Pin It

Mercurio, Marte, Terra e Venere. I soli quattro pianeti fatti di roccia del sistema solare potrebbero avere un ulteriore legame: i primi due sarebbero composti da scarti del processo di formazione di Terra e Venere. «Mercurio e Venere sono essenzialmente dei sottoprodotti di questi due pianeti» spiega Brad Hansen, astronomo della University of California di Los Angeles che ha presentato il suo modello innovativo di nascita del sistema solare durante l’ultimo meeting della American Astronomical Society a Long Beach, California. Quello che si suppone di solito, nei modelli al computer, è che i pianeti si siano formati a partire da un disco di gas e polveri che ruotava intorno al neonato Sole di 4.5 miliardi di anni fa. Le polveri si sono poi progressivamente aggregate fino a formare questi quattro pianeti, e la loro distribuzione iniziale si suppone sempre uniforme. Questa situazione di partenza avrebbe dovuto portare a pianeti di massa simile (e la Terra e Venere sono molto più massicci di Marte e Mercurio) e con orbite pressocché circolari, mentre le orbite di Mercurio e Marte sono molto più ellittiche di quanto ci si aspettasse. Anomalìe che, vengono di solito spiegate con l’influenza gravitazionale di un pianeta grande come Giove, la cui orbita è molto vicina a quella di Marte. La novità proposta dalla nuova simulazione matematica di Hansen consiste nel supporre una distribuzione iniziale delle polveri diversa. Il disco che circondava il Sole si sarebbe infatti frammentato in bande di detriti disposte a varie distanze dall’astro, un po’ come gli anelli di Saturno. Nel modello, Terra e Venere formano per primi all’interno di una banda particolarmente densa, poi,  ruotando intorno al Sole, assorbono alcuni altri detriti e altri ne spingono fuori, verso altre bande in cui cominciarono a unirsi ad altri materiali formando così Mercurio e Marte, che circolano su orbite separate. Secondo le stime di Hansen, circa il 90% del materiale della prima banda andò quindi a costituire Terra e Venere, e solo il restante 10% finì ‘dentro’ Marte e Mercurio, e questo spiegherebbe le loro minori dimensioni. Ma i quattro pianeti, sostanzialmente, dovrebbero essere costituiti dello stesso materiale di partenza.

 

 

 

Pin It
This website uses the awesome plugin.