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Quando un’ampia porzione di popolazione viene vaccinata contro il Covid-19, diventa economicamente vantaggioso iniziare ad allentare le misure di sicurezza circa il distanziamento sociale e l’apertura delle imprese. A dirlo, uno studio dell’Università del New Mexico, condotto da Francesco Sorrentino e colleghi e pubblicato su Scientific Reports.

Sebbene questo risultato possa sembrare scontato, è significativo perché il modello utilizzato è stato ottenuto a partire dai nuovi casi clinici regionali e potrebbe potenzialmente aiutare a guidare le decisioni politiche in un momento in cui numerose aziende, scuole e altre organizzazioni stanno riflettendo su quando e come riaprire durante la pandemia.

Lo studio ha esaminato i dati di quattro aree statistiche metropolitane degli Stati Uniti: Seattle, New York City, Los Angeles e Houston relativamente al periodo compreso tra il 21 gennaio e l’8 luglio 2020. Le quattro città sono state scelte perché hanno avuto tendenze epidemiche differenti (Seattle e New York City sono stati i primi hotspot, mentre Los Angeles e Houston hanno raggiunto il picco in estate).

L’analisi ha esaminato Seattle a partire dal 14 dicembre 2020, quando il vaccino è stato somministrato per la prima volta andando alla ricerca della cosiddetta “soluzione di controllo ottimale” in molte condizioni differenti. “Mentre gli interventi ottimali variano a seconda di una serie di fattori, abbiamo sempre visto che un graduale allentamento delle distanze sociali era possibile dopo che circa il 10 per cento della popolazione si era vaccinata”, ha spiegato Sorrentino.

“Abbiamo studiato l’impatto economico della pandemia, cercando di capire quando fosse minimo in presenza di vincoli rilevanti per il dominio della salute pubblica, come la discesa del numero di infetti individui al di sotto di una soglia nel corso di pochi mesi”, ha spiegato Sorrentino “il nostro modello ha mostrato che anche prima di ottenere l’immunità di gregge è possibile attenuare il distanziamento sociale, rispetto alla situazione precedente all’immunizzazione”.

Nello studio si sono esaminati i numeri di un “problema di ottimizzazione”, per determinare il costo economico della chiusura di molte attività. La ricerca ha preso in considerazione sia i costi associati alla quarantena (che richiede costi di supervisione, e costi dovuti alla riduzione della produttività) sia il distanziamento sociale (che comporta costi relativi solo alla produttività). Gli scienziati hanno specificato che l’analisi è avvenuta prima che le varianti del virus comparissero negli Stati Uniti, e quindi questo fattore non è stato tenuto in considerazione.

 

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