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Nata nei paesi baschi nel 1956, Maria J. Esteban ha studiato matematica all’Università di Bilbao per poi andare a Parigi per la Tesi di dottorato, compiuta sotto la direzione di P.L. Lions. Ha lavorato per molti anni come ricercatrice al CNRS, prima a Paris VI e quindi a Paris-Dauphine. Ha partecipato a numerosi comitati scientifici e di valutazione internazionali e ha fatto parte del comitato della European Mathematical Society per la matematica applicata. Attualmente è Presidente della SMAI, la Société des Mathématiques Appliquées et Industrielles.

 

La versione francese di questo test è disponibile qui: Questionnaire de Proust (maths reloaded) – Maria J. Esteban

1. La mia virtù preferita in matematica
La curiosità e l’intuizione

2. Il tratto principale del mio essere matematico
L’eccitazione nervosa che precede l’arrivo di una buona idea.

3. La qualità che desidero in un matematico
Avere una buona cultura scientifica

4. La qualità che preferisco nella matematica
Il rigore

5. Il mio principale difetto come matematico
Una logica implacabile che si trasmette nella vita di tutti i giorni, che non è sempre perfetto.

6. La mia lettura matematica preferita
I libri che descrivono bene e con chiarezza una serie di tecniche e di problemi, mettendo le cose in prospettiva, come chi raccontasse una storia.

7. Il mio sogno come matematico
Aiutare a risolvere problemi « utili ».

8. Qual è la principale debolezza della matematica
La matematica attuale è spesso troppo lontana dalla realtà; Mi piace quando serve a risolvere problemi concreti.

9. Il matematico che vorrei essere
Aperta su altri domini e discipline, scientificamente colta.

10. Il paese dove vorrei vivere
La Francia mi va bene.

11. L’esercizio matematico che preferisco
Tutti e nessuno in particolare.

12. Il teorema che amo
Il teorema di Lebesgue della convergenza dominata

13. L’applicazione della matematica che preferisco
Quella che serve a a capire meglio un fenomeno naturale.

14. I matematici che mi hanno indirizzato
Il mio direttore di Tesi di dottorato, alcuni dei miei professori all’Università equalcuno dei miei collaboratori.

15. I matematici che mi hanno dissuaso
Quelli che difendono troppo la loro parrocchia, quelli che sono troppo competitivi.

16. Il nome della variabile che preferisco
X

17. Il tipo di calcolo che preferisco.
Mi diverto molto a fare dei calcoli numerici, è come un gioco e spesso sono stata ispirata da loro nella ricerca di un risultato teorico.

18. Il tipo di calcolo che utilizzo di più
È molto variabile.

19. Il tipo di calcolo che mi annoia maggiormente
Quando si semplificano lunghe formule complesse.

20. I nomi che preferisco (teorema, corollario, lemma…)
Lemmi e proposizioni.

21. Quel che detesto più di tutto
La pedanteria.

22. I matematici che disprezzo di più
Quelli che si prendono per quello che non sono.

23. L’impresa scientifica che ammiro di più
La buona ricerca medica.

24. La riforma culturale che apprezzo di più
Quella che cercasse di insegnare a leggere e a scrivere al 100% della popolazione mondiale.

25. Il dono di natura che vorrei avere
Più forza e resistenza quando vado in montagna.

26. Da matematico, come vorrei essere ricordato
Come una persona che ha aiutato gli altri a progredire e che ha avuto qualche buona idea.

27. Stato attuale delle mie ricerche
Ci lavoro quando ho tempo, ma sono in questo momento troppo presa dai problemi di gestione della ricerca, È anche interessante, ma a volte mi piacerebbe avere qualcuna di quelle lunghe giornate di seguito per poter riflettere su di un problema difficile. A volte le idee che mi passano per la testa devono aspettare un bel po’ di giorni prima che abbia il tempo di vedere se funzionano veramente !

28. Gli errori che mi ispirano maggiore indulgenza
Avrei quasi preferito rispondere alla domanda opposta, perché penso di essere in generale abbastanza indulgente.

29. Il mio motto
Mai lasciarsi scoraggiare.

Luoghi comuni, curiosità et alia

1. Perché la matematica dovrebbe descrivere l’universo?
Perché sono il linguaggio con cui sono scritte le equazioni della fisica.

1.b. Lei ha descritto l’universo?, e cosa in particolare?
Ho cercato di studiare delle equazioni che possono servire a studiare la struttura della materia, ma in un modo ancora molto lontano dalle vere applicazioni.

2. Perché la ricerca matematica è maschile ?
Chi dice che la ricerca matematica sia maschile ? Non sono d’accordo, non ha sesso, e se succede che ci siano più ricercatori uomini che donne, è per delle ragioni sociologiche e legate all’educazione.

2b. Dove si nascondono le donne?
Non si nascondono mica ! Io non mi nascondo di certo, e le mie amiche matematiche nemmeno !

3.La matematica applicata cresce alla stessa velocità dei software matematici?
Penso proprio di sì, si cresce rapidamente nella modellistica, nella ricerca di nuovi metodi per risolvere problemi applicati, e spesso gli algoritmi si sviluppano anche in vista di un problema applicato concreto.

3b. Quale funzione potrebbe modellizzare la crescita del settore della matematica di cui si occupa?
Proprio nessuna ! Se ci fosse una sola funzione che potesse descrivere un settore della matematica vorrebbe dire che le nostre teorie sono troppo semplici.

4. Quanto conta lo studio nella risoluzione di grosse questioni matematiche?
Le idee vengono in generale solo dopo aver lavorato, riflettuto, provato diversi approcci… Senza lavorare, difficile trovare.

5. Quanto conta il formalismo? Il formalismo è importante per scrivere i risultati, ma spesso non per trovarli.
È la mia esperienza, ma potrebbe essere diverso i altri domini.

6. Matematica e grammatica sono legate?
Evidentemente ! Perché entrambe sono legate al linguaggio, parlato e scritto.

6b. Lei parla “matematico” correttamente?
Penso di si, in generale, anche se nelle discussioni informali e in quelle in cui si discute con dei colleghi su problemi da risolvere, siamo spesso approssimativi.

7. Quanto bisogna essere portati per riuscire in matematica? Per fare cosa bisogna avere meno di trenta anni?
Se non si è dotati, non si riesce a risolvere problemi interessanti, e diventa difficile riuscire. Ma non per niente d’accordo che bisogna avere meno di trent’anni per riuscire a fare della buona matematica. Ci sono un sacco di contro-esempi.

7b. Lei è portata? e da quando?
In matematica ? Penso di essere dotata per certe cose non per altre. Sono brava per l’intuizione, per « vedere delle strade da seguire quando cerco di dimostrare un risultato. Ho dell’immaginazione. Da quando ? Non so, credo da sempre.

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