Poesia di David Jou. Traduzione di Marina Dolfin.
Sembrava fosse accessibile, la materia,
che protoni, neutroni ed elettroni racchiudessero il mondo,
solidamente, definitivamente,
immersi in un bagno di fotoni e di neutrini.
Ma abbiamo cominciato a capire come ruotano le galassie:
così rapidamente che dovrebbero frantumarsi,
disintegrarsi e disperdersi nell’oscurità,
invece di proseguire la loro danza armoniosa.
Cosa le trattiene? Cosa non le fa andare in pezzi ?
E cominciammo a inventare la materia oscura come si inventa un amore:
un’attrazione continua di corpi segreti,
invisibile alla luce,
potentemente ineluttabile.
E accadde come accade con l’amore:
continua a crescere,
conquista sempre più spazio,
sovrapponendosi abbondantemente a ciò che credevamo fosse il mondo,
prima di conoscerla,
decuplicando ciò che credevamo di sapere.
Il suo nome è oscuro, la sua massa è oscura.
Oppure è, come a volte l’amore, forse solo un sogno.