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Di che cosa parla, la stampa, quando parla di matematica? La risposta spesso è desolante. Ma, certe volte, ci si mettono anche i matematici, come quello che sostiene di avere inventato un metodo per prevedere il vincitore della coppa del mondo 2010…

Se siete interessati ad essere aggiornati su un qualsiasi argomento, Google vi offre un servizio molto comodo che si chiama “Google Alert”. Voi inserite dei termini ((keywords) e Google vi manda una mail (io ho scelto con cadenza giornaliera) che contiene i link alle news del giorno che contengono quel termine. Da quando abbiamo cominciato questa attività di divulgazione per la SIMAI, ho creato alcuni “alert” con parole chiave come “matematica”, “mathematics” o “mathématiques”.Quelli italiani contengono quasi sempre riferimenti sportivi del tipo“la salvezza matematica”, o ultimamente riferimenti ai Test INVALSI per la scuola media. Quelli francesi sono pochi e spesso vengono da blog personali. Quelli in lingua inglese contengono quasi sempre le news più interessanti, anche se per il 50% sono dedicati al miglioramento della didattica e ai premi (numerosissimi) che esistono per insegnanti e studenti, e solo in minima parte alla ricerca vera e propria (ma a differenza dell’Italia, la percentuale di queste ultime news non è zero). Unica eccezione sono i premi scientifici, la vicenda Perelman di cui si è parlato nel mese di maggio o il Premio Abel, e la morte dei matematici famosi. Nel mese di giugno per esempio ci ha lasciato Vladimir Arnold, e noi ne parliamo con un ricordo di uno dei suoi ultimi allievi, Emmanuel Ferrand, e tutti i giornali hanno riportato la notizia. Come spesso capita, si parla di matematica quando oramai è troppo tardi. Quando uno muore, quando riceve un premio per qualche cosa che ha fatto in un passato in genere abbastanza remoto, o quando ci si accorge che per la nostra scuola non abbiamo fatto abbastanza. È per questo che non ci siamo vergognati di parlarvi dei matematici del futuro (questo mese parliamo di Gianluca Crippa): indubbiamente prendiamo dei rischi, in alcuni casi rischieremo pure di esaltare qualcuno che non manterrà le promesse (ma per tutti quelli che abbiamo intervistato fino ad ora sono disposto a mettere la mia mano sul fuoco…), ma almeno non ci diletteremo in esercizi di ricostruzione storica.

In tempo di mondiali di calcio però le cose cambiano. Tutti d’accordo, la matematica serve e come, e serve subito, per predire chi sarà il vincitore della coppa del mondo. Come se non bastassero i bookmakers inglesi, che continuano a dare l’Italia a 14 (ossia 14 a 1) contro il 5 della Spagna, e l’9/2 dell’Argentina, adesso ci si mettono anche i matematici. Pare infatti che un nostro collega straniero (di cui non farò il nome, ma lo troverete facilemente googlando“mathematics” e “fifa world cup”) abbia messo a punto un programma che permette di calcolare le probabilità di vittoria di ogni squadra in base alle serie storiche e non so a quali altri fattori. E pare che Argentina, Brasile, Spagna e Germania siano tra le favorite. Insomma, non serviva un gran software matematico per arrivarci. E forse nemmeno un matematico. Ma, guarda caso, questa notizia ha fatto il giro del mondo, e, questa volta senza nessuna differenza di lingua o cultura, tutti i media del mondo si sono affannati a riprenderla. Un po’ come lo scorso anno, in cui il sottoscritto fu letteralmente assediato dai giornalisti che continuavano a chiamarmi al telefono per sentirsi ripetere, stupendosi (sic!), che al superenalotto tutte le combinazioni hanno la stessa probabilità, e che (rivelazione!) il caso non ha memoria.

Non pretendo che si parli dei Teoremi di Tate o Perelman al momento della loro pubblicazione. Non penso nemmeno che i media non facciano bene il loro mestiere, anche se basterebbe un rapido controllo su Wikipedia per scoprire che Arnold NON ha ricevuto la Fields Medal, come invece riporta il Corriere della Sera, e che si è anche occupato di Teoria delle catastrofi, ma il teorema KAM è senz’altro il suo contributo più famoso (le catastrofi fanno forse più notizia?). Però rimane il fatto che è difficile che si parli della matematica, a volte stupefacente, che viene prodotta ogni anno, perché è forse faticoso renderla comprensibile al lettore medio, e si opta quindi per soluzioni più sensazionali, ma infinitamente meno interessanti. Su questo non ho nulla in contrario, se però la finissero di rappresentare i matematici come fenomeni da baraccone, tutti sostanzialmente pronti per partecipare al format televisivo “La pupa e il secchione” (a parte il titolo ORRENDO, a nessuno viene mai in mente che la “pupa” potrebbe essere una “secchiona”, e in quel caso cosa farebbero?) e alla fine incapaci di fare i conti con la realtà. Dice il comunicato stampa sul matematico che fa previsioni sui mondiali che “con i dati raccolti il ricercatore ha poi costruito una formula matematica con la quale può pronosticare l’esito delle partite. Per elaborare la metodologia ha impiegato piu’ di 20 anni. Il sistema viene messo ora alla prova con le scommesse sportive, ma **** ha ammesso di non essere ancora riuscito ad arricchirsi”. Possibile che parlando di matematica, o di calcio, o di qualsiasi altra cosa non si riesca a fare di meglio?

di Roberto Natalini

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