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Se siete appassionati di film, saprete che la chiave per una buona fotografia è l’illuminazione. Questo è vero anche per i film di animazione computerizzata, come per le loro controparti live-action. Oggi, gli esperti della luce digitale del settore usano metodi di calcolo speciali, che richiedono un’enorme potenza di calcolo, per produrre effetti di luce realistici. Negli ultimi anni, ci sono stati due principali metodi computazionali per modellizzare la luce in una scena, la mappatura dei fotoni e il metodo Monte Carlo. Ogni metodo ha il proprio rispettivo insieme di vantaggi e svantaggi. Ma, purtroppo, i due metodi sono matematicamente incompatibili, o almeno erano fino ad ora.

Un team di scienziati che lavorano in Germania e nella Repubblica Ceca ha sviluppato un algoritmo per combinare i due metodi: riformulando la mappatura fotone come un processo di Monte Carlo, hanno permesso al primo metodo di essere integrato nel secondo. Per ogni pixel dell’immagine, il nuovo algoritmo, noto come VCM, decide automaticamente quale dei due metodi è più adatto per calcolare l’illuminazione in quel punto.
“Sappiamo di quattro diverse aziende che hanno parzialmente utilizzato l’algoritmo VCM nei loro prodotti commerciali solo pochi mesi dopo la pubblicazione scientifica”, commenta Philipp Slusallek, docente di computer grafica a Saarland University, direttore scientifico presso il Centro tedesco per l’Intelligenza Artificiale (DFKI) e direttore della ricerca presso Intel di Visual Computing Institute della Saarland University, in Germania. “L’esempio più recente è la nuova versione del software RenderMan sviluppato dalla società Pixar. Per decenni questo è stato lo strumento più importante per l’industria cinematografica”, spiega. Pixar, una filiale della Walt Disney Company, è responsabile di alcuni dei più popolari film d’animazione degli ultimi anni, come ad esempio ‘Up’, ‘Cars’, ‘Alla ricerca di Nemo’, ‘WALL-E’, e ‘Gli Incredibili’.

 

(A cura di Alice Sepe)

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