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Questo mese risponde al nostro Test di Proust Elisabetta Strickland. Professore ordinario di algebra presso l’università degli studi di Roma “Tor Vergata”, nel 2007 è stata la prima donna ad essere nominata vice presidente dell’Istituto nazionale di alta matematica e organizza attività come responsabile dell’Osservatorio Interuniversitario sugli Studi di Genere (di cui è socia fondatrice). Ha anche pubblicato raccolte di racconti sulla matematica, come “I numeri nel cuore” (con Ciro Ciliberto e Fausto Saleri), edito da Springer, Milano, nel 2007.
1) Il tratto principale del mio essere matematico.
La forma mentis. Ogni cosa della mia vita viene analizzata come una questione di matematica da risolvere.

2) La qualità che desidero in un matematico.
L’eleganza. I risultati ottenuti devono essere  eleganti, oltre che ovviamente rigorosi, importanti, interessanti, intriganti.

3) La qualità che preferisco nella matematica
La sua onnipresenza: permea la realtà, è ovunque, splendidamente ineluttabile.

4) Quel che apprezzo di più nei miei colleghi matematici.
L’intelligenza. La matematica è una grande palestra per la mente, se c’è materia prima, si  acquisisce una abilità interpretativa che arricchisce molto.

5) Il mio principale difetto come matematico.
La pragmaticità quasi ottusa. Tendo ad andare dritto al risultato senza tanti fronzoli, magari mi perdo qualcosa…

6) La mia lettura matematica preferita.
“Classical Groups” di Hermann Weyl.

7) Il mio sogno come matematico.
Poichè attualmente mi occupo di questioni  legate all’INdAM, Istituto Nazionale di Alta Matematica, vorrei riuscire a dare alla comunità matematica italiana una sede adeguata per questo  storico Ente, fondato da Francesco Severi.

8) Qual’è la principale debolezza della matematica.
Tende a far vivere fuori dalla realtà, se non si è forti può modificare molto  il rapporto con  ciò che ci circonda.

9) Il matematico che vorrei essere.
Uno di quei matematici che si diverte da matti a fare la matematica, praticamente non fa altro, riempie di calcoli qualunque superficie sgombra. Io sono più normale, faccio orario d’ufficio!

10) Il paese dove vorrei vivere.
Quello in cui vivo, l’Italia. E’ il paese più bello del mondo, non posso vivere senza la bellezza. Peccato che la situazione attuale del paese mi faccia soffrire molto.

11) L’esercizio matematico che preferisco.
Individuare proprietà matematiche di una struttura astratta andandole a cercare in una più concreta  in cui la prima possa essere  rappresentata.

12) Il Teorema che amo.
Il Teorema di Chauchy per i gruppi finiti, che dice che ogni gruppo finito ha un elemento di periodo un primo che divida l’ordine del gruppo. Dice una cosa semplice e la dimostrazione usa una idea elegante.

13) L’applicazione della matematica che preferisco.
Nella teoria delle superstringhe in fisica si possono usare le rappresentazioni dei gruppi per studiare  le simmetrie delle particelle.

14) I matematici che mi hanno indirizzato.
David Kazhdan, George Lusztig, Victor Kac,  Robert MacPherson,  David Buchsbaum, Corrado De Concini.

15) I matematici che mi hanno dissuaso.
Nessuno.

16) Il nome della variabile che preferisco.
Se avessi un euro per ogni volta che ho scritto la elegantissima “x”sarei davvero ricca.

17) Il tipo di calcolo che preferisco.
Vedere come funziona  uno spazio guardando a come  agiscono delle matrici: si fanno scoperte bellissime.

18) Il tipo di calcolo che utilizzo di più.
Il calcolo algebrico.

19) Il tipo di calcolo che mi annoia maggiormente.
Nessuno in particolare. Quando sono complicati, la soddisfazione è maggiore, quindi va sempre bene.

20) I nomi che preferisco.
Esempio. Controesempio. Devo sempre vedere concretamente qualunque cosa, finchè non viene prodotto un esempio o un controesempio non sto tranquilla.

21) Quel che detesto più di tutto.
Scoprire sul web che qualcuno ha avuto un’idea simile ad una mia e l’ha fatta funzionare in modo molto più elegante e prima di me.

22) I matematici che disprezzo di più.
Quelli che non fanno capire nulla di quello che fanno.

23) L’impresa scientifica che ammiro di più.
Aver mandato in orbita una stazione spaziale internazionale usando il know-how di molte nazioni.

24) La riforma culturale che apprezzo di più.
Aver ammesso le donne all’università.

25) Il dono di natura che vorrei avere.
La vista che avevo a vent’anni, cioè tale da poter evitare l’uso degli occhiali.

26) Da matematico, come vorrei essere ricordato.
Come una che qualche buon teorema l’ha dimostrato.

27) Stato attuale dei miei studi.
Molto confuso, mi interessano aree sempre più lontane da quella di provenienza, ma è bellissimo così.

28) Gli errori che mi ispirano maggiore indulgenza.
Gli errori di distrazione. E’ difficile non farne mai.

29) Il mio motto.
Vivere è creare, ma non è mio, è del filosofo Bergson.

Luoghi comuni, curiosità et alia.

1.Perchè la matematica dovrebbe descrivere l’universo?
Penso semplicemente che avesse ragione Wigner, premio Nobel in fisica nel 1963, quando sottolineò “l’irragionevole efficacia della matematica nelle scienze naturali”. Egli scoprì che nella teoria delle particelle giocavano principi fondamentali di simmetria.

1b. Lei ha descritto l’universo? E cosa in particolare?
Mi sono occupata di teoria delle rappresentazioni in modo molto astratto, quindi no.

2.Perchè la ricerca matematica è uomo?
E’ falso. Sono esistite donne matematiche di grande talento, come Ipazia, Emilie de Breteuil, Sophie Germaine, Maria Gaetana Agnesi,  Mary Fairfax Somerville, Sonya Kovalevskaya, Emmy Noether.

2.b Dove sono finite le donne?
Non sono finite da nessuna parte. Esistono attualmente matematiche di fama internazionale, come Claire Voisin, Michele Vergne, Dusa McDuff, Karen Uhlembech, tanto per citarne qualcuna. La neo eletta Presidente della European Mathematical Society è una donna, Marta Sanz-Solè, e anche la neo eletta Presidente della International Mathematical Union è una donna, Ingrid Daubechies.

3.La matematica applicata cresce alla stessa velocità dei software matematici?
Sono un’algebrista, non  sono documentata sui software matematici  a sufficienza da poter rispondere.

3b. Quale funzione potrebbe modellizzare la crescita del settore della matematica di cui si occupa?
Un polinomio di grado molto elevato.

4. Quanto conta lo studio nella risoluzione di grosse questioni matematiche?
Moltissimo.

5. Quanto conta il formalismo?
Spesso il formalismo è la matematica.

6. Matematica e grammatica sono legate?
Sì, strettamente.

6b. Lei parla “matematica” correttamente?
Nessuno mi ha mai fatto notare il contrario.

7. Quanto bisogna essere portati per riuscire in matematica?
Molto!

8. Per fare cosa bisogna avere meno di trent’anni?
Nulla!  “Nihil difficile volenti”.

8b. Lei è portato? E da quando?
A conti fatti,  direi di sì. Ho avuto fortuna, a scuola  ho avuto insegnanti eccezionali, mi hanno fatto divertire con la matematica fin dalle scuole elementari. Se non avessi trovato divertente la matematica, avrei fatto qualcos’altro.

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