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Nei giorni scorsi, sul sito https://www.oecd.org/pisa/, sono stati resi noti i risultati dell’indagine OCSE-PISA 2015. PISA è l’acronimo di Programme for International Student Assessment, ed è un’indagine internazionale triennale volta a valutare le competenze dei quindicenni (in molti Paesi l’età del compimento dell’obbligo scolastico) in scienze, matematica e lettura. L’indagine ha assunto una rilevanza planetaria sia dal punto di vista quantitativo (all’edizione 2015 hanno partecipato ben 72 paesi) che qualitativo: molto spesso infatti i risultati e le comparazioni tra Paesi sono motivo di dibattito sulla qualità dell’educazione, e talvolta influenzano le scelte di politica educativa.

Per quanto riguarda la matematica, dai risultati quantitativi degli studenti italiani nell’edizione 2015 emerge che:
– i risultati medi dei nostri studenti in matematica sono leggermente inferiori alla media dei Paesi OCSE;
– i risultati medi in matematica sono comunque sensibilmente migliorati rispetto ai risultati delle rilevazioni precedenti (per esempio di quella 2012);
– continua ad esserci una differenza significativoa di risultati tra studenti di regioni diverse e di genere (coi maschi che hanno risultati migliori delle femmine).

Abbiamo volutamente fatto riferimento a risultati quantitativi, ed in un certo senso grezzi. L’interpretazione significativa di questi dati richiederebbe infatti non solo un cenno al quadro complessivo e gli obiettivi dell’indagine PISA e alla tipologia di quesiti usati (tra l’altro i quesiti sono per lo più non divulgati pubblicamente perché usati in varie edizioni. Si possono trovare alcuni quesiti pubblici di matematica, usati nell’edizione 2012, a questo link), ma anche ricerche specifiche che permettano una corretta interpretazione qualitativa delle difficoltà e dei processi attivati dai nostri studenti.

Il commento dei dati grezzi, a nostro avviso, può solo soffermarsi per ora sulle comparazioni “interne”, e dunque sul problema enorme di pari opportunità sociali ed educative (di genere e provenienza geografica) che il nostro Paese mostra in tutte le rilevazioni nazionali ed internazionali. Riteniamo auspicabile che si apra un dibattito sereno su questi temi.

A cura di Pietro Di Martino

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