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Sono temutissime e imprevedibili. Ma non per le equazioni di Schrodinger…

 

Un gruppo di scienziati della Australian National University guidato da Nail Akhmediev ha applicato la matematica per studiare il fenomeno delle onde anomale.

Come si legge sulla rivista Physical Review E, gli strumenti matematici usati dal team di studiosi sono stati quelli delle equazioni nel campo dell’ottica non lineare.

Delle onde anomale, attualmente, non si conoscono né cause né origini. Sono state osservate onde anomale alte da 25 a 30 metri, che sembrano formarsi in modo imprevedibile e anche in pieno oceano.

“Le onde degli oceani e i fasci di luce possono sembrare due cose totalmente diverse. Ma la matematica che c’è sotto questi due fenomeni è esattamente  la stessa” ha commentato Akhmediev.

Secondo lo scienziato, non ci sono ragioni perché un modello elaborato sulla base di concetti come le equazioni non lineari di Schrodinger non funzioni con l’acqua esattamente come potrebbe fare con la luce o le funzioni d’onda quantica

L’effetto non lineare dell’onda, prosegue lo studioso, è dovuto all’amplificazione di due onde. La loro ‘somma’ genera un enorme ‘buco’ che appare nell’acqua, seguito da una onda che ha una intensità estremamente maggiore rispetto alla media delle intensità delle due onde concorrenti.

“Ci sono naturalmente molte variabili in gioco, che rendono il comportamento delle onde oceaniche molto caotico. Sebbene alcune condizioni legate al cattivo tempo e al flusso della corrente incrementino le probabilità che un’onda anomala si verifichi, dove e quando questo potrebbe accadere è ancora completamente imprevedibile” conclude Akhmediev.

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