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L’Italia continua ad essere divisa per colori, mentre la curva dei contagi scende, seppure sempre troppo  lentamente. L’Italia è uno dei paesi con maggior mortalità causata del virus, rispetto alla popolazione. Dalla Germania al Regno Unito, passando per Olanda e Polonia, ritornano le misure restrittive. La terza ondata fa paura, ora anche con lo spettro della “variante inglese” e il natale rischia di essere la scintilla per innescarla. “Ancora un piccolo sacrificio, abbiamo il vaccino ed abbiamo una speranza” è l’appello della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La Gran Bretagna è stata la prima nazione ad avviare una campagna vaccinale lo scorso 8 dicembre, in Europa finalmente abbiamo l’approvazione del vaccino Pfizer-Biontech da parte dell’Agenzia Europea del Farmaco (EMA),  e quindi è tempo di discutere sulla strategia da adottare per somministrarlo.

Matt Keeling e Sam More, matematici britannici della Warwick University e membri del progetto JUNIPER (Joint UNiversity Pandemic and Epidemic Response modelling consortium), danno una risposta basata appunto su criteri matematici. Utilizzando i modelli di tipo SIR per l’evoluzione di un’epidemia ed i dati sulla situazione nel Regno Unito nell’autunno 2020, ricavano la strategia ottimale per la campagna vaccinale, nel lavoro Modelling optimal vaccination strategy for SARS-CoV-2 in the UK.

Chi vaccinare per primi? Quelli che hanno più interazioni sociali, come studenti e under-trenta, o gli over-ottanta e i più fragili, portatori di patologie pregresse? In apparenza, come sottolineano Keeling e More, si è spinti verso la prima. Le cose, in realtà, non stanno così.

La strategia ottimale per avere meno morti secondo i due matematici è  quella di vaccinare la fascia più debole della popolazione qualunque sia lo scenario iniziale della pandemia da SARS-CoV-2. Bisogna partire dai più anziani e dai portatori di patologie pregresse (ad esempio quelle autoimmuni). Solo così è possibile minimizzare il numero di vittime per il 2021. E solo così è possibile minimizzare l’impatto sulla qualità della vita delle persone, misurato attraverso un indicatore chiamato QALY (Quality Adjusted Life Year).

Keeling e More mostrano che la campagna vaccinale deve tener conto di due elementi. In primo luogo è necessario mantenere le misure, più o meno forti, di distanziamento sociale. Nessun vaccino, per quanto efficace, è in grado di contrastare la crescita esponenziale dei contagi. Inoltre la soglia di popolazione da vaccinare non può scendere al di sotto del 70%. Questa stima deriva dal numero di persone immunizzate necessario per raggiungere l’immunità di gregge, che in percentuale della popolazione vale   , dove  è il numero di riproduzione di base, ovvero il numero medio di individui infettati da un soggetto positivo, che per il Covid-19 è tra 2 e 3.

I due matematici sottolineano l’importanza di questi parametri alla luce di una conoscenza ancora precaria del periodo di immunità fornito dal vaccino. Per il momento, guardando al 2021, il buon senso e la collaborazione dei cittadini devono essere le migliori guide per resistere nei prossimi mesi.

Marco Menale

[Illustrazione di Luca Manzo]

Marco Menale

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