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Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un articolo di Daniele Gouthier contenente alcune riflessioni sulla comunicazione della matematica e il suo rapporto con la società. A questo sono seguiti gli interventi di Nicola Ciccoli e Paolo Domingo. Adesso interviene nel dibattito Marco Menale, che presenta il punto di vista di un ricercatore universitario che si spende per la comunicazione della matematica e la sua valorizzazione.

Su MaddMaths! si sta sviluppando un interessante dibattito intorno alla comunicazione e alla divulgazione della matematica. Questo dibattito è stato avviato da una lettera di Daniele Gouthier che parla, tra le altre, della necessità di formare una nuova generazione di comunicatori e divulgatori. Sono già intervenuti Nicoli Ciccoli con la sua esperienza accademica e Paolo Domingo con spunti sull’educazione. In questo pezzo intervengo io con la mia limitata esperienza, riflettendo su quanto sia valorizzata, ammesso che lo sia, la comunicazione della matematica in ambito universitario.

Parto da un presupposto. Sono d’accordo con Daniele Gouthier quando scrive “Le sfide dei lavori del futuro – anche oltre il momento di grande esposizione dell’Intelligenza Artificiale nel quale ci troviamo ora – chiamano in causa la matematica in modo particolare”. Così con “la scienza gode di un’accettazione sociale maggiore, mentre la nostra disciplina è molto polarizzante e ha alti livelli di ostilità”. È il periodo storico di maggior impatto della matematica sulla società e il futuro. Ma quanto ne sono cosciente le persone di questa società, senza limitarsi all’ostilità maturata spesso negli anni del liceo? Qui mi riferisco anche, e soprattutto, a chi nasce in contesti svantaggiati, in cui non c’è cultura matematica di partenza. Dunque, è giusto sensibilizzare sul tema, formando una nuova generazione di comunicatori. Ma bisogna farlo sin dagli anni dell’università, quando studentesse e studenti si confrontano con i primi esami del corso di laurea triennale in matematica.

Veniamo alle problematiche, sperando di alimentare così il dibattito.

Concordo con la proposta di Daniele Gouthier di avviare più percorsi di formazione alla comunicazione della matematica. A mente, senza considerare casi come il Master in Comunicazione della Scienza in SISSA, non so quali opportunità di comunicazione della matematica possa avere uno studente, anche solo della triennale. Forse, deve capitargli la fortuna di trovare la situazione o la persona giusta. Generalmente rischia di accadere in una fase più avanzata del suo percorso, un po’ come successo a me.

Ho letto libri di divulgazione scientifica dai quattordici anni circa, eppure ho avuto due grosse fortune negli anni di studio. Prima, ho frequentato un Master in “Comunicazione e Ufficio Stampa” (con declinazione scientifica, nel mio caso) all’attuale Università della Campania, per prendere un po’ di tempo tra la magistrale e l’eventuale dottorato. Durante questa esperienza ho fatto un tirocinio in ambito medico: riportavo i risultati dei più recenti paper del settore in una newsletter. La seconda fortuna è stata entrare in contatto con il gruppo di MaddMaths!, da cui ha avuto inizio questa collaborazione, nel corso del lockdown 2020, mentre concludevo il dottorato.

Sono state occasioni realizzatesi dopo la laurea magistrale. Continuo a vederle due fortune, o accadimenti accidentali, che poi, certo, ho saputo coltivare. Ma, chissà quante persone hanno inclinazione alla comunicazione della matematica, ma non l’hanno mai coltivata, semplicemente perché non hanno avuto le mie occasioni, che ripeto sono nate esternamente al percorso di laurea (sia triennale che magistrale) in matematica.

Sono meno d’accordo con Gouthier sul “modello accademico-centrico”. Purtroppo, nel mondo universitario non è generalmente visto di buon occhio chi si dedica alla comunicazione della matematica. Lo si vede come un deterrente alla carriera. Ricordo ancora i messaggi ricevuti durante il dottorato ogni volta che mi davo alla comunicazione. Più o meno il tono era questo: “non perdere tempo in questo modo, non farai carriera!”. Come detto sopra, penso a chi rinuncia anche per questo motivo che ti colpisce, che quasi ti fa sentire in colpa rispetto alla missione accademica. Io sono andato avanti, non senza difficoltà. Le cose stanno cambiando, anche se lentamente. Ci sono le attività di orientamento e terza missione a cui sono chiamati i dipartimenti e che rendono necessarie queste figure. Eppure, continua a mancare la valorizzazione, in termini di riconoscimento. Forse, la mancanza di opportunità per potenziali comunicatori della matematica deriva proprio dalla mancata valorizzazione.

C’è un altro aspetto che voglio sottolineare. Una persona dell’università che fa comunicazione della matematica mentre fa ancora ricerca, anche se a livelli non-altissimi (che poi  chi può dire cosa siano i livelli altissimi), può fornire un grande contributo al mondo della comunicazione della matematica. Non voglio qui creare due categorie distinte, ossia il comunicatore e il comunicatore-ricercatore. Tuttavia, l’essere ancora attivi nella ricerca consente di conservare quella sensibilità necessaria per parlare alla società della matematica di oggi e del futuro, e di come la matematica può intervenire per i problemi di oggi e del futuro. Alcune idee che sviluppo nella mia rubrica La Lente Matematica vengono fuori facendo ricerca direttamente, quando sono io a studiare e scrivere, o indirettamente, leggendo altri paper o partecipando a convegni e conferenze. Altrimenti c’è il rischio di avere una continua comunicazione della matematica piena di: numeri di Fibonacci, sezione aurea e solidi platonici.

Per quanto detto, corsi e seminari tenuti da esperti della comunicazione, con dovuto riconoscimento crediti dalla triennale ai corsi di dottorato, potrebbero rappresentare una prima soluzione, così come la possibilità di tirocini. In MaddMaths! abbiamo già avviato dei percorsi di tirocinio con studenti provenienti dai corsi di laurea in matematica. Da febbraio ho personalmente seguito Lorenzo Paderni, uno studente del corso di laurea magistrale della Federico II. In particolare, Lorenzo si è messo alla prova con la preparazione e l’editing dei sei episodi della serie di MaddMaths! “La matematica è piena di Eulero!”. Ho personalmente visto un ragazzo che alla sua passione per la matematica e la comunicazione ha unito esperienza e  consigli di chi è da più tempo in questo mondo. I risultati sono stati sorprendenti, e anche soddisfacenti, nel mio caso. Quella di Lorenzo è solo una delle esperienze di MaddMaths! che potrebbe fare da apripista per altre.

Infine, sono d’accordo con Daniele Gouthier quando scrive “C’è quindi bisogno di un’attenzione specifica alla comunicazione della matematica nella cornice più ampia di quella della scienza”. Ma, per farlo, ritorno a quanto scritto finora, serve valorizzarla.

 

 

Marco Menale

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