Questa volta è Enrico Giusti a sottoporsi al nostro test di Proust. Professore ordinario presso l’Università di Firenze, dove ha insegnato per molti anni Analisi Matematica e dove adesso tiene un corso di storia delle matematiche. Ha vinto il premio Caccioppoli nel 1978. Ha pubblicato numerosi lavori scientifici collaborando con alcuni dei maggiori matematici italiani. I suoi interessi di ricerca hanno riguardato principalmente le equazioni alle derivate parziali, le superfici minime, la geometria differenziale e la storia della matematica, con qualche incursione nella filosofia della matematica. Attualmente si occupa soprattutto di promuovere e gestire “Il Giardino di Archimede”, il primo museo completamente dedicato alla matematica e alle sue applicazioni. Inoltre, è autore di vari testi didattici e divulgativi, l’ultimo dei quali si intitola “La matematica in cucina”.
1. Il tratto principale del mio essere matematico
l’immaginazione
2. La qualità che desidero in un matematico
fantasia e disciplina
3. La qualità che preferisco nella matematica
la democraticità
4. Quel che apprezzo di più nei miei colleghi matematici
la volontà di condividere
5. Il mio principale difetto come matematico
la pigrizia
6. La mia lettura matematica preferita
la Géométrie di Descartes
7. Il mio sogno come matematico
dimostrare la congettura di Riemann
8. Qual è la principale debolezza della matematica
errores non sunt artis sed artificum (Newton)
9. Il matematico che vorrei essere
Leibniz
10. Il paese dove vorrei vivere
l’Italia, se solo fosse possibile
11. L’esercizio matematico che preferisco
lasciar correre la fantasia
12. Il teorema che amo
quello che mi sorprende di più
13. L’applicazione della matematica che preferisco
la crittografia a chiave pubblica
14. I matematici che mi hanno indirizzato
Campanato, De Giorgi, Bombieri
15. I matematici che mi hanno dissuaso
infatti sono ancora qui
16. Il nome della variabile che preferisco
z
17. Il tipo di calcolo che preferisco
quello mentale
18. Il tipo di calcolo che utilizzo di più
le somme
19. Il tipo di calcolo che mi annoia maggiormente
le somme
20. I nomi che preferisco (teorema, corollario, lemma…)
dimostrazione
21. Quel che detesto più di tutto
la mediocrità boriosa
22. I matematici che disprezzo di più
i mediocri boriosi
23. L’impresa scientifica che ammiro di più
il Progetto Genoma Umano
24. La riforma culturale che apprezzo di più
la rivoluzione scientifica
25. Il dono di natura che vorrei avere
la profondità di visione
26. Da matematico, come vorrei essere ricordato
ha aggiunto qualcosa
27. Stato attuale dei miei studi
avanti piano
28. Gli errori che mi ispirano maggiore indulgenza
quelli commessi per troppo entusiasmo
29. Il mio motto
non ne ho
Luoghi comuni, curiosità et alia
1. Perché la matematica dovrebbe descrivere l’universo?
già, perché?
1b. Lei ha descritto l’universo?
no
2. Perché la ricerca matematica è uomo?
non lo so
2b. Dove sono finite le donne?
nemmeno questo lo so
3. La matematica applicata cresce alla stessa velocità dei software matematici?
non me ne intendo, ma direi di no
3b. Quale funzione potrebbe modellizzare la crescita del settore della matematica di cui si occupa?Come numero di lavori, exp(exp(t)); come risultati rilevanti, forse a√t
4. Quanto conta lo studio nella risoluzione di grosse questioni matematiche?
abbastanza, senza esagerare
5. Quanto conta il formalismo?
poco o nulla
6. Matematica e grammatica sono legate?
quando si scrive un lavoro, conoscere la grammatica è molto utile
6b. Lei parla “matematica” correttamente?
come magno
7. Quanto bisogna essere portati per riuscire in matematica?
molto.
7b. per fare cosa bisogna avere meno di trenta anni?
il giovane
7c. Lei è portato?
un poco
7d. e da quando?
direi da quando avevo cinque anni