Franco Brezzi è presidente della Unione Matematica Italiana, è stato direttore dell’Istituto di Analisi Numerica del CNR (dal 1992 al 2002) e dal 2002 dirige l’Istituto di Matematica Applicata e Tecnologie Informatiche del CNR. Fa parte del Gruppo 2003, che raggruppa quegli scienziati italiani che lavorano in Italia e figurano negli elenchi dei ricercatori più citati al mondo nella letteratura scientifica, elenchi compilati per le diverse discipline dall’Institute for Scientific Information (ISI) di Philadelphia.
1. Il tratto principale del mio essere matematico
Il senso estetico
2. La qualità che desidero in un matematico
L’immaginazione
3. La qualità che preferisco nella matematica
La versatilità
4. Quel che apprezzo di più nei miei colleghi matematici
L’amore per la Matematica
5. Il mio principale difetto come matematico
Sbaglio i conti e sono troppo spesso superficiale
6. La mia lettura matematica preferita
An introduction to Applied Mathematics di Gilbert Strang
7. Il mio sogno come matematico
Trovare un errore nel paradosso di Banach-Tarski
8. Qual è la principale debolezza della matematica
L’esotericità
9. Il matematico che vorrei essere
Vivente? Terence Tao. Passato? Gauss.
10. Il paese dove vorrei vivere
Le Maldive
11. L’esercizio matematico che preferisco
Quelli che richiedono dai dieci ai venti minuti J
12. Il teorema che amo
Stokes
13. L’applicazione della matematica che preferisco
Le relazioni tra la“pattern formation” negli organismi viventi e le autofunzioni dell’operatore di Laplace
14. I matematici che mi hanno indirizzato
Claudio Baiocchi, Enrico Magenes, Pierre-Arnaud Raviart, Jim Douglas jr.
15. I matematici che mi hanno dissuaso
Nessuno
16. Il nome della variabile che preferisco
u
17. Il tipo di calcolo che preferisco
Quello che riesco a non sbagliare L
18. Il tipo di calcolo che utilizzo di più
a=a+b-b (scegliendo b in modo astuto). Non è molto, lo so….
19. Il tipo di calcolo che mi annoia maggiormente
Gli integrali delle funzioni razionali fratte.
20. I nomi che preferisco (teorema, corollario, lemma…)
Corollario (perché è facile) e Lemma (perché è cornuto)
21. Quel che detesto più di tutto
Confutare una affermazione dicendo “Ma questo è quello che dice….(seguito dal nome di un cattivaccio)”
22. I matematici che disprezzo di più
Quelli (scientificamente) miopi.
23. L’impresa scientifica che ammiro di più
L’esplorazione dell’Universo.
24. La riforma culturale che apprezzo di più
La nascita della Fisica (Galileo-Newton)
25. Il dono di natura che vorrei avere
Ce l’ho: una “fortuna con la C maiuscola”
26. Da matematico, come vorrei essere ricordato
Ma devo proprio essere ricordato? Con tutte le stupidaggini che ho detto, fatto e scritto? Non sarebbe meglio lasciar perdere?
27. Stato attuale dei miei studi
Confusionale, come al solito.
28. Gli errori che mi ispirano maggiore indulgenza
I miei.
29. Il mio motto
Non demordere!
Luoghi comuni, curiosità et alia
1. Perché la matematica dovrebbe descrivere l’universo?
Non deve. Ma è l’unica che (forse) può.
1b. Lei ha descritto l’universo?, e cosa in particolare?
Io? Siamo seri…
2. Perché la ricerca matematica è uomo?
Non lo è. È sia uomo che donna.
2b. Dove sono finite le donne?
Per molto tempo sono state scoraggiate fin da piccole, e caricate (da madri, padri e mariti) di altre incombenze. Per non parlare delle incombenze caricate da Madre Natura. Ma credo che abbiano lo stesso talento dei maschi. Infatti ce ne sono di bravissime (e sempre più numerose).
In paesi come l’Italia, e parlando di Matematica, direi che il problema è in via di completa soluzione. Altri paesi sono più indietro. Ma il successo delle donne Italiane (e Francesi, e Spagnole, etc.) aiuterà molto le altre.
3. La matematica applicata cresce alla stessa velocità dei software matematici?
Perché me lo chiede? I software matematici non fanno parte della matematica applicata?
3b. Quale funzione potrebbe modellizzare la crescita del settore della matematica di cui si occupa.
Esponenziale, come per tutti gli altri settori.
4. Quanto conta lo studio nella risoluzione di grosse questioni matematiche?
Molto
5. Quanto conta il formalismo?
Moltissimo. Col formalismo giusto il senso estetico è molto più efficace
6. Matematica e grammatica sono legate?
Come la Medicina e il Linguaggio
6b. Lei parla “matematica”correttamente?
Cerrrto! (quando ci sono gli studenti in giro)
7. Quanto bisogna essere portati per riuscire in matematica?, per fare cosa bisogna avere meno di trenta anni?
Il talento per un matematico è come la statura per un cestista. Largamente “non sufficiente”, ma “quasi necessario”. E non esistono cose che non si possono fare dopo i trent’anni. Ma di solito, prima dei trent’anni, si ha molto più tempo (e spesso, anche molto più entusiasmo e molta più incoscienza).
7b. Lei è portato?, e da quando?
Ho detto che è come la statura….. Non ci sono gli alti da una parte e i bassi dall’altra. Ci sono quelli più alti e quelli meno alti. E poi ci sono i mostri (tipo Carlo Federico Gauss: ” due metri e cinquanta”). Io credo di essere “abbastanza alto tra i normali”. Ma Gauss non mi farebbe neanche vedere il canestro. Da quando? Boh! Dalla nascita, credo.