Questa volta il test di Proust riguarda il nostro co-coordinatore Roberto Natalini e proviene direttamente dalla Lettre électronique MADD Maths. Qui è riproposto (e tradotto) per gentile concessione dei cugini francesi.
Roberto è dirigente di ricerca del CNR, presso l’Istituto per le Applicazioni del Calcolo « M Picone » di Roma. I suoi interessi di ricerca riguardano principalmente l’analisi matematica e numerica delle equazioni alle derivate parziali (in particolare paraboliche e iperboliche) e le loro applicazioni in diversi contesti, come la biologia, la conservazione dei monumenti, il traffico automobilistico e la dinamica dei gas. È membro del Consiglio Direttivo della SIMAI e, dal luglio del 2012, è il responsabile scientifico dello Sportello Matematico per l’Industria Italiana.
1. La mia virtù preferita in matematica.
Il coraggio (o forse l’immaginazione, non riesco a scegliere bene).
2. Il tratto principale del mio essere matematico
L’incoscienza
3. La qualità che preferisco nella matematica
La capacità di connettere idee lontane
4. Quel che apprezzo di più nei miei colleghi matematici
La chiarezza
5. Il mio principale difetto come matematico
Essere disordinato
6. La mia lettura matematica preferita
I libri di pensieri di Giancarlo Rota (ma mi è piaciuto anche « Cos’è davvero la matematica » di Reuben Hersh)
7. Il mio sogno come matematico/ il mio incubo come matematico
Avere un’idea semplice, ma profonda / La stessa idea la mattina dopo
8. Qual è la principale debolezza della matematica
L’arroganza
9. Il matematico che vorrei essere
Eulero (ma mi basterebbe largamente essere Vito Volterra)
10. Il paese dove vorrei vivere
Potrà sembrare strano, ma mi piace vivere in Italia. O al limite nel sud della Francia (ma niente paesi freddi, per favore).
11. L’esercizio matematico che preferisco
Il calcolo di soluzioni esatte di equazioni alle derivate parziali (quando ce ne sono)
12. Il teorema che amo
Il teorema di Lax dell’esistenza di soluzioni del problema di Riemann per i sistemi di leggi di conservazione iperboliche
13. L’applicazione della matematica che preferisco
Per una conferenza divulgativa: l’algoritmo di PageRank di Google. Per me: la biologia cellulare (sto lavorando a vari modelli parziali della cellula eucariota)
14. I matematici che mi hanno indirizzato
Maria Giovanna Garroni e Bernard Hanouzet
15. I matematici che mi hanno dissuaso
Non so/non voglio rispondere (e sono tra coloro che hanno concepito questo @§#*!@ di test)
16. Il nome della variabile che preferisco
Eta (ci sarebbero almeno tre giochi di parole da fare su questo nome, ma il primo funziona solo in italiano, il secondo non lo capisce quasi nessuno, il terzo è stupido)
17. Il tipo di calcolo che preferisco
Facile
18. Il tipo di calcolo che utilizzo di più
Stime dell’energia
19. Il tipo di calcolo che mi annoia maggiormente
Calcolo delle condizioni al bordo numeriche per i problemi parabolici con la condizione di Neumann. Mi dimentico sempre il segno dei coefficienti e mi tocca rifarlo
20. I nomi matematici che preferisco (teorema, corollario, lemma…)
Definizione
21. L’impresa scientifica che ammiro di più
L’invenzione del computer
22. Il dono di natura che vorrei avere
Più immaginazione
23. Da matematico, come vorrei essere ricordato
Come un tizio entusiasta con cui era interessante parlare
24. Stato attuale dei miei studi
Progredisco lentamente
25. Gli errori che mi ispirano maggiore indulgenza
Gli errori di segno
26. Il mio motto
Te occidere possunt sed te edere non possunt nefas est
Luoghi comuni, curiosità et alia
Perché la ricerca matematica è maschile?
Soggettivamente avrei quasi tendenza a pensare il contrario. Tra i miei collaboratori e studenti ci sono più donne che uomini (l’80% dei miei dottorandi presenti e passati sono donne, fonte). In questo senso, per me la matematica è un’attività prevalentemente femminile! Ma so che non è il caso generale. La matematica ha bisogno di molto tempo e di una buona dose di incoscienza. Per vari motivi culturali, le donne non hanno la stessa libertà degli uomini di gestire il loro tempo (e per le stesse ragioni, spesso sono meno scriteriate). Insomma, penso che sia un argomento complesso e delicato che mi sembra difficile trattare in poco spazio (e poi da uomo non mi sento molto titolato a rispondere).
La matematica applicata cresce alla stessa velocità dei software matematici?
Anche di più, direi
Quanto conta lo studio nella risoluzione di grosse questioni matematiche?
Molto, quasi il 90%, anche quando uno è molto bravo.
Quanto conta il formalismo?
È essenziale
Matematica e grammatica sono legate?
La matematica è piuttosto legata al linguaggio. La grammatica è uno strumento secondario.
Lei parla “matematica” correttamente?
Mica tanto. Continuo a confondere il numeratore e il denominatore.
Quanto bisogna essere portati per riuscire in matematica? Per fare cosa bisogna avere meno di trenta anni?
Diciamo che essere portati aiuta, ma non basta. Bisogna avere meno di trent’anni per cominciare una teoria rivoluzionaria, ma non certo per finirla.
Lei è portato? E da quando?
Non troppo, credo.
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