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Il 2020 conferma il calo demografico italiano, restando al di sotto dei 60 milioni di abitanti. Con una perdita di oltre 383 mila unità rispetto al 2019, il trend è ben delineato. Secondo i dati delle Nazioni Unite, l’Italia dovrebbe di assestarsi al di sotto dei 40 milioni entro il 2100. Con un’età media di 45,7 anni ed un 23% di ultrasessantenni. Da dove derivano queste previsioni? È una questione di piramidi.

La storia dei modelli matematici per descrivere la dinamica di una popolazione inizia sul finire del settecento. I primi sono quelli di Malthus e Gompertz. È del 1838 il modello maggiormente usato, sviluppato dal matematico belga Pierre François Verhulst: l’equazione logistica.

Nel 1879 lo statistico italiano Luigi Perozzo decide di rappresentare i dati della popolazione svedese raccolti tra il 1750 e il 1875 in una particolare struttura piramidale. Ha inizio la storia delle piramidi demografiche. Semplificando leggermente la prima rappresentazione di Perozzo, si procede al modo seguente: per ogni anno per cui si dispone dei dati, la popolazione è divisa per classi di età di 5-10 anni e per sesso. Si costruiscono due istogrammi ai lati dell’asse verticale delle classi d’età: uno per la popolazione maschile ed uno per quella femminile. Lungo l’asse orizzontale è riportata la percentuale di popolazione per ognuno dei sessi che ricade in una certa fascia d’età.

Piramidi dalla diversa forma forniscono importanti indicazioni sull’evoluzione della popolazione. Consideriamo le piramidi del 2020 relative all’Italia (prima tabella in basso) ed alla Nigeria (seconda tabella in basso). Nel caso italiano, la piramide ha una base particolarmente ristretta ed un rigonfiamento centrale. Questo significa che l’età media della popolazione è molto alta, come l’aspettativa di vita. In compenso, il tasso di natalità è basso, con una ridotta fascia fertile della popolazione. Passiamo alla Nigeria. In questo caso la piramide ha una base molto ampia e si restringe verso l’alto. L’età media tende ad essere bassa, come l’aspettativa di vita, mentre è ampia la fascia di popolazione fertile. Infatti la Nigeria è in continua espansione, con una popolazione oltre i 200 milioni e previsioni che la danno ad oltre 400 milioni per il 2050.

 

 

 

 

 

 

La descrizione tramite piramidi consente di avere una visione sintetica ed efficace dell’evoluzione della popolazione per il futuro più o meno prossimo. Nel caso italiano è chiara la decrescita verso cui siamo orientati, dato il restringimento della fascia fertile della popolazione. Questo si traduce in un invecchiamento della popolazione e in possibili problemi di ricambio per alcune posizioni lavorative: rischieremo di non avere medici, ingegneri, insegnanti e matematici a sufficienza. Una possibile risposta nel breve periodo potrà essere data solo dall’immigrazione. E poi forse ci assesteremo su numeri più sostenibili.

 

[Illustrazione di Luca Manzo]

Marco Menale

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