È morto due giorni fa a Mosca, dove era nato il 10 luglio del 1927, il famoso fisico e matematico russo Grigory “Grisha” Isaakovich Barenblatt. Studioso di meccanica e fluidodinamica, membro straniero della Royal Society of London e della National Academy of Sciences americana, ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti internazionali a fronte di un’attività ricca e poliedrica.
Allievo di Kolmogorov a Mosca, ricevette il dottorato nel 1953. Nello stesso anno iniziò a lavorare per l’Istituto di ricerche petrolifere sovietiche, dove sviluppò tecniche e modelli che lo resero famoso a livello internazionale. Passò poi all’Istituto di meccanica di Mosca e quindi all’Istituto di Oceanologia. Dal 1992 al 1994 fu il primo G.I. Taylor Professor di idrodinamica a Cambridge, per poi chiudere la sua carriera presso la University of California a Berkeley dal 1997 al 2012. Dal 2012 era tornato a Mosca dove ancora continuava i suoi studi.
Autore di numerosi libri, oratore brillante e pieno di umorismo, era conosciuto a livello internazionale per i suoi studi in meccanica delle fratture e del danneggiamento, sulla filtrazione in mezzi porosi e i flussi in non equilibrio, la turbolenza, e per lo studio delle soluzioni auto-similari.
È rimasta molto famosa la soluzione di Barenblatt dell’equazione dei mezzi porosi. Nonostante si tratti di un problema diffusivo, a causa di un fenomeno di degenerazione non lineare, la soluzione può propagarsi a velocità finita, con una forma che segue un profilo esplicito da lui individuato.
Il padre era un endocrinologo e la madre una famosa virologa. Era il fratello da parte di madre del matematico Yakov G. Sinai. Era sposato con Nikolaevna Kochina, con cui avevano due figlie, Nadezhda e Vera.
In Italia veniva spesso e ha collaborato con molti matematici italiani, suggerendo idee e linee di ricerca originali e feconde. Chi scrive ricorda di aver provato all’inizio un misto di ammirazione e terrore nei confronti di questo personaggio così carismatico e imponente, per poi scoprire in lui una grande curiosità e disponibilità. Lavorare sui problemi che proponeva era un’esperienza unica e illuminante.
Roberto Natalini