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La squadra italiana è in questi giorni a Hong Kong per le Olimpiadi internazionali di Matematica. Oltre ai problemi di gara, però, deve affrontare i mille perigli di voli intercontinentali, incomprensioni diplomatiche, scontri gastronomici, contrasti tra culture.

Sopravviveranno i nostri eroi all’avventura? Riusciranno a tornare in patria onusti di pregiati metalli? Per scoprirlo non perdetevi le puntate del Diario Olimpico(R) con, in ordine strettamente alfabetico, i Concorrenti,

ITA 1 – Filippo Baroni
ITA 2 – Jacopo Chen
ITA 3 – Nikita Deniskin
ITA 4 – Luca Macchiaroli
ITA 5 – Andrea Ulliana
ITA 6 – Federico Viola

e, in ordine apparentemente casuale, gli Accompagnatori,

ITA 7 – Massimo Gobbino (Team Leader)
ITA 8 – Davide Lombardo (Deputy Leader)
ITA 9 – Roberto Dvornicich (Observer)

Comparse e figuranti: altri concorrenti, coordinatori, accompagnatori e guide.

Il Diario Olimpico è scritto da Davide Lombardo sull’Oliforum, il Forum ufficiale delle Olimpiadi di Matematica.

Abbiamo raccolto in questo post le prime puntate del Diario Olimpico, per scoprire qualcosa in più sulle competizioni internazionali di matematica. Una seconda parte seguirà nei prossimi giorni.

Premessa

Una breve (ed incompleta) spiegazione su come funzionano le Olimpiadi Internazionali di Matematica (IMO). La gara vera e propria si svolge in due giorni, detti Day One Day Two. In ciascuno di questi giorni i concorrenti affrontano, in 4h30′, tre problemi dimostrativi, del valore di 7 punti ciascuno. I testi sono scelti dalla giuria composta dai Team Leader nei giorni immediatamente precedenti la gara e vengono tradotti nelle lingue dei partecipanti. La valutazione dei problemi viene fatta dagli accompagnatori della squadra ed è seguita dalla coordination, un incontro tra gli accompagnatori e i responsabili di ciascun problema, in cui viene discussa la valutazione proposta dagli accompagnatori (per evitare che gli accompagnatori siano eccessivamente generosi con la propria squadra.

Diario di Viaggio, Data Astrale -2206486.3546423134

Dopo aver scoperto che una strana malattia ha colpito Roma, disattivando apparentemente tutti i POS della città, i Nostri – nonostante abbiano perso il treno – arrivano freschi come rose all’aeroporto di Fiumicino. Grazie al passaporto russo di ITA3 – già apprezzato dall’avvenente receptionist al bag-drop di Cathay – saltiamo la fila dei passaporti automatici per fare quella, ben più breve, del controllo umano.
Nonostante l’arresto di ITA5 alla security (rapidamente risolto con opportuna corruzione) tutto procede a meraviglia, e la discussione si sposta sull’opportunità di omaggiare gli amici greci con foto ricordo dei templi di Agrigento.

Ricomparirà il prode ITA5 prima della partenza dell’aereo? I consigli ormonali di ITA2 daranno i frutti sperati? Ma soprattutto, gli snack a base di noodles basteranno a soddisfare l’insaziabile fame dei Sei (momentaneamente Cinque)? Tutto questo, e molto altro, nella seconda imperdibile puntata del Diario Olimpico®!

Diario Olimpico – Il Giorno

Le notevoli differenze di fuso orario impediscono ai nostri prodi di decidere sulla denominazione da dare alla giornata in corso, che viene dunque rinominata semplicemente Il Giorno. Una volta recuperato ITA5 e risalutata la receptionist di Cathay, l’ITATeam sale sull’aereo per un lungo volo che, tra audaci mentitori e discutibili attachi alieni, vede le competenze di ITA3 espandersi al punto di essere ricompensate con la cifra record di un milione di sterline. Critiche piovono invece su ITA1 per la scarsa attenzione rivolta alla vicina del sedile di dietro, nonostante questa molesti attivamente altri due membri del team impegnati nel venire a capo di un’ostinata funzionale. Un’arguta strategia e un presunto bug del sistema di intrattenimento dell’aereo non sono poi sufficienti a salvare ITA4 da una sonora sconfitta navale ad opera di ITA5, e proprio mentre i consigli ormonali di ITA2 iniziano a fare effetto la cabina si illumina a festa per annunciare l’avvento della colazione: inutile dire che il punteggio totalizzato in minuti di sonno dall’intera squadra italiana si ferma così ad un misero quarto d’ora. Questo non impedisce al nostro volo di atterrare nella torrida Hong Kong alle 5 e 45 ora locale, né alla squadra italiana di schivare i ferrei controlli sull’immigrazione;
superati questo ed innumerevoli altri ostacoli, giungiamo quindi a Kowloon, dove scopriamo che l’acqua che cade dal cielo di Hong Kong non è pioggia, come i più forse sospettavano, bensì condensa di condizionatore. Raggiunto l’hotel con un anticipo incalcolabile rispetto all’apertura del checkin, seguono sosta meditativa in ammirazione delle tartarughe, passeggiata sul lungomare, e meritata seconda colazione, che riusciamo a consumare in tempo \(O(n!)\). Dopo un pasto che si dimostra degno delle più sperticate lodi (almeno, e in effetti solo, da parte del ristoratore), una soffiata di probabile provenienza cipriota fornisce ai Nostri ampie riserve di materiale da allenamento con cui ingannare l’attesa dell’impareggiabile ITA2, che si riunisce al team poco prima dell’ora di cena (qualunque essa sia).
Temple Street non delude, e una deliziosa scorpacciata di noodle – forse aromatizzati al sapone – e di questioni di genere conclude felicemente Il Giorno. I nostri eroi, ormai logori dalla molta fatica, si ritirano nelle rispettive camere, ma forse non tutti sono destinati a coricarsi immediatamente: in cuor suo, ITA5 cova infatti un piano diabolico ai danni dell’ignaro ITA1…

Ma di certo la storia non finisce qui: riuscirà la squadra italiana a trovare i due ufficiali di liaison dell’organizzazione locale, nonostante questi (anzi queste) rifiutino di svelare il proprio volto? Quali segreti nasconde Victoria Peak? E soprattutto, perché la città con il bulldozer più grosso non può asfaltare tutte le altre? Questi e molti altri misteri saranno svelati, o più probabilmente no, nella prossima, avvincentissima puntata del Diario Olimpico®!

Diario Olimpico – Giorno 1 (enfin!)

La prima scoperta della giornata avviene un’oretta più tardi dell’orario alla quale sarebbe normalmente accaduta se solo ITA4 avesse sentito la sua sveglia. La sua importanza, tuttavia, non è da sottovalutare, perché mostra che i nativi locali sono d’accordo con noi: “cold”, in inglese, dovrebbe decisamente voler dire “caldo” (questa, almeno, sembra essere l’opinione di tutti i ristoratori della città che abbiamo testato finora).

Rinfrancato da questa comunione spirituale con gli Hongkonghini*, l’ITATeam raggiunge rapidamente (…) lo Star Ferry Pier, da dove prende un battello per l’isola di Hong Kong. Il Victoria Peak riesce tuttavia a tenersi stretti i suoi segreti, custoditi efficacemente da una funicolare travestita da tram e soprattutto da un’ora e mezza di coda; il tempo viene allora impiegato ammirando la cattedrale di Saint John (che esiste ad Hong Kong, ebbene sì) e i variopinti uccelli che vengono salvaguardati dall’estinzione in quello che è probabilmente il bioparco più inquinato del mondo.

Il piano proposto dal deputy leader per salvare la faccia con l’organizzazione locale riesce in parte a mitigare la smania di velocità ed efficienza del team, e la sfida fra la squadra ansiosa di arrivare in orario e l’indolente (e leggermente sarcastico) deputy si conclude con quaranta minuti di ritardo all’appuntamento; la guida assegnata all’Italia, d’altro canto, fa meglio, e totalizza un ritardo di un’intera giornata. Interrogato sulla qualità della guida cui veniamo affidati in via temporanea, ITA4 più tardi risponderà che “finora è maschio”, scatenando l’ilarità della squadra per la successiva mezz’ora.

Una volta risolto l’incidente diplomatico causato dal ritardo veniamo condotti alla Hong Kong University of Science and Technology, dove passiamo il resto della giornata a NON ricevere i gadget della manifestazione, ad interrogarci sul modo corretto di spendere soldi, e a farci ritrarre in pose bellicose, nonostante ITA1 applichi l’invarianza per rotazione in modo eccessivamente liberale (come testimoniato ad esempio da questo raro documento fotografico).

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Il “raro documento fotografico” (foto: IMO Official Facebook page)

Una cena thai scelta fra le due uniche possibili opzioni rimaste (gli Xiangangren evidentemente mangiano prima degli italiani) è poi seguita da un’acuta disquisizione sulla costruzione di \(\mathbb{N}\) e da una partita a Mascarade in cui ogni partecipante ha capito una versione diversa delle regole, il che certo non aiuta la rapidità del suo svolgimento.
Finita la partita ITA5 sintetizza brillantemente la giornata – “certo che siamo il gruppo più lento di tutti i tempi: in tutta oggi abbiamo tentato di vedere una cosa e abbiamo mangiato” – e il team si avvia a letto… ma riusciranno i nostri eroi a reperire le lenzuola? Forse l’asciugamano di colore improponibile è in realtà il lenzuolo? E perché domani dobbiamo andare a visitare il luogo di gara alle 8 di mattina, se poi la giornata è libera fino alle 16? Tutto questo, e come sempre molto altro di totalmente scorrelato, nella prossima imprescindibile puntata del Diario Olimpico®!

* o forse Hongkonghesi, o forse più correttamente “Xiangangren”

Diario Olimpico – Giorno 2

La mattinata incomincia con una dimostrazione per via empirica del fatto che preparare un frappé (peraltro solido) e prendere una fetta di dolce dalla relativa teca richieda in media circa dieci minuti; siccome sono presenti sette membri del team italiano, questa dimostrazione impegna quasi tutta una mattinata purtroppo non molto organizzata, le cui sorti non vengono risollevate nemmeno dalla visita al luogo di gara. Si scopre che la guida per la giornata è Allen (pronunciato Ilin), “tuttora maschio” ma anche tuttora temporaneo, benché diverso dal Guido di ieri.

Come annunciato nella scorsa puntata, la cerimonia di apertura è prevista per le quattro di pomeriggio: questo non basta a fermare Allen, che ci dà sfacciatamente appuntamento all’una alla fermata dell’autobus da prendere per raggiungere il Queen Elizabeth Stadium. Capite le subdole intenzioni del Guido, di comune accordo la squadra si presenta in un altro luogo e mezz’ora dopo l’orario convenuto, riducendo così il proprio tempo di attesa del bus da un’ora a venti minuti circa. Il premuroso deputy viene quindi separato dal resto del team e passa buona parte del viaggio a carpire informazioni dai deputy stranieri sull’allenamento delle rispettive squadre e ad ottenere dettagli riservati sulle IMO del 2020.

Al Queen Elizabeth Stadium l’ITATeam attua una strategia di attacco a tre punte: mentre la squadra tenta di sabotare l’allenamento inglese, il deputy riesce a stento ad impedire al suo omologo danese di infilarsi senza ritegno nel gruppo dei leader, ed a loro volta i Quattro Volte Grandi Leader vengono avvistati da lontano mentre curano un prezioso rapporto di amicizia con un non-poi-così-tanto-ignoto Coordinatore. Sorge poi il dubbio che anche la scenografia luminosa – Viola/Oro – sia stata abilmente sabotata per trasmetterci un messaggio clandestino su ITA6. Dopo essere stata nuovamente arrestata e aver posato per una foto segnaletica, la squadra viene rilasciata e fa rientro in albergo meditando sui preziosi consigli di vita di Geoff Smith* – “Draw good geometry diagrams!” – e riesce per il rotto della cuffia ad ottenere una cena, resa più piacevole dall’accompagnamento in rima baricentrale di ITA4.

"Foto segnaletica" della squadra italiana (foto: Davide Lombardo)

“Foto segnaletica” della squadra italiana (foto: IMO Official Facebook page)

Ma domani è una giornata importante, e giunge presto l’ora di coricarsi; mentre i contestant si addormentano come angioletti dopo il discorso di esortazione del loro Deputy, noi possiamo interrogarci insieme su vari angoscianti quesiti: resisterà ITA5 alla tentazione di ignorare i problemi di configurazione di cui si accorge? Cosa voleva dire Geoff quando ha sostenuto che un suo pensiero speciale (forse un messaggio di cordoglio?) va a coloro che affronteranno il problema 6? E soprattutto, perché questo messaggio sibillino quest’oggi – forse l’ordine dei problemi di domani sarà 1, 2 e 6? Domande che potrebbero non trovare mai una risposta… ma se una risposta ci sarà, sarà soltanto nella prossima, ineludibile puntata del Diario Olimpico®!

*  Geoff Smith è il chairman dell’IMO Advisory Board, in un certo senso il “capo” delle IMO.

Il diario olimpico continua con la seconda parte e si conclude con la terza parte.

Luigi Amedeo Bianchi

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