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Silvia Ronchey (www.silviaronchey.it) è professore  di Filologia Classica e Civiltà Bizantina all’Università degli Studi di Siena. Da vent’anni collabora regolarmente a La Stampa e a Tuttolibri, supplemento culturale del quotidiano torinese, oltre che episodicamente a varie altre testate.

 

1. Il tratto principale del mio essere scrittore:
l’ossessività

2. La qualità che desidero in uno scrittore:
la capacità di nascondere l’ossessività

3. La qualità che preferisco nella scrittura:
dev’essere liscia come una parete

4. Quel che apprezzo di più nei miei colleghi scrittori:
la gioia nello scrivere

5. Il mio principale difetto come scrittore:
la lentezza e la larghezza

6. La mia lettura preferita:
i classici greci

7. Il mio sogno come scrittore:
mettere in scacco il tempo

8. Qual è la principale debolezza della scrittura:
il fatto che, come lamentava Pound, one needs one’s brain all the time

9. Lo scrittore che vorrei essere:
Lisia

10. Il paese dove vorrei vivere:
là où tout n’est qu’ordre, beauté, luxe, calme et volupté

11. L’esercizio di scrittura che preferisco:
la traduzione

12. La figura retorica che amo:
l’ellissi

13. L’applicazione della scrittura che preferisco:
la saggistica narrativa

14. Gli scrittori che mi hanno indirizzato:
Guido Piovene, Leonardo Sciascia, Elémire Zolla, Guido Ceronetti

15. Gli scrittori che mi hanno dissuaso:
tutti gli altri scrittori italiani che ho incontrato

16. L’elemento stilistico che preferisco:
la clausola ritmica

17. La forma di scrittura che preferisco:
la prosa

18. La forma sintattica che utilizzo di più:
la paratassi

19. Il genere letterario che mi annoia maggiormente:
l’encomio (anche dissimulato)

20. I nomi che preferisco:
oxymoron, adynaton, anafora, epifora, concinnitas, understatement, ironia

21. Quel che detesto più di tutto:
il conformismo, la piaggeria

22. Gli scrittori che disprezzo di più:
i vincitori del premio Strega, ad eccezione di Flaiano, Pavese, Buzzati, Tomasi di Lampedusa, Arpino, Ortese, Piovene, Landolfi, Levi, Citati, Barbero; e i premi Nobel italiani per la letteratura, ad eccezione di Pirandello e Montale.

23. L’impresa letteraria che ammiro di più:
la Recherche, anche se mi annoia

24. La riforma culturale che apprezzo di più:
nessuna dopo il metacharakterismòs bizantino del IX secolo

25. Il dono di natura che vorrei avere:
dormire meno

26. Da scrittore, come vorrei essere ricordato:
come una palabra en un indice

27. Stato attuale dei miei studi:
bottiglia troppo piena (l’acqua non esce)

28. Gli errori che mi ispirano maggiore indulgenza:
quelli degli innamorati

29. Il mio motto:
mega biblìon mega kakòn

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