Qualche tempo fa un signore inglese ci ha scritto: “Probabilmente non mi conoscete. Mi chiamo Adam Atkinson, vivevo in Italia 20 anni fa, frequentavo quelli di MC-Microcomputer e MC-Link ecc. Faccio un banchetto di giochi e rompicapo ogni anno all’università di Pisa, dove sono conosciuto come l’omino dei giochi. Non sono esattamente famoso, ma per esempio i Rudi Mathematici o Maurizio Codogno potranno rispondere alla domanda ‘Chi è questo Adam Atkinson che ci scrive?’. Comunque, volevo chiedere se anche secondo voi sarebbe bello avere più MathsJam in Italia.” Ovviamente, non essendo né i Rudi Mathematici, né Maurizio Codogno, non conoscevamo questo signore inglese, e non avevamo la minima idea di cosa stesse parlando. Ma ora, dopo una trentina di email, vari giri su internet e una chiacchierata via Skype, crediamo di sentirci ferrati sull’argomento, e per questo vi proponiamo una sua piccola “Introduzione ai MathsJam”, nella speranza che presto ne nascano di nuovi in Italia (spoiler: per ora siamo a due).
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MathsJam è due cose diverse, con lo stesso nome: ci sono (i) i mathsjam locali mensili e (ii) il grande mathsjam annuale, chiamato formalmente “mathsjam gathering” (il raduno mathsjam), ma più familiarmente “il grande mathsjam”.
I Jam Mensili
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I MathsJam mensili si tengono solitamente alle 19:00 il penultimo martedì del mese in varie città del mondo (l’elenco si trova su https://mathsjam.com/). Solitamente in un locale/pub/birreria. Non c’è né programma, né agenda. Non è nemmeno necessario essere lì proprio alle 19. Cosa si fa? Si può fare quasi qualsiasi cosa. La grande capa suprema dei mathsjam mensili, Katie Steckles, manda un foglio di problemi, chiamato “lo Shout”, ai responsabili locali. Ma non è necessario farli, e nemmeno guardarli. Al tuo Jam locale puoi giocare a Set, portare un libro che hai comprato recentemente, giocare con un rompicapo di legno portato da altri jammisti, chiedere a qualcuno a cosa serva la teoria dei gruppi, chiedere aiuto per un problema di Project Euler. I problemi dello Shout sono proposti a Katie dai vari Jam del mondo. Lo Shout di aprile 2018 per esempio è stato offerto dal Jam di Pisa. Anche se decidete di fare lo Shout, magari qualcuno fa uno dei problemi da solo mentre altri due lavorano insieme su uno degli altri.
(Lo Shout si chiama così perché “shout” (urlo, ma anche turno) è un termine usato nei pub nell’inglese australiano per quello che fai quando compri da bere per tutti nel tuo gruppo, forse perché i mathsjam mensili sono stati inventati dall’australiano Matt Parker, ormai famoso per i suoi video su youtube. – fa parte anche del gruppo comico “Festival of the Spoken Nerd“, In questo caso è nel senso che lo “shout” contiene problemi offerti da un Jam a tutti gli altri)
Un Jam può avere le sue tradizioni. A Brighton abbiamo un “rito di iniziazione”, che consiste nell’anello sulla catena (vedi il video seguente)
e la dimostrazione di Rouse Ball che gli angoli retti possono esistere in varie grandezze. (guarda questa spiegazione in inglese).
Se non hai un Jam locale, puoi crearne uno. Scrivi a katie@mathsjam.com e dici dove si farà e quando. Diventi il responsabile locale finché non sbologni la cosa ad altri. Ma i tuoi compiti sono pochi. Aggiorni la pagina web del mathsjam della tua città o direttamente o tramite Katie se qualcosa cambia. Ricevi le eventuali email mandate a nomedellatuacittà@mathsjam.com, e porti lo Shout agli incontri mensili. Potresti ovviamente fare quasi tutte queste cose senza fare parte della rete Mathsjam, ma essere sull’elenco dei Jam ha i suoi vantaggi: esiste il turismo MathsJam. Se ti trovi in un’altra città il penultimo martedì del mese puoi andare al suo eventuale Jam, e gente da altrove magari viene a trovarti avendo saputo della tua esistenza sul sito mathsjam. Al mio Jam a Brighton abbiamo avuto dei visitatori grazie a questo, ed io sono andato al Jam di Lisbona una volta. Una volta all’anno, a febbraio, vado al Jam di Pisa. (Che ho fondato io, prima di sbolognarlo a due pisani). Possono anche spuntare matematici ricreativi della tua città di cui non sapevi niente. Il responsabile del Jam di Bexhill è un avvocato che leggeva Martin Gardner decenni fa.
Quanta gente va ad un Jam locale? Mi pare di capire (dai messaggi su Twitter e avendo chiesto ad un po’ di persone) che ci siano solitamente fra 3 e 8 persone a molti Jam mensili. Il Jam di Londra potrebbe essere un’eccezione: l’ultima volta ci sono stato c’erano 20 o 30 persone. Nessuno è tenuto ad andare tutti i mesi. Nemmeno il responsabile. Il mio predecessore come responsabile a Brighton mancava 2 volte su 3, ed io manco circa due volte all’anno. In questi casi il responsabile può mandare lo Shout ad altri, o si può dire a Katie che ci sono più responsabili.
Mentre scrivo queste parole, ci sono due Jam italiani, uno a Pisa (https://mathsjam.com/cities/
Il giorno del Jam mensile, l’account Twitter Mathsjam ritwitta tutti gli account locali. Questo lo puoi vedere su https://twitter.com/mathsjam – messaggi e foto da Jam sparsi per il mondo.
Non è obbligatorio avere un account Twitter per il tuo Jam, naturalmente. I Jam locali non sono “mirati” necessariamente a chi fa matematica tutti i giorni (in quanto non ne ha particolarmente bisogno), ma piuttosto agli adulti che un tempo leggevano Martin Gardner o Corrado Giustozzi, o che leggono adesso i Rudi Mathematici, e vogliono fare matematica ricreativa, rompicapi, ecc. C’è anche chi fa l’uncinetto matematico. E alcuni matematici vanno ai Jam locali in uno spirito di “outreach” (secondo Google, “estensione verso la comunità”, in italiano forse divulgazione).
Il “Raduno Mathsjam”, conosciuto anche come “il grande Mathsjam”
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C’è anche il grande MathsJam annuale ogni novembre nel Regno Unito, organizzato da Colin Wright (se volete seguirlo su Twitter andate qui). Nel 2018 dovrebbe essere dal 17 al 18 novembre. Tenete d’occhio https://mathsjam.com/
Il Jam annuale è molto più programmato di quelli mensili. Ci sono circa 50 discorsi da 5 minuti, raggruppati in blocchi di 8, con intervalli abbastanza lunghi fra un blocco e il successivo. Ovviamente in 5 minuti chi parla spesso cerca solo di dirti “Ecco una cosa carina. Se volete saperne di più venite a cercarmi durante uno degli intervalli.” Durante gli intervalli la gente va anche a vedere quali giocattoli, rompicapi ecc. ci sono sui tavoli degli altri partecipanti.
Non è un evento dove “il pubblico” va ad ascoltare “gli esperti”. I relatori ed il pubblico sono più o meno le stesse persone: quando ti iscrivi al Raduno, devi dire anche se vuoi fare un discorso da 5 minuti o no. C’è anche un concorso per concorsi. Tu proponi un concorso al quale i jammisti possono partecipare. Con un premio per il vincitore (valore massimo una sterlina). I jammisti votano anche per il concorso migliore. C’è anche un concorso per le torte matematiche, con premi per torta più bella, torta più buona, e torta più matematica.
Il sabato sera ci sono varie “attività” proposte da jammisti disposti ad organizzarle: imparare a giocare a Go, leggere libri di poesie medioevali francesi, cantare versione matematiche di canzoni più o meno famose.
L’anello sulla catena è ovunque al Jam annuale. Guardate qui e qui. Ovviamente ci sono anelli ai Jam di Pisa e Torino. Una cosa abbastanza insolita al Jam annuale del 2017 è stata questa poesia di Zoe Griffiths (che speriamo venga presto è stata tradotta in italiano da Marco Fulvio Barozzi @Popinga1!), che potete sentire anche qui, recitata da Zoe stessa (comincia a circa 25:00). La rivista Chalkdust ha parlato del Jam annuale del 2017 qui. Abbastanza ovviamente, il Jam annuale è tutto in inglese.
Per finire, una lista incompleta di altri eventi simili:
- Ogni due anni, negli anni pari, c’è il Gathering for Gardner negli Stati Uniti. Vedete qui per delle informazioni sul Gathering di quest’anno. Tutto in inglese ovviamente.
- Ogni due anni, negli anni dispari, c’è un convegno di matematica ricreativa in Portogallo. Il prossimo si terrà a gennaio 2019. Quasi tutto in inglese, nonostante il fatto che sia in Portogallo.
- Nel 2019 ci sarà un convegno sulla storia dei giochi da tavolo a Bologna.
Katie non vuole che lo Shout sia diffuso fuori dai Jam, ma ecco un foglio di problemi e altro che distribuisco alle mie vittime a Pisa durante gli Open Days. Questi problemi non sono necessariamente rappresentativi né dello Shout né di Mathsjam in generale, ma la grande variabilità in difficoltà e stile è forse in linea con le cose mathsjam.
Adam Atkinson
ghira@mistral.co.uk
http://www.ghira.mistral.co.uk/itahome.html
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