SPECIALE – MADDMATHS! A EXPLORA PER LA NOTTE DEI RICERCATORI. Circa 600 persone hanno raccolto l’invito per questa notte matematica dei ricercatori. Ho visto gruppi di una ventina di bambini starsene tranquillamente seduti ad ascoltare un adulto che parlava loro di gocce sferiche e gocce piatte in base alla ruvidezza superficiale, e ho visto adulti chiedere con disinvoltura a un matematico dove comprare lo spray antimacchia, senza timore di beccarsi un ‘impreparato’ sul registro.
Explora è il mondo dei bambini curiosi, che vogliono scoprire come sono fatte le cose, smontandole, guardandoci dentro e poi rimontandole a modo loro. Explora è il Museo dei Bambini di Roma (http://www.mdbr.it/), un ente privato a conduzione orgogliosamente femminile, che dal 2001 svolge la sua attività a pochi metri da Piazzale Flaminio e che il 25 settembre scorso ha ospitato una serata speciale – la Notte dei ricercatori – in cui l’ospite d’onore è stata la Matematica, raccontata e giocata in compagnia dei matematici dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo del CNR, con la collaborazione del gruppo MADDMATHS!-SIMAI, lo IASI-CNR e il Dipartimento di Matematica di Roma “Tor Vergata”.
Percorrendo la gradinata che conduce a quella che una volta era una rimessa ATAC, colpisce l’impatto luminoso della grande “casa” di Explora, la sua forma ‘domestica’, con il grande tetto spiovente e le pareti trasparenti che lasciano passare la luce che invade il giardino circostante. Una trasparenza che mette in risalto lo scheletro architettonico e che è quasi un annuncio di quello che ci attende all’interno: uno spazio in cui i luoghi e le forme della vita quotidiana, e per questa sera anche la scienza, sono rappresentati per non avere più segreti, in cui tutto si può comprendere, vedere e toccare senza ostacoli, per quello che è. Quando la prima ondata di pubblico si riversa nel museo, i bambini sono i più rapidi ad orientarsi, facendo rapidamente perdere le loro tracce ai genitori.
Staziono un bel po’ vicino al gioco delle macchine alimentate a energia solare, che confesso mi piace moltissimo. Ci sono anche le installazioni che ti permettono di vedere con gli occhi di un gatto o di un insetto, la ruota dei criceti in formato gigante (la ruota è gigante, non i criceti), oppure la capanna della maternità. Ma questa sera c’è anche qualche cosa di diverso. Stasera è di scena la Matematica.
Roberto Natalini, il nostro coordinatore, dà il “la” alla serata quando, dal bordo della piscina al centro del padiglione, monta sul finto carro dei pompieri e, esibendo un atteggiamento da consumato tribuno, chiede ai bambini se hanno paura della matematica. Ad ascoltarlo, forse con un po’ di scetticismo (non tutti sono abituati a vedere un vero matematico salire su una finta autopompa) ci sono centinaia di persone, conferma materiale delle molte prenotazioni registrate nei giorni precedenti. Comunque sono bambini coraggiosi e non hanno paura di nulla, figurarsi della matematica, per cui si può procedere senza problemi.
Stasera, a Explora, i bambini possono incontrare qualcosa che nemmeno i grandi sapranno spiegare molto bene. È il caso del mistero del tessuto che non si bagna, protagonista del laboratorio della Matematica della goccia. I bambini sono invitati a seguire la storia animata di Belba la goccia, piccola fiaba sull’idrorepellenza e la nanotecnologia, basata sulle ricerche del matematico Antonio DeSimone, a cui segue una fase sperimentale di ‘laboratorio’ che li coinvolge direttamente.
All’inizio ero ai margini della stanza ovale che Explora ci ha messo a disposizione (e che confinava con la finta banca e il finto studio televisivo). Tranquillo, taccuino alla mano, speravo già di non dover fare altro che prendere appunti sulla serata, quando ad un tratto l’esperimento mi trascinava (a tradimento) dentro di sé. Eccomi dunque al tavolo per gestire l’esperimento interattivo, ossia quella fase del laboratorio in cui i bambini verificano con i propri occhi – e i propri contagocce – che piccole stille di un caffellatte di incerta natura subiscono effettivamente sorti diverse su diversi materiali. A dispetto dei miei timori iniziali, i bambini si dimostrano piuttosto ordinati e coscienziosi, evitando di fare l’esperimento, sadicamente, sui vestiti dello sperimentatore. Un sospetto legittimo, d’altronde, e reale ragione per cui all’inizio ogni componente del folto gruppo di Maddmaths! ha indossato la divisa ufficiale del sito, una magnifica t-shirt idrorepellente, ignifuga e antiproiettile.
Lo stupore infantile cresce quando viene mostrato un brandello di un misterioso tessuto blu (che viene presentato come normalissimo cotone) che però ha la miracolosa proprietà di far rotolare su di sé le gocce, senza macchiarsi. I genitori accompagnatori sono perplessi e cominciano a fioccare ipotesi: il tessuto è speciale, è speciale il caffellatte, è un’illusione ottica, sarà a causa del colore blu (sic!), i matematici sono tutti dei bari. Quando il momento è maturo e l’uditorio freme, l’arcano è svelato da una presentazione powerpoint che racconta l’appassionante mistero delle nanoparticelle d’argento spruzzate sul tessuto e che rendono possibile il miracolo.
Intanto faccio due conti. Circa 600 persone hanno raccolto l’invito per questa notte matematica dei ricercatori, ho visto gruppi di una ventina di bambini starsene tranquillamente seduti ad ascoltare un adulto che parlava loro di gocce sferiche e gocce piatte in base alla ruvidezza superficiale, e ho visto adulti chiedere con disinvoltura a un matematico dove comprare lo spray antimacchia, senza timore di beccarsi un ‘impreparato’ sul registro. Continuo a girellare per il grande padiglione e mi meraviglio che la matematica (la MATEMATICA!) susciti veramente tutto questo entusiasmo. Vedo affollate gare di barche costruite dagli stessi bambini, futuri consulenti della Coppa America, sotto l’efficace direzione della nostra Alice Sepe. Spericolati lanci di razzi alla ricerca di traiettorie ottimali: la balistica spiegata ai piccoli da Cristiana Di Russo, che non si stanca di azionare la pompa casalinga fatta con bottiglie di Coca Cola. Giochi matematici con la carta (dal nastro di Moebius al Tangram).
E poi ancora, il famoso problema di Monty Hall, quello della capra e della macchina, che si svolge nello studio televisivo. Assisto in diretta alla formazione di dune di sabbia, occasione per i più piccini per fare un supplemento di vacanze al mare. Mi pongo, inutilmente, il difficilissimo problema del trasloco (un problema aperto! Ehi, ma la matematica non è poi così immutabile allora…): trovare il divano più grande che possa passare per l’angolo di un corridoio. Mi affanno nel supermercato a riempire il mio cestino per ottenere il paniere di maggior valore, in questo surclassato da una bambina di 4 anni (sic!), scoprendo così la difficoltà dei problemi NP-completi. E attraversando questa piacevole baraonda, mi chiedo cosa c’entri tutto questo con la matematica noiosa che studiavo a scuola. Con le somme e le divisioni, le tabelline, le proporzioni e le formule di prostaferesi. Con quell’idea polverosa di scienza che sembra avere come solo scopo quello di farla odiare ai più.
Finisce la serata. Patrizia Tomasich, presidente di Explora, è entusiata e ci dice che è andata meglio di qualsiasi aspettativa: hanno dovuto chiudere le prenotazioni e dire alle persone di non venire, perché si era al limite della capienza. Dice che la scienza deve essere il futuro di Explora. E soprattutto che siamo impegnati fin da subito per l’anno prossimo.
Insomma, la matematica prende piede…
Ringraziamenti
Allo staff di Explora che ha saputo gestire senza paura e con competenza l’urto della folla entusiasta e saputo entusiasmarsi con noi per questi esperimenti un po’ fuori dal comune.
A Rossella Palomba e all’ufficio stampa del CNR, che hanno coordinato tutta l’operazione della Notte dei Ricercatori.
Il gruppo dei “ricercatori notturni”: Cristiana Di Russo, Alice Sepe, Astridh Boccabella, Luca Montanari, Fabrizio Clarelli, Roberto Natalini (+Giovanni e Stefano Natalini), Stefano Pisani, Giuseppe Floridia, Stefano Finzi Vita, Francesca Tovena (+Daniele, Raffaele e Maria Cristina Cannarsa), Irene Guaraldo, Paolo Ottaviani, Giovanni Felici, Maria Francesca Carfora (+Stefano e Andrea De Rosa), Rosario De Rosa.