà è abbastanza complicata da realizzare. Si tratta di partire da un brano di musica rock/pop (eh, con Bach tutto sarebbe stato più semplice, no?), raccontarne un po’ la genesi, con uno stile giornalistico/radiofonico alla Assante/Castaldo, per poi trovare spunti per parlare di matematica in modo divulgativo. Detto così ancora non è chiaro di cosa stia parlando e potrebbe in realtà non funzionare. Ci sono volute l’enciclopedica conoscenza musicale di Paolo Alessandrini, la sua passione, la capacità di raccontare storie e una notevole abilità nel trovare collegamenti apparentemente improbabili, ma che alla fine si rivelano solidi e interessanti, per rendere il libro credibile e, soprattutto, godibile. Se si è ignoranti come me, avendo l’accortezza di avere a portata di mano una discoteca ben fornita, o almeno un qualche device connesso a youtube per ascoltare in tempo reale i brani di cui si parla nel testo.
Per capire ancora meglio di cosa si tratta, prendiamo uno dei primi capitoli, “Fibonacci superstar”. Alessandrini parte da una visita a Edimburgo, dove l’estuario del fiume si chiama Firth of Forth, per parlare poi della nascita del brano dei Genesis Firth of Fifth (sic! apprezzate il gioco di parole), che ha una struttura ritmica e melodica estremamente elaborata. Descrivendo questo brano, Alessandrini nota che il numero di battute degli assoli di flauto di Peter Gabriel, del sintetizzatore di Tony Banks e di chitarra elettrica di Steve Hackett misurano rispettivamente 13, 34 e 55 battute, che si scopre essere numeri che appartengono alla successione di Fibonacci. Da qui, il racconto prosegue con una breve introduzione matematica alle proprietà di questa successione e continua mostrando una serie di esempi musicali in cui viene esplicitamente utilizzata (si parla persino di una band americana che si chiamava The Fibonaccis!), così poi il discorso confluisce sui rapporti aurei. Il testo oscilla costantemente tra il racconto storico musicale e gli incisi più prettamente matematici, senza mai rimanere troppo nell’uno o nell’altro tema, cercando, anzi, di amalgamarli nel miglior modo possibile.
Certo, tanti Beatles (ma vista la copertina cosa vi aspettavate?), ma anche Pink Floyd, Queen, Kate Bush, Radiohead e tanti altri. E ovviamente non potevano mancare i Led Zeppelin che fanno capolino già dal sottotitolo. Il gruppo è colto al momento dell’uscita del loro quarto disco, conosciuto come Led Zeppelin IV, che contiene alcuni capolavori assoluti del rock che, seppure per fortuite coincidenze, anche un ignorante come me ha ascoltato più di una volta. E con questo disco nascono anche i simboli grafici che li accompagneranno per il resto della loro carriera (li vedete qui sotto).
Su questi simboli, la cui origine non è mai stata raccontata dai diretti interessati, sono state fatte negli anni molte ipotesi. Paolo Alessandrini si avventura in congetture e relazioni fantasiose (ma sempre abbastanza fondate) a sfondo matematico, che spaziano da Girolamo Cardano, alla topologia del link di Hopf, fino agli anelli borromei e al nastro di Möbius. Un piccolo viaggio che si conclude con i pattern geometrici e i solidi platonici, solo per citare alcuni argomenti che vengono trattati nel capitolo.
Il libro di chiude, in modo molto appropriato, con i Van der Graaf Generator, autori tra l’altro di un notevole inno alla matematica, “Mathematics” che potete ascoltare in questo video su youtube.
Una lettura per conoscere meglio la matematica, magari per creare in classe un po’ di interesse a livello didattico, ma anche un libro per gli amanti del rock e per tutti i curiosi che non si stancano di fare congetture strane a tarda notte con la musica a tutto volume (magari in cuffia…).
Roberto Natalini
Matematica rock. Storie di musica e numeri dai Beatles ai Led Zeppelin
Paolo Alessandrini
Editore: Hoepli
Collana: Microscopi
Anno edizione: 2019
Pagine: XII-244 p.
EAN: 9788820391553
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