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Tra i conoscenti del compositore ceco Bohuslav Martinů c’era Albert Einstein. Sembra che l’opera di Martinů del 1943, intitolata “Le Cinque Stanze Madrigali”, sia stata dedicata proprio al geniale fisico tedesco che era un violinista amatoriale e, occasionalmente, la eseguiva accompagnato al piano dall’amico pianista Robert Casadesus durante alcuni recital privati che si tenevano a Princeton. Nelle Cinque Stanze sono presenti elementi della canzone popolare ceca in modo più marcato rispetto alle due precedenti composizioni madrigali di Martinů, in ossequio allo status di dilettante del dedicatario, sono tutti di velocità lenta o, nel migliore dei casi, moderata. La parte del violino è infatti abbastanza semplice e scritta apposta tenendo conto delle limitate capacità di Einstein. La parte del pianoforte, invece, è considerevolmente più difficile, in ossequio alla grande abilità di un virtuoso del piano come Casadesus. Nonostante Martinů avesse fatto ogni sforzo per adattare la sua musica ai limiti tecnici di Einstein, quest’ultimo non gli ricambiò però il favore e il compositore fu vittima del suo dilettantismo scientifico non riuscendo mai a comprendere completamente la Teoria della Relatività. Quando una volta chiesero a Martinů un giudizio sul modo in cui Einstein aveva interpretato la sua opera, pare che egli rispose: “Relativamente bene”.

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