Nei giorni scorsi, il 9 agosto 2022, è morto a 103 anni il matematico e partigiano Mario Fiorentini. Lo ricordiano con questo bell’articolo che ha voluto dedicargli nel 2018 Antonio Salmeri.
[Articolo pubblicato originariamente l’11 novembre 2018]
Oggi, 7 novembre 2018, compie 100 anni Mario Fiorentini. Partigiano, fu l’ideatore dell’attentato di via Rasella e di altri attentati importanti a Roma durante l’occupazione. Attore, artista, poi matematico, si laureò a 40 anni e fece conoscere in Italia l’algebra omologica di Groethendieck, diventando professore ordinario di matematica a Ferrara a 55 anni. L’ANPI dedica a Fiorentini un evento che si terrà oggi a Roma e a cui lui interverrà (qui maggiori informazioni). A Fiorentini èanche dedicato un numero speciale della rivista Euclide, curato da Antonio Salmeri, da cui riportiamo una breve biografia di Fiorentini scritta dallo stesso Salmeri. Il numero completo, che è il 47S, si trova qui, con contributi di Vincenzo Ancona, Maria Teresa Borgato, Fabrizio De Sanctis, Michele Emmer, Franco Ghione, Serena Marini, Luigi Narducci, Pietro Nastasi, Luigi Pepe, Alessandro Portelli, Paulo Ribenboim, Edoardo Sernesi.
Mario Fiorentini è nato il 7 novembre 1918 a Roma in via della Purificazione da Pacifico, ebreo amante della poesia, della musica e della letteratura, ma ragioniere per tradizione in quanto doveva svolgere attività commerciale, e da Maria Moscatelli di religione cattolica, originaria di Cittaducale e di professione “servetta”. Dopo le elementari frequenta le scuole commerciali. La famiglia faceva parte dell’ambiente laico e democratico sviluppatosi a Roma all’indomani del 1870, stimolato dallo stesso Mazzini attraverso il giornale La Roma del Popolo. A quattro anni è stato spettatore, il 28 ottobre 1922, di un episodio che avrebbe influenzato notevolmente le sorti dell’Italia, vide passare in via Veneto un corteo di persone urlanti e minacciose: la Marcia su Roma.
CULTURA – Visse la propaganda razzista e antisemita che si concluderà con l’approvazione delle leggi razziali che colpirono il Fiorentini negli affetti più cari completando la sua formazione antifascista, già sviluppata con la guerra civile spagnola. “Mario Fiorentini è stato uno dei protagonisti del clima artistico, culturale ed intellettuale della Capitale a partire dagli anni Quaranta”, Rosario Bentivegna lo ha definito ironicamente ‘l’assessore alla Cultura a Roma occupata dai nazisti’. Gli fa eco il regista Carlo Lizzani, che ricorda come tra il 1940 ed il 1942 alle serate di cultura cinematografica che si svolgevano a Roma “incontravo sempre un giovane dai capelli lunghi, dall’aria romantica, pallido, che si occupava di poesia, che era Mario Fiorentini e allora non avrei mai sospettato che sarebbe diventato un guerriero, uno dei più coraggiosi gappisti romani”.
Ancora, “Mario Fiorentini è un insuperabile presentatore e affabulatore di racconti sulla matematica contemporanea, algebra commutativa e geometria algebrica”, dice intorno al 1975 il canadese Pierre Bouchard. Mario Fiorentini comincia ad interessarsi di arte e cultura, frequentando i circoli intellettuali di Roma, come Villa Strohl Fern.
Mario Fiorentini e Plinio De Martiis avevano formato una compagnia teatrale, che doveva far conoscere gli autori classici del teatro di prosa al popolo, evitando le rappresentazioni degli autori cosiddetti borghesi. Avevano pensato ai cinema di periferia, in modo da raggiungere un pubblico popolare fino ad allora escluso dal teatro. Iniziarono dal cinema Mazzini con una meravigliosa interpretazione di Gassmann de “l’Uomo dal fiore in bocca” di Pirandello, ma incontrarono subito delle difficoltà finanziarie perché né il proletariato, né il ceto medio andarono a vedere i loro spettacoli. Attori e registi si ridussero la paga e qualcuno addirittura vi rinunciò. Fecero una sola rappresentazione al Teatro delle Arti.
I registi della compagnia erano Luigi Squarzina, Adolfo Celi, Gerardo Guerrieri, Vito Pandolfi, Mario Landi. Gli attori erano Gassmann, Lea Padovani, Nora Ricci, Antonio Pierfederici, Vittorio Caprioli, Carlo Mazzarella, Alberto Bonucci, Gianni Santuccio, Ave Ninchi, Nino del Fabbro e tanti altri.
RESISTENZA – Mario Fiorentini diventa anti fascista nel settembre 1938, ovvero con la promulgazione delle leggi razziali, con le quali si sente personalmente colpito.
Dopo l’8 settembre 1943, giorno in cui viene firmato l’armistizio, inizia l’opposizione contro i tedeschi che si sentono, ancora una volta traditi dall’Italia. Per cui inizia l’occupazione delle città italiane da parte dei tedeschi. A Roma nascono i GAP Gruppi d’Azione Patriottica con lo scopo di non permettere alle truppe tedesche di impadronirsi della città di Roma. I giovanissimi componenti delle squadre gappiste sono di estrazione sociale elevata o medio-borghese, essi sono: lo studente di Medicina Rosario Bentivegna, lo studente di Lettere Carlo Salinari, Antonello Trombadori, Franco Calamandrei, Gioacchino Gesmundo o anche giovani attivi nel mondo del teatro come Mario Fiorentini. All’interno dei GAP romani fu decisiva la presenza delle donne: Carla Capponi, Maria Teresa Regard, Marisa Musu e Lucia Ottobrini. Al loro interno si formarono delle cellule d’azione con la composizione delle coppie dei GAP: Bentivegna-Capponi, Fiorentini-Ottobrini e Calamandrei-Regard. Gli attacchi militari e la guerriglia da parte dei vari GAP venne sollecitata e richiesta dagli anglo-americani anche come azione di logoramento nei con-fronti delle truppe tedesche soprattutto a seguito dello sbarco di Anzio-Nettu-no che rischiava il fallimento.
La storia di Mario Fiorentini partigiano iniziò in via Zucchelli a Roma vicino al Nazareno nei pressi della sua abitazione in via Capo le Case al n. 18 da dove portarono via i suoi genitori. Una delle prime operazioni fu l’attacco ai tedeschi all’uscita dal cinema Barberini, in via Veneto che era il quartiere generale dei tedeschi e a carcere Regina Coeli, dove erano rinchiusi Pertini e Saragat e il 9 e 10 settembre 1943 partecipa alla battaglia di porta San Paolo in difesa di Roma.
Ha preso parte attiva all’organizzazione, ma non all’attentato di Via Rasella in quanto fortemente contrario che si facesse in quella via, con conseguente rappresaglia conclusasi con l’Eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma dove furono trucidati 335 civili inermi, tra cui donne e bambini.
Dopo l’attentato di via Rasella fugge da Roma perchè per lui e Lucia Ottobrini la vita in città era diventata impossibile, in quanto i tedeschi erano sulle loro tracce. Nei pressi di Tivoli sotto falsi nomi i due partecipano a diverse azioni per conto dell’OSS (Office of Strategic Services) Servizio Segreto Statunitense al comando del colonnello Donovan. In seguito Fiorentini viene inviato a Brindisi, addestrato al lancio con il paracadute e paracadutato nel nord Italia, dove prende contatto con le divisioni partigiane e con due ufficiali dell’OSS Icardi e Daddario. La nuova missione per lui è arrivare a Mussolini e consegnarlo agli americani per essere processato.
Mario Fiorentini è stato decorato con tre Medaglie d’Argento al Valore Militare, tre croci di guerra al merito, la medaglia Donovan dell’OSS (USA) e della medaglia della Special Force (GB). Si sposa alla fine della guerra con la sua compagna di lotta Lucia Ottobrini, insignita anch’essa di una Medaglia d’Argento al Valore Militare. L’abito nuziale viene confezionato con la seta del paracadute utilizzato dal compagno Mario Fiorentini
Finita la guerra rinunciò alla carriera politica con proposte di diventare Deputato o Senatore per accettare un lavoro modesto ma fondamentale. Ha ricostruito componenti e identità dell’organizzazione dei partigiani del Lazio, perchè anche i nomi dei partigiani erano sconosciuti, si conoscevano soltanto i nomi di battaglia, l’esercito partigiano non esisteva. Entrò nella Commissione per le qualifiche partigiane e dovette ricostruire tutto. Un lavoro di ufficio di dieci anni, difficile perchè si trattava di persone perlopiù sconosciute, che spesso avevano cambiato nome. Fu un lavoro immane per il quale ebbe qualche piccolo aiuto da Rosario Bentivegna, Adriano Ossicini e Piero Boni.
MATEMATICA – Nel 1945, terminato l’impegno civile nella Resistenza, si mette a studiare per fare – da privatista – l’esame di maturità scientifica che consegue nel 1946 ed in questo periodo si innamora della matematica e si iscrive alla facoltà di matematica. L’inizio è assai deludente in quanto viene bocciato ai primi esami di Geometria e di Fisica. Fiorentini mi ha raccontato come si svolse l’esame di Geometria. Gli esaminatori erano: Enrico Bompiani, Lucio Lombardo Radice e un assistente di Bompiani. Lucio Lombardo Radice, notoriamente grande amico di Mario Fiorentini, esordì con queste parole: “Noi siamo comunisti e dobbiamo essere lo specchio dell’imparzialità”, ciò detto si allontana. Prende la parola Enrico Bompiani, certamente di idee non proprio comuniste, che invita esplicitamente il suo assistente a chiedere l’argomento al quale nessuno ha mai saputo rispondere a causa della estrema difficoltà. Fiorentini ascolta la domanda, pensa qualche minuto, si alza e torna a casa avvilito. Molti anni dopo, Fiorentini già ordinario a Ferrara in Geometria superiore, in un Congresso nel quale venivano esaltate le prestigiose ricerche da lui fatte, sentì una mano poggiarsi amichevolmente sulla sua spalla, si voltò, vide Bompiani, tolse la mano dalla sua spalla e lo insultò violentemente in presenza di tutti i congressisti.
Gli anni dell’università non li vuole ricordare in quanto sono stati i peggiori della sua vita con tante umiliazioni. Non frequentò mai le lezioni, ma studiava con passione e contemporaneamente si dedicava alla ricerca ottenendo risultati importanti. Appena laureato incominciò a insegnare all’Istituto tecnico industriale Guglielmo Marconi. Proprio per l’importanza dei suoi lavori nel campo dell’Algebra commutativa e della Geometria Algebrica riuscì a vincere il concorso per Ordinario di Geometria Algebrica presso l’Università di Ferrara. Mentre in campo accademico le ricerche si orientavano verso la geometria algebrica tanto da portare l’Italia ai primissimi posti nel mondo con i risultati conseguiti a Roma da Federigo Enriques, Guido Castelnuovo, Francesco Severi e Beniamino Segre, l’algebra restava fortemente penalizzata tanto che valenti giovani matematici non venivano presi nella giusta considerazione. Mario Fiorentini, intuendone le alte capacità li chiamò tutti a Ferrara. Per il matematico rumeno Mihai Cipu, Fiorentini fu colui che ‘ha contribuito a fare dell’Università di Ferrara più di ogni altro La Mecca dell’algebra commutativa nel mondo’.
Tornato a Roma si dedica ai giovani, comunicando nelle scuole i valori della Resistenza e trasmettendo l’amore per la matematica. Organizza numerosi incontri nelle scuole di Roma, soprattutto in quelle i cui insegnanti hanno combattuto nella Resistenza. Ricordiamo gli incontri fatti al Liceo Cavour di Roma, dove aveva insegnato il prof. Gioacchino Gesmundo, fucilato alle Fosse Ardeatine e Medaglia d’Oro al Valore Militare. [Su Euclide trovate l’elenco delle opere matematica complete di Fiorentini].
Antonio Salmeri
Mario Fiorentini é un eroe universale, al di là del tempo, una di quelle persone che fa della matematica la scienza delle scienze
Ringrazio Roberto Natalini per aver pubblicato su MaddMath! la biografia dell’amico Mario Fiiorentini da me ricostruita sulla scorta di lunghe interviste e da numerosi documenti portatimi in visione. E’ stato un lavoro di mesi che lui meritava.
I più bei valori umani espressi in una persona