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A molti matematici piace leggere romanzi e racconti, ma a volte ci si dimentica che ci sono opere letterarie in cui la matematica e i matematici occupano un posto importante, molte più di quanto voi possiate immaginare. In questa rubrica “Ho letto un teorema…”, Barbara Fantechi ci presenta quelle che le sono piaciute di più. In questa puntata ci parla del racconto “Divisione per zero” tratto dal libro “Storie della tua vita” di Ted Chiang.

Avete tutti visto Arrival, vero? Altrimenti, correte a recuperare il dvd o a cercarlo sul vostro canale preferito, perché è un grande film, tratto magistralmente da un racconto lungo, “Storia della tua vita“, contenuto nella raccoltaStorie della tua vita di Ted Chiang. Chi ha visto il film ricorderà che i protagonisti sono una linguista e un fisico, ma non è di loro che voglio parlarvi oggi, ma di Renee, la protagonista di un altro racconto: “Divisione per zero“.

Attenzione: se non vi piacciono gli spoilers, smettete di leggere subito e andate a comprare il libro, che è molto bello, o almeno leggete gratis su Amazon la prima storia, “Torre di Babilonia” – anche questa ha un forte contenuto matematico, ma visto che in questo caso il punto chiave è la sorpresa finale ve la lascio scoprire da soli.
Divisione per zero” è narrata principalmente, ma non solo, dal punto di vista di Carl, il marito di Renee, una matematica brillante che accidentalmente dimostra l’inconsistenza dei fondamenti della matematica, e ha grosse difficoltà psicologiche sia ad accettarne le conseguenze, cioè che tutto e il suo contrario può essere dimostrato – un colpo devastante per qualunque matematico – sia a pensare ad altro.
L’esperienza la porta a tentare il suicidio, ma soprattutto a perdere il contatto emotivo con il marito, incapace di comprendere i sentimenti di lei e di condividere la vita con una persona così diversa da quella che ha sposato. La breve storia si chiude senza una risoluzione esplicita, mettendo accanto la sofferenza di lei con quella di lui, che ha scoperto un lato di sé che non conosceva – la sua incapacità di continuare ad amare sua moglie proprio quando lei ha più bisogno di lui.
È una storia bella e difficile da leggere, pensata per seminare dubbi nel cuore di chi ha promesso a un’altra persona di amarla e onorarla per tutta la vita. Nonostante la sua brevità,  Chiang trova il modo di rendere entrambi i personaggi come figure a tutto tondo, includendo citazioni di matematici famosi, spunti di storia della logica matematica ed in particolare del problema dei fondamenti (in cui Chiang dimostra di saperne circa quanto me, che non è molto ma non è neppure pochissimo). Infine, sempre in poche rapide pennellate, viene tratteggiato un vivido spaccato di vita quotidiana di chi fa ricerca, incluso il bussare alla porta dei colleghi e il mandare un lavoro di cui non si è sicuri ad esperti, che sono anche amici, per farselo controllare.
La divisione per zero menzionata nel titolo è alla base della metafora usata da Chiang per rendere più chiaro ai suoi lettori il problema che Renee si trova ad affrontare, e rendere credibile il suo smarrimento. “[Renee] aveva sempre creduto che la matematica non traesse il suo significato dall’universo, ma al contrario che fornisse all’universo il proprio significato. Ma ora non più”; sarei curiosa di sapere quanti fra i praticanti e gli appassionati di matematica sarebbero d’accordo con Renee che in questo caso “la matematica era empirica, nient’altro, e aveva smesso di interessarle”. Per me sarebbe decisamente così.
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Barbara Fantechi

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