Alcuni medici dell’Università di Torino hanno trovato il modo di prevedere l’esito di una procreazione assistita considerando gameti ed embrioni, mediante un calcolo che coinvolge 5 variabili: numero di cellule, presenza del nucleo, dimensioni, simmetria ed eventuale frammentazione.
Secondo i ricercatori, dall’aspetto dell’embrione è possibile valutare le probabilità di gravidanza e sapere se questa sarà gemellare. Tutto merito di una formula matematica che, valutando cinque diversi parametri, consente un calcolo predittivo con un’attendibilità che supera il 90 per cento.
La ricerca è stata presentata da Alberto Revelli, responsabile del centro Procreazione assistita dell’università di Torino, a Sorrento durante il “Forum for the future, dalla tradizione all’innovazione” sulle nuove tecniche di fecondazione organizzato dalla Merck Serono.
“Siamo partiti con la valutazione morfologica degli embrioni attraverso la loro visione al microscopio e attenendoci a cinque variabili: numero di cellule a 48 ore dallo sviluppo, presenza o meno del nucleo al loro interno, regolarità delle dimensioni, se è rispettata la disposizione simmetrica a quadrifoglio e, infine, se ci sono anche cellule frammentate”, spiega Revelli.
Gli embrioni studiati erano stati trasferiti due a due nell’utero di circa 3000 donne. Per quasi 1500 di queste l’impianto non ha dato esito positivo, invece in 700 casi è stata rilevata una gravidanza gemellare, conferma dell’attecchimento di entrambi gli embrioni. “Allora”,continua Revelli, “abbiamo confrontato le cinque variabili embrionali che hanno permesso l’attecchimento con le stesse variabili negli embrioni che invece non ce l’hanno fatta. Il risultato è stato la formula matematica – oggi già applicata in quattro cliniche scandinave- che, con dei correttivi, permette di stimare con precisione il potenziale che ogni embrione ha di dar origine a una gestazione”.
Questa ricerca produce un notevole vantaggio per le coppie interessate alla procreazione assistita: esse potranno conoscere la reale probabilità di successo dell’impianto e, in base alla struttura degli embrioni da impiantare, potranno prevedere se nasceranno due gemelli. Infatti, come illustra il dott. Revelli, “il software permette di trasferire nell’utero, in casi favorevoli, anche un solo embrione, e di azzerare la possibilità di una gravidanza gemellare. Prima dell’introduzione di questo strumento era impensabile prevedere la potenzialità di concepimento”.
Secondo Guido Ragni, presidente della Federazione delle società della riproduzione, “la stimolazione ovarica controllata mira a terapie sempre più personalizzate. E oggi è possibile classificare le pazienti in tre categorie: normo, poor e iperresponders. A questo punto diventa semplice mettere a punto trattamenti idonei per ciascuna paziente”.