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A pochi giorni dalla proclamazione dei premi dell’International Mathematical Union, fra cui le medaglie Fields, facciamo il punto sul bassissimo numero di donne che ricevono premi prestigiosi per il loro lavoro di ricerca. Chiara de Fabritiis, coordinatrice del Comitato Pari Opportunità dell’Unione Matematica Italiana, ci parla della situazione attuale e delle speranze di miglioramento per il futuro.

Il 6 luglio inizia l’International Congress of Mathematics 2022 (in modalità virtuale, a causa delle vicende belliche in Ucraina che hanno impedito il regolare svolgimento a San Pietroburgo); il giorno prima alle 10 a Helsinki si terrà  la cerimonia di consegna dei premi ICM (Fields medal, Abacus medal, Gauss prize, Chern medal, Leelavati prize) che potrete seguire qui. La comunità matematica è ovviamente curiosa di conoscere i nomi di chi otterrà riconoscimenti tanto prestigiosi e in rete si trovano facilmente indizi di questo desiderio: inserendo “ICM 2022” in un browser, fra le ricerche correlate compare in prima linea “Fields medal 2022 predictions”.

Nature ha pubblicato il 9 giugno un interessante articolo di Davide Castelvecchi, senior reporter in Physical Sciences, intitolato “Mathematics Prizes Have a Gender Problem-Can It Be Fixed?”. L’autore presenta statistiche molto dettagliate che illustrano vari aspetti della questione, osservando in particolare che solo una donna, Maryam Mirzakhani, ha finora ricevuto la medaglia Fields, così come c’è stata un’unica vincitrice del  premio Abel, Karen Uhlenbeck, e una sola matematica, Claire Voisin, è stata insignita del premio Shaw.  Negli USA, riporta Castelvecchi, le donne sono il 25-30% di coloro che conseguono un Ph.D. in matematica, ricoprono il 25% dei posti permanenti di docente universitario, percentuale che scende al 10% se si considerano gli atenei che assegnano il titolo di dottorato e al 7% se si guarda solo alle 50 università più prestigiose. Dato che il 5% dei premi di ricerca assegnati dall’American Mathematical Society vanno a donne, non sembrerebbe che la componente femminile sia così fortemente sottorappresentata in questo tipo di riconoscimenti. 

Marie-Francoise Roy, professoressa a Rennes e presidentessa del Committee for Women in Mathematics dell’IMU, osserva che la presidenza di Ingrid Daubechies ha portato nell’IMU una maggiore sensibilità alle problematiche di genere, rivelata anche dal crescente numero di speakers di sesso femminile al prossimo ICM e di donne nei comitati: lo Structure Committee per ICM 2022, ad esempio, annovera 6 donne su 15 membri. Nel corso del convegno verranno anche resi noti il Program Committee e le giurie di assegnazione dei vari premi, sarà così possibile verificare se il trend vada effettivamente nella direzione di un maggior equilibrio di genere.

Se guardiamo all’Italia, i dati sono abbastanza diversi da quelli statiunitensi: i dottorati in matematica, per quanto negli ultimi la situazione vada peggiorando, vengono assegnati in misura pressoché uguale a uomini e donne; i ricercatori di tipo A e B di sesso femminile sono circa il 30% del totale, purtroppo anche qui in calo rispetto alla situazione di sostanziale parità di una decina di anni fa, quando la posizione era a tempo indeterminato; le associate sono approssimativamente il 40% del totale, le ordinarie poco più del 20%. 

I premi conferiti dall’UMI, per la maggior parte di istituzione abbastanza recente, scontano un gender gap non irrilevante: ad esempio nessuna donna è stata premiata nelle 18 edizioni del premio Caccioppoli, nelle 3 del premio De Giorgi e nelle 4 del premio Fichera, mentre le 6 del premio Vinti annoverano un’unica vincitrice, così come le 3 del premio Baldassarri. Proprio per cercare di attenuare questo divario, dal 2019 il premio Bartolozzi è riservato a una giovane matematica.

Fra pochi giorni vedremo se i comitati per i premi dell’IMU avranno individuato nella comunità matematica donne degne di essere premiate oppure se, di nuovo, “al momento della decisione finale le donne siano spesso viste come ‘non proprio abbastanza’”, come rimarca Kathryn Leonard, matematica all’Occidental College a Los Angeles, California. 

Chiara de Fabritiis

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