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È il Problema 2 nella seconda prova della Maturità scientifica 2023-2024 a far discutere i social e i giornali. È più difficile del Problema 1, ma pienamente corrispondente ai temi di Analisi Matematica trattati nel liceo scientifico. Non è di questo che si discute, ma di un vezzo stilistico di chi ha presentato il problema: prima e dopo la traccia ci sono due citazioni. La prima di Ennio De Giorgi, la seconda di Godfrey Hardy. Nella prima la matematica è correlata al mistero della conoscenza, nella seconda alla bellezza. Un commento di Sandra Lucente.

“A che serve una citazione prima e dopo il problema?” si chiedono nei corridoi dei dipartimenti scientifici. Anche tra le commissioni la cosa deve aver attratto non poco. Occorre discutere le frasi citate? No. Sfugge un sospiro di sollievo.

A me invece questo vezzo delle citazioni attorno al problema è proprio piaciuto. Vi spiego perché senza la pretesa di convincere nessuno.

Quando il bambino era bambino… non faceva i compiti in classe. Occorreva lavorare a casa e in classe c’era un collettivo momento di verifica. Poi il bambino crebbe e la verifica si fece più individuale. Al liceo le prove diventarono di tanti tipi (scritta, orale, pratica, risposta multipla, questionario, problema, a completamento…) così alcuni si dimenticarono che le prove erano di verifica e iniziarono a misurare colpi di genio, voli pindarici ad argomenti fuori programma (ammesso che ci fosse un programma) in un crescendo che il giorno della maturità mandava in ansia tutti. Quella di oggi, anno scolastico 2023-24 è una prova abbastanza standard, che vuol dire appunto di verifica. E cosa abbiamo fatto negli ultimi anni? Limiti, funzioni, derivate, geometria piana e nello spazio, perso pezzi di trigonometria e guadagnato probabilità. Ma non solo. Negli ultimi anni le scuole hanno investito tempo e impegno in un approccio culturale alla matematica. Hanno costruito oggetti che riportano a curve celebri, hanno sfogliato libri di storia della scienza, hanno persino organizzato gite geometriche e creato gruppi di lavoro interdisciplinari in cui la matematica e la letteratura si legavano. Quindi il primo motivo per cui ho trovato interessante inserire delle citazioni è perché, secondo me, la traccia voleva dire ai ragazzi “ricordate cosa abbiamo fatto in tutti quei progetti? Verificate adesso, mentre risolvete, che il vostro rapporto con la matematica è quello che avete scoperto in quei racconti”.

La matematica è caratterizzata da una grande libertà, diceva Ennio De Giorgi; addirittura, secondo Cantor, l’essenza della matematica sta nella sua libertà; pertanto, il relatore del problema che decide di inserire le citazioni oltre che le funzioni sta esercitando libertà in modo matematico. A me questa cosa è piaciuta, e poi per me Ennio De Giorgi è uno dei pensatori del Novecento che ogni studente dovrebbe leggere. Sono di parte: sono pugliese, ho ascoltato il maestro quando ero a Pisa e ho anche scritto una sua breve biografia a uso soprattutto delle scuole. Quando ho letto che era citato De Giorgi, ho fatto un gran sorriso e immaginato… il prossimo anno scolastico. Pensiamoci: la traccia della maturità resterà come consegna a tutti gli studenti degli anni successivi e quindi in molti (mi bastano anche i soli docenti) si chiederanno chi era Ennio De Giorgi? Che c’entra con il nostro quotidiano? Con il nostro futuro? Scopriranno il matematico che ha introdotto nuove idee sulla misura e il logico che ha immaginato una logica qualitativa, parleranno del suo approccio religioso alla scienza e del suo impegno politico verso i dissidenti. In qualche modo da questa traccia ci viene un grande aiuto per la diffusione delle sue idee.

Sì ma. Sì ma? La citazione sul compito non è completa. Qualcuno dice che tradisce il pensiero di Ennio De Giorgi. Una delle frasi più famose del matematico salentino è appunto “All’inizio e alla fine abbiamo il mistero. [Potremmo dire che abbiamo il disegno di Dio.] A questo mistero la matematica ci avvicina, senza penetrarlo”. Aver omesso la parte tra parentesi quadre sicuramente non dà notizia del credo religioso di Ennio De Giorgi, ma non cambia la potenza della frase nella relazione tra la matematica e una tensione verso la conoscenza in modo sapiente. Il pensiero di De Giorgi sul fine della nostra disciplina, non è tradito dalla cancellazione della frase, oserei dire necessaria in una visione laica della prova di maturità. Il pensiero di De Giorgi sarebbe tradito dall’oblio se egli fosse solo il vincitore della sfida con il XIX problema di Hilbert o del premio Wolf. La citazione mette curiosità anche a noi che stiamo discutendo di questo sui vari social. Ci fa aprire i bellissimi testi delle sue conferenze o le sue biografie o la raccolta dei suoi pensieri. Questa citazione è solo quella di intestazione della pagina di Wikipedia a lui dedicata, ma ci sono altre sue frasi meravigliose che forse ognuno di noi dovrebbe inserire nei compiti in classe o nelle prove universitarie. Io addirittura nei corsi superiori inizio ogni lezione con una citazione letteraria, figuriamoci quanto apprezzi una citazione sulla matematica!

A che serve? Stiamo sprecando parole scritte? Pazienza, diceva De Giorgi: “Scripta volant, verba manent!

Sandra Lucente

Immagine di copertina: Ennio De Giorgi intervistato da Michele Emmer – SNS Channel Mathematical and Natural Sciences, CC BY 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/3.0>, via Wikimedia Commons

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