Sebbene scientificamente infondate, nel mondo continuano a sussistere molte terapie mediche bizzarre che curerebbero le più svariate malattie e sono diffuse da dicerie popolari, sciamani e stregoni. Un modello matematico spiega perché queste credenze sono così dure a morire.
Mangiare carne di un avvoltoio non fa guarire dalla sifilide e bere un infuso a base di serpenti in decomposizione non cura la lebbra: nonostante ciò queste ed altre terapie fasulle continuano a diffondersi, proprio… perché non funzionano. E’ questo il controintuitivo risultato ottenuto da un modello matematico che si è concentrato sulla finta medicina.
I trattamenti inefficaci non curano la malattia e, quindi, chi segue una terapia di questo tipo ha più tempo per poter raccontare di essa ad altre persone rispetto a coloro che, seguendo le terapie della medicina ufficiale, guariscono in tempi più rapidi.
Nonostante questa politica internazionale, la medicina fasulla esiste ancora in tutto il mondo. Alcuni nigeriani curano la malaria con la stregoneria, un ministro della salute del Sud America ha recentemente dichiarato che l’aglio e la barbabietola sono efficaci per combattere l’HIV, e i depositi occidentali di medicinali sono pieni di farmaci non approvati per quasi tutte le malattie immaginabili. Per esempio l’erba di San Giovanni (Hypericum perforatum ) non fa niente per i disordini da deficit di attenzione e iperattività, ha concluso un recente studio, e tuttavia risulta largamente diffuso nel mondo.
In molti casi i trattamenti fasulli garantiscono un maggior aumento nel tempo di pazienti che seguono quella cura rispetto alle terapie ufficiali che offrono tempi di guarigione più rapidi, ha osservato Tanaka. “Il fatto che queste non funzionano comporta che le persone che le usano sono malate più a lungo, e quindi rivelano il trattamento a più persone”, lui dice.
Fortunatamente i trattamenti inefficaci non sempre si impongono. Le malattie ricorrenti sono più favorevoli a promuovere trattamenti efficaci rispetto alle malattie rare. Infatti secondo il modello, se la malattia si ripresenta più volte allora i trattamenti fasulli non vengono più seguiti. Secondo Tanaka questo modello è valido anche nel caso delle culture in cui predomina la medicina basata sull’evidenza, e i gruppi governativi, come l’americana Food and Drug Administration, passano al vaglio la maggior parte delle cure mediche. A sostegno di questo, il ricercatore fa riferimento alla diffusione della medicina alternativa proprio in questi tipi di culture. “In molte situazioni le persone si limitano ad osservare gli altri e ad agire di conseguenza, qualunque sia la posizione della medicina ufficiale”.
Inoltre, in alcuni casi, una stessa terapia può essere ritenuta efficace se si prendono in considerazione i risultati di una ricerca e inefficace se si considerano i dati forniti da un altro studio. Tanaka afferma infatti che “nonostante la ricerca faccia numerosi progressi, non sappiamo ancora se molti medicinali sono realmente efficaci”.