La dodicesima newsletter dell’anno ha sempre un sapore un po’ particolare, perché si porta appresso diversi significati, spesso contraddittori. È quella dell’ultimo mese dell’anno, e quindi sembrerebbe quasi inevitabile parlare del morente 2024, ma noi siamo notoriamente poco adatti a fare bilanci, specialmente quelli di natura morale o generale; e poi, visto che – quando va bene – la newsletter la mandiamo a inizio dicembre, che diamine di senso avrebbe parlare di “fine dell’anno” quando ne deve trascorrere ancora un bel dodicesimo? C’è una bella differenza tra 1° e 31 dicembre, e non parliamo solo del fatto che uno dei due si spaccia per cardinale e l’altro è l’unico della sua razza che chiamiamo correttamente da ordinale. E poi, perdindirindina, dicembre sarà pure l’ultimo mese dell’anno, ma la newsletter che accompagna di numero dicembrino di RM non è l’ultima dell’anno. Vedete come piovono le contraddizioni?
E così, cosa volete che vi scriviamo, in questa penultima newsletter del 2024 che accompagna l’ultimo numero di RM del 2024? Ovviamente, che l’ultima servirà ad accompagnare il Calendario 2025, che sta già da tempo costando sudore alla Redazione di Rudi Mathematici, e soprattutto ad Alice. Noi cerchiamo di consolarla dicendole che deve resistere solo altri tre anni, poi potremmo finalmente cominciare il Grande Riciclo (questa frase la lasciamo senza spiegazioni, un po’ perché per alcuni lettori di spiegazioni non ci sarebbe neppure bisogno, un po’ perché è una frase che sarebbe stata meglio dentro la prossima Newsletter, quella che accompagnerà proprio il calendario, e invece così ce la siamo bruciata, dannazione).
Meglio tornare dove avevamo cominciato, allora, e cioè alle contraddizioni e alle stranezze. Ad esempio, questo strepitoso RM311 di stranezze ce ne ha un sacco: il compleanno è parecchio strano, è un “taccuino di viaggio”, e ne erano già usciti un paio (uno per un viaggio a Padova, l’altro a Masino), ma questo parla di un giorno passato a Roma di uno solo di noi tre. Viaggio che peraltro, è stato fatto quasi due anni fa (visto che tempismo?); nel pezzo si fanno i nomi di diverse persone che non citiamo, così magari riduciamo la probabilità che lo leggano, e non ci scriveranno per lamentarsi. Però anche il PM è abbastanza strano, perché – come ammette lo stesso autore tradizionale dei PM – è da un po’ che i PM parlano più del mondo reale che del mondo della matematica: strano, vero? Senza citare il fatto che già il titolo del PM (“Cose che volano, palle che girano”) è ragionevolmente inquietante. E poi? Poi, diamine, anche questo mese c’è un EuNBeT, e tre di fila sono una prestazione epocale; poi Alice continua il dialogo diretto che ha con i solutori da un quarto di secolo e noialtri ancora non riusciamo a capire come faccia a resistere (“Se solo sapeste quello che mi tocca leggere…” è frase che le è scappata dalla tastiera, stavolta: ma il bello è che non ce l’aveva mica con le soluzioni dei lettori, ma con quanto deve leggere dai suoi compagni di merende. Se pensate che la sua pazienza sia davvero messa a dura prova come capita nelle storielle che scriviamo su Le Scienze, sbagliate di grosso: la realtà è molto peggiore).
E insomma, di stranezza in stranezza, di contraddizione in contraddizione, la sola cosa coerente è che anche questa Newsletter di Dicembre sta arrivando alla fine senza aver raccontato nulla di significativo. Se proprio volete una notizia, ve la diamo qui, in chiusura: anche quest’anno, il giorno 21, alle ore 09:20 del mattino, il nostro amato pianeta ripeterà le solite giravolte precessionali che fa, con poche variazioni, da qualche miliardo di anni, e come risultato collaterale noi, abitanti dell’emisfero boreale, ci ritroveremo con le giornate che, piano piano, cominceranno a regalarci un po’ più di luce. Prevediamo con sfacciata sicumera che continueranno ad allungarsi fino a giugno inoltrato, e via: non potete negare che questa sia una bella notizia, non vi pare?
Godetevela, allora. Sia la notizia che la vita.