Silvio Micali, matematico nato a Palermo nel 1954, laureato all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e professore del MIT dove insegna informatica presso il Dipartimento di Ingegneria elettrica, è stato insignito con Shafi Goldwasser del Turing Award, un premio che rappresenta il Nobel dell’Informatica, per il suo lavoro in campo crittografico. I due scienziati sono stati premiati per il lavoro nel settore della crittografia e la teoria della complessità, sviluppando nuovi meccanismi per codificare e mettere in sicurezza le informazioni. Si tratta di temi da sempre molto sensibili per i protocolli di comunicazione, le transazioni su Internet e il cloud computing.
Silvio Micali ha tenuto una lectio magistralis presso il Rettorato dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” il 10 maggio 2013. Di seguito, la trascrizione di un brano dal suo intervento. In un’altra pagina un contributo di Andrea Clementi che ci illustra alcuni aspetti dei risultati ottenuti da Micali.
–
Dubbi e fortuna sulla strada della scienza
di Silvio Micali
Ci sono stati momenti nella mia vita in cui io passavo il cinquanta per cento del mio tempo a cercare di capire quello che dovevo fare, non a farlo. A cercare di capire la direzione, quella è la cosa più importante. Non lamentatevi quindi dei vostri dubbi. I vostri dubbi sono i vostri migliori alleati. Però la fiducia, quando v’è passato il dubbio, è pure importante.
L’altro ingrediente è la fortuna, perché senza fortuna non s’è fatto mai niente di importante. Mio padre mi portò tanti anni fa a vedere il Tempio della Fortuna Primigenia a Palestrina. È una cosa incredibile, è un tempio monumentale, anzi è un montagna fatta tempio. Arrivi in cima, dove c’è un mosaico meraviglioso e dall’alto si vede tutto il Tirreno. I nostri antenati, i romani, erano in grado di fare sacrifici sovraumani, erano degli uomini estremamente determinati che avevano conquistato quasi tutto il mondo allora conosciuto, e meritavano tutto questo: eppure, alla fin fine, sapevano di dover ringraziare la Fortuna. E la fortuna ha molte forme. Una è il tempismo: essere nati al momento giusto, in una società giusta in cui non ci siano guerre civili, genocidi e altre cose. Noi siamo fortunati. Un altro elemento importante della fortuna è l’ignoranza: più cose sapete e più è difficile trovare l’ago nel pagliaio, perché avete un pagliaio troppo grande. Se invece avete poche pagliuzze e siete fortunati che una di quelle pagliuzze è l’ago, l’ago si trova. Un’altra cosa è la miopia: se voi vedeste il nemico da attaccare, e lo vedeste bene (gesto con occhiali), voi scappereste dall’altro lato, invece che attaccarlo. Non avere il senso delle vere dimensioni di quel che stiamo affrontando è estremamente importante. Ma come si accetta la fortuna? Fortunatamente, la fortuna torna sempre a trovarci, a bussare alla nostra porta. Guardate il mio caso: Toc Toc, Matematica. Macchè! Toc Toc, Matematica. Macchè! L’importante è che almeno una volta le apriamo la porta.
Altro elemento fondamentale, la testardaggine. Molto importante. Nel mio vaso particolare, queste prove a conoscenza zero, che inizialmente avevo chiamato “Prove con un Oracolo Privo di Fiducia” sono state rigettate. Allora abbiamo cambiato il titolo dell’articolo: “Computazioni Minimali Interattive”. Questo ci sembrava molto meglio. Rigettato! Nuovo tenattivo: “Il Contenuto Informativo di Prove Interattive.” Questo avrebbe certamete fatto un’ottima impressione. Rigettato! Allora abbiamo cooptato un’altro autore che si e’ offerto di insegnarci come si scrive. Traduco a braccio la nuova introduzione: “La comunicazione è uno strumento per trasferire e scambiare conoscenza. In un quadro tradizionale, lo scopo è trasferire quanta piu conoscenza possibile, quanto piu’ efficientemente possibile. Quando i partecipanti sono buoni amici, nessuno si preoccupa se piu’ conoscenza del necessario viene trasferita. La situazione è molto diversa in protocollo crittografico…” Bella prosa vero? Rigettato! Finalmente La Complessita’ di Conoscenza dei Sistemi Interattivi è stato accettato nel 1985. Non arrendersi mai, ragazzi, mai. Testardaggine.
Poi: le limitazioni. Cosa posso fare io limitato come sono? Le limitazioni sono la nostra forza. Perché quando uno è limitato deve per forza affrontare il problema in una maniera diversa da quella in cui l’hanno affrontato gli altri, che limitati non sono. Anzi, è un trucco autolimitarsi per riuscire a renderci più forti. L’esempio migliore, anche se un po’ cruento, è quello di Cortez, quello che è andato in Messico a conquistare un impero con quattro gatti. Cosa ha fatto Cortez appena è arrivato in Messico? Ha affondato le proprie navi rendendo impossibile il ritorno. E quindi rendendosi invincibile e riuscendo nella conquista. Ma anche Dante che aveva qualcosa non certo semplice da scrivere: la crisi di un uomo di mezza età che alla fine decide di spogliarsi di tutte le passioni terrene purificandosi, purificandosi, purificandosi fino a diventare degno dell’incontro mistico con Dio. Avrà pensato: e in che lingua lo scrivo questo? In latino? No. Cosa ha fatto Dante? L’ha scritto in un dialetto. Perché? Per limitarsi è ovvio. Perché siccome il dialetto non lo conosceva nessuno il lettore le parole le indovinava, capiva per osmosi quello che volevano dire. Non abbiate paura delle limitazioni.
E poi l‘ispirazione. E l’ispirazione dove la prendo? Beh, ogni lavoro creativo, sia artistico che scientifico, non è altro che un nostro tentativo di risolvere un nodo emotivo interno che ci portiamo appresso da quando siamo bambini. L’ispirazione deriva da questo nodo originale. E lavorando su questo nodo noi avremo infinita pazienza perché noi vogliamo risolverlo, quel problema che ci assilla. Tolstoij diceva: “Se vuoi essere universale devi parlare del tuo villaggio”. Io vi dico che se riuscite a parlare della parte superiore del vostro ventricolo sinistro è sufficiente. Se riuscite a parlarne, riuscirete lo stesso a essere universali. Quindi, trovate qual’è questo vostro nodo. Certo il percorso non è facile. Ma io ho trovato alleati, degli angeli custodi, nel mio percorso e sono sicuro che voi troverete i vostri. So che non è facile. Il cammino è così lungo e le nostre gambe così corte. Ma diciamoci la verità: noi ce l’abbiamo qualcosa di meglio da fare nella vita che cercare di capire chi siamo e cosa vogliamo da questo mondo? Io non credo. E allora facciamo i bagagli e mettiamoci in viaggio. Passo dopo passo, con fiducia. Che l’andare vi sia lieve, e mi raccomando: BUONA FORTUNA!