A cominciare dalla sua prima uscita del 2016, Archimede ospita Archimedia, una rubrica di fumetti e altri media curata da Andrea Plazzi. Nel n. 4/2019 trovate “Cercando Perel’man”, un fumetto con la sceneggiatura di Diego Cajelli e i disegni di Francesco Frongia, che ha disegnato anche la copertina, in cui, con l’aiuto e la consulenza dei matematici Alberto Saracco e Luigi Vezzoni, in cui si incontra uno dei più grandi e misteriosi matematici dell’inizio di questo secolo, Grigorij Perel’man. Qui sul sito presentiamo come al solito la prefazione di Andrea Plazzi, l’intera storia è ovviamente nella rivista e per i non abbonati è acquistabile in digitale (qui l’intero numero appena lo avranno pubblicato).
Per quasi un secolo la congettura di Poincaré è stata un dei problemi aperti più importanti della Topologia e di tutta la Matematica. È anche uno dei sette celebri “Problemi del Millennio”, per la soluzione di ciascuno dei quali nel 2000 il Clay Mathematics Institute ha messo in palio un milione di dollari.
Nella sua formulazione originale afferma che “una varietà tridimensionale chiusa e semplicemente connessa è omeomorfa alla sfera” e le sue generalizzazioni hanno portato a sviluppare nuovi strumenti e nuove branche della topologia algebrica. Dopo una serie di importanti successi parziali, la congettura era stata infine dimostrata in dimensione n>=4 e all’inizio degli anni 2000 ancora resisteva il caso n=3 della congettura originale.
Nel 2002, il matematico russo Grigorij Perel’man – seguendo una linea di ricerca suggerita da Richard Hamilton – inizia a pre-pubblicare sul sito arXiv alcuni lavori il cui scopo è la dimostrazione della “congettura di geometrizzazione di Thurston”, che avrebbe implicato quella di Poincaré. Le dimostrazioni non sono complete, e spesso Perel’man si limita a indicare la direzione da prendere, ma i suoi metodi originali e profondi colpiscono la comunità matematica, che si mette al lavoro per verificarne le conclusioni. La conferma arriva nel 2006 con un lunghissimo lavoro dei matematici cinesi Huai-Dong Cao e Xi-Ping Zhu che completa e verifica le indicazioni di Perl’man, riconosciuto come l’autore del risultato, per il quale nel 2006 gli viene assegnata la Medaglia Fields.
Già noto come personaggio complesso ed enigmatico, apparentemente Perel’man non è interessato – o forse non resiste – all’attenzione dei media: non solo non ritira il premio del Clay Institute ma rifiuta anche la Medaglia Fields, abbandonando la vita accademica e ritirandosi a vivere con la madre.
Su ispirazione (e con l’indispensabile consulenza) dei matematici Alberto Saracco (Università di Parma) e Luigi Vezzoni (Università di Torino), Diego Cajelli e Francesco Frongia tentano una sintesi poetico-surreale del personaggio Perel’man e del suo rapporto con il risultato a cui il suo nome resterà legato per sempre.
Andrea Plazzi