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Molti di noi hanno vissuto e vivono ancora sulla propria pelle gli effetti nefasti della sindrome chiamata “paura della matematica”. Giovanni Filocamo ha fatto la sua diagnosi: la paura è l’effetto e non la causa di esperienze scolastiche deludentiche ci hanno presentato i numeri con molta autorità e poca immaginazione. La matematica, invece, non presuppone abilità innate né un particolare talento: basta solo smettere di darci degli incompetenti e soprattutto non avere paura di sbagliare, perché anche gli errori sono interessanti e le vie alla soluzione molteplici.

 

La parola matematica deriva dal greco μάθημα (máthema), traducibile con i termini scienza, conoscenza o insegnamento; μαθηματικός (mathematikós) indica dunque colui che è desideroso di apprendere. Con questa definizione si apre la prima finestra di curiosità con cui l’autore ci accompagna attraverso i capitoli del suo libro. Si tratta di un testo divulgativo che intende suggerire un nuovo approccio alla materia, aggirando gli schemi tradizionali che presentano la matematica come una disciplina astratta e privilegiando l’opportunità di fare matematica in modo creativo e stimolante. Passando in rassegna le quattro operazioni, funzioni, equazioni e integrali, geometria e teoremi, l’autore pone l’accento sull’aspetto dell’immaginazione come chiave per avvicinare e capire concetti e problemi matematici più o meno complessi, dimostrando come la matematica permea la quotidianità di ciascuno. L’orientamento del testo è infatti quello di svelare la logica che sottende ad ogni evento della nostra vita, i rapporti causa-effetto, il ruolo dei numeri, del calcolo, delle unità di misura, così come le esperienze di matematica avanzata che appartengono alla topologia o le congetture che “non avremmo mai creduto di capire”. L’apporto innovativo di questo volume risiede nella volontà di indicare al lettore, con un linguaggio semplice e colloquiale, che la pratica della matematica è fondamentale per guadagnare fiducia in se stessi, nell’idea che ciascuno si fa del mondo che ci circonda:  la matematica ci mette continuamente in discussione e, in ultima analisi, ci costringe a pensare con la nostra testa, quindi, in qualche modo, praticare la matematica ci rende più liberi.

 

Francesca Oddone

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