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In questo nuovo episodio di Radice di Pop affrontiamo un tema tanto quotidiano quanto delicato: le emorroidi. Può sembrare una barzelletta, ma non lo è! Alcuni ricercatori si sono infatti chiesti: usare lo smartphone in bagno aumenta davvero il rischio di sviluppare problemi come le emorroidi? Dopotutto, cosa c’è di più pop del guardare una serie, leggere un fumetto o giocare sul telefono… proprio mentre si è in bagno?

Obiettivo dello Studio

L’obiettivo di questo studio è semplice: le emorroidi sono la terza diagnosi gastrointestinale più comune negli ambulatori. Negli USA si stimano circa 800 milioni di euro spesi per la prevenzione e/o cura della suddetta. Tradizionalmente, la colpa è attribuita a uno stile di vita sedentario, a diete ricche di grassi e a fattori genetici. Ma il mondo cambia, e con esso la tecnologia. Quello che una volta era un semplice giornale da leggere è oggi diventato un cellulare, capace di connetterci con il mondo, intrattenerci, informarci… e a trattenerci per ore magari costringendoci al binge-watching.

Tabella riassuntivo delle cause più famose di emorroidi

Questo ci porta a chiederci: l’uso del telefono può essere considerato un nuovo fattore di rischio per le emorroidi? In altre parole, se la vita sedentaria tradizionale era già un problema, l’era digitale l’ha amplificata?

Che tipo di analisi effettueremo?

Per rispondere a questa domanda, è stato condotto uno studio trasversale reclutando pazienti adulti sottoposti a colonscopia presso il BIDMC. Ogni partecipante ha compilato diversi questionari, che includevano:

  • Variabili demografiche (età, sesso, ecc.)
  • Fattori di stile di vita (attività fisica, abitudini alimentari, consumo di alcol e tabacco, ecc.)
  • Abitudini digitali, con particolare attenzione all’uso dello smartphone e delle attività online
  • Questionario Rome IV, un insieme di linee guida internazionali utilizzate dai medici per diagnosticare i disturbi funzionali gastrointestinali

Copertina del Libro

Per determinare la presenza di emorroidi (variabile binaria, con risposte o no), le analisi endoscopiche sono state valutate indipendentemente da due endoscopisti, così da ridurre eventuali problemi di soggettività o bias diagnostico. Le analisi statistiche sono state effettuate utilizzando il software R, permettendo di esplorare le associazioni tra le abitudini digitali, lo stile di vita e la presenza di emorroidi.

Chi-Quadro

ll primo test utilizzato è il Chi-quadrato (\( \chi^2 \)), pensato per lavorare sulle variabili categoriche (o qualitative), cioè quelle che possono assumere un numero fisso di valori, associando ad ogni individuo una ed una sola categoria. Un po’ come il classico gruppo sanguigno, che può essere A, B, AB o 0. Nel nostro studio ci sono tante categorie ma la più importante è quella che divide gli individui in utilizzatori e non utilizzatori di smartphone mentre sono in bagno.

Ma come funziona il Chi-quadrato? Si tratta di un test di ipotesi, il cui scopo è decidere se rifiutare o meno l’ipotesi nulla, nel nostro caso l’ipotesi per cui non c’è relazione tra emorroidi e telefoni.

Definiamo la statistica \( \chi^2 \)in questo modo: supponiamo di avere k eventi osservati, con frequenze  osservate\( O_1, O_2, \dots, O_k \), e per ciascun evento una frequenza attesa \( E_1, E_2, \dots, E_k \). Allora:

$$ \chi^2 = \sum_{i=1}^{k} \frac{(O_i – E_i)^2}{E_i}. $$

Se le frequenze osservate coincidono perfettamente con quelle attese,\( \chi^2 = 0 \) altrimenti più \( \chi^2 \)cresce, maggiore è la discrepanza tra osservato e teorico.

Nel nostro caso, i risultati mostrano chiaramente che il tempo trascorso sul water è associato alla presenza di emorroidi: chi utilizza lo smartphone tende infatti a rimanere seduto più a lungo, e questo comportamento si correla con un rischio maggiore.

Al contrario, per quanto riguarda lo sforzo evacuativo, il test del Chi-quadrato ha restituito un p-value pari a 0,447, ben al di sopra della soglia di significatività statistica (0,05). Questo significa che non emerge alcuna differenza rilevante tra chi si “sforza” di più e chi meno.

MLR e Kappa di Cohen

Una volta accertatosi che le due cose possono essere in relazione, riprendiamo i dati raccolti:

Alcuni dei dati raccolti, vi invito a leggere tutti gli altri al link sopra-citato

Per completare l’analisi, abbiamo fatto ricorso alla regressione lineare multipla (MLR), una tecnica statistica che ci permette di studiare come una variabile dipendente sia influenzata da più variabili indipendenti allo stesso tempo. In pratica, ci aiuta a capire se eventuali variabili sono dipendenti o indipendenti tra di loro. Grazie a questo, avremo la “certezza” di identificare le relazioni tra l’uso del cellulare e la presenza di emorroidi, tenendo conto anche di altre variabili prima citate. Per ultima cosa, per ridurre il rischio di soggettività nelle diagnosi, è stato calcolato il coefficiente Kappa di Cohen, uno strumento statistico che misura il grado di conformità tra le diagnosi della malattia da parte dei due endoscopisti che hanno esaminato le immagini. Questo ci permette di quantificare quanto le loro valutazioni siano coerenti.

Conclusioni

Senza perderci nei conti, a cui rimando nel link sopra, arriviamo alle conclusioni. Su 143 partecipanti, il 43% presentava emorroidi, e la regressione lineare multipla ha mostrato che l’uso dello smartphone era associato a un incremento del rischio del 46%.In altre parole, sembra proprio che il telefono possa aumentare il rischio di emorroidi. Ma perché succede? Secondo i ricercatori, l’effetto è legato al tempo che si passa in bagno: non si tratta solo di stare seduti, ma anche di sottrarre tempo ad attività fisica o ad altre abitudini che potrebbero contribuire a prevenire le emorroidi. Morale della storia: meglio non esagerare con lo smartphone in bagno e non perdere troppo tempo seduti!

Massimo Martone

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