Pin It

Bolle di sapone” (Bollati Boringhieri, 2009) di Michele Emmer, si è aggiudicato quest’anno il premio Viareggio-Rèpaci per la saggistica. Un successo che comincia quarant’anni fa, e che ci racconta lo stesso Emmer.

 

di Michele Emmer

 

La storia comincia in maniera casuale. Era il 1970, mi viene proposto di fare una tesi di matematica su dei risultati di Renato Caccioppoli. Risultati che pochi anni prima erano stati utili a Ennio De Giorni per risolvere il problema di Plateau, problema ben noto in Calcolo delle Variazioni: trovare la superficie minima che si attacca ad un bordo prefisatto. Io ignoravo tutta la storia. Laureato mi viene offerto un posto di assistente all’università di Ferrara. Ed entro in contatto con De Giorni, Mario Miranda, Enrico Giusti e poi anche con Enrico Bombieri. Nel 1976 mentre ero all’università di Trento incontro Fred Algren e Jean Taylor. La Taylor aveva appena dimostrato che le regole della geometria delle lamine di sapone che aveva sperimentato Plateau erano  corrette. Ci viene l’idea di realizzare un film sulle bolle di sapone. E qui entra in gioco il fatto che mio padre, scomparso il 16 settembre 2009, era un regista di cinema, uno dei grandi registi Italiani. Incomincia l’avventura dei film della serie “Arte e matematica” che saranno alla fine più di venti. Sin da allora mi ero prefisso di mettere in piedi un  programma di lunga durata che riguardasse sia la ricerca che attività culturali collegate. che riguardassero il legame tra matematica ed arte, matematica e cultura nei suoi vari aspetti: cinema, teatro, architettura,letteratura. Un progetto per i successivi trent’anni, realizzando oltre ai film, conferenze (quelle su Escher, la serie “Matematica e cultura”), mostre, convegni. Già allora avevo tracciato le linee che intendevo seguire.

E naturalmente volevo scrivere. Per scrivere avevo chiaro che dovevo imparare a scrivere bene. In un modo personale, in un modo non ruffiano, in un modo elegante e interessante. Per 25 anni ho scritto su giornali e riviste sino quando mi sono sentito pronto a scrivere libri. Non libri di divulgazione, parola che ho sempre odiato. La mia ambizione è stata sempre molto più alta di una mera divulgazione.

Da qualche anno sono contento del modo in cui scrivo, anche se mi costa moltissima fatica. Nella vita capita rarissimamente che altri si accorgano in modo esplicito e riconoscano esattamente il percorso che si sta seguendo. A me è capitato quest’anno, nell’agosto del 2010.

“Una vera e propria avventura dell’intelligenza, che Emmer  ricostruisce in maniera magistrale donandoci un libro non solo curioso, ma raro. Ciò vale specialmente nel nostro Paese, dove è tutt’altro che frequente incontrare lavori che risultino dall’interazione di linguaggi diversi, in particolare quelli dell’arte e della scienza. Premiando questo libro, si è voluto non solo riconoscerne i meriti, ma anche sottolinearne il carattere innovativo.”

Queste parole mi hanno riempito di orgoglio, sono una parte di quelle che la giuria del premio letterario Viareggio per la saggistica 2010 ha usato per motivare l’assegnazione del premio. E’ un processo lungo l’assegnazione del premio che dura diversi mesi e si aspetta sino a quando prima dell’estate si è rimasti in tre finalisti per ogni categoria: letteratura, poesia, saggistica.

E alla premiazione Vargas Llosa, vincitore del Vareggio Internazionale, mi ha chiesto di fargli una dedica su una copia del mio libro!

Non sapevo che sarebbe successo ma quando ho iniziato volevo essere considerato un regista, ed è successo, e uno scrittore, ed ora è successo anche questo. Cosa mi resta? La grande mostra che sto organizzando nel 2012-2013 in uno dei grandi musei di arte contemporanea, il MART di Rovereto. Ed il programma di tanti anni fa sarà in gran parte realizzato.

 

 imageMichele Emmer insegna matematica all’Università La Sapienza di Roma. Il suo campo di ricerca riguarda le equazioni alle derivate parziali e le superfici minime, ma, accanto all’attività di ricerca, Emmer da sempre si occupa di comunicazione scientifica: autore di numerosi testi di divulgazione, è tra l’altro ideatore del convegno annuale Matematica e cultura, che dal 1997 si tiene ogni anno a Venezia, oltreché regista di decine di lungometraggi, nei quali ha indagato vari aspetti della matematica, soffermandosi in particolare sui rapporti che la legano all’arte, tema al quale ha dedicato una serie di ben 18 film, realizzata per la RAI.

Pin It
This website uses the awesome plugin.