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Forse mi sarebbe proprio piaciuto se quest’anno, all’esame di Maturità, fosse uscito un tema in cui si fosse chiesto di parlare di Alan Turing. Sarebbe stato il modo migliore per farlo conoscere (con il rischio magari di farlo odiare) un po’ a tutti, e far finalmente apparire il suo nome sulle prime pagine dei giornali. Di Roberto Natalini.

 

Sarebbe il minimo, perché pochi avrebbero come lui il diritto ad essere commemorati e onorati (e fate una prova, chiedete in giro, e vi accorgerete subito che ancora oggi, nonostante libri e film e internet e Wikipedia, quasi nessuno sa chi sia. Fatela questa prova, subito. Poi potrete sbirciare anche voi alla voce Alan Turing su Wikipedia, non c’è niente di male. Turing, non Touring, quello è un club. Anche se poi c’è anche il Turing Club. Ma è un’altra cosa).

Comunque sia, domani, 23 giugno 2012, Turing avrebbe compiuto 100 anni. Se questo fosse un racconto di fantascienza, e il tema fosse veramente uscito, voi sareste Turing e avreste costruito una macchina del tempo e stareste leggendo il giornale, o magari un sito internet, o magari proprio queste righe, cercando, e al tempo stesso temendo, di venire a sapere la data della vostra morte. Ed eccovi accontentati: 7 giugno 1954. Se foste Turing avreste una mente super-veloce, e in un millesimo di secondo sapreste di essere morto a 41 anni e 349 giorni. E subito dopo il millesimo di secondo vi stareste chiedendo cosa cavolo vi sia potuto succedere per morire così giovane. Cerchereste di ricordare. Dove eravate poco prima di trovarvi qui?

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