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Un nuovo studio aiuta i corridori ad individuare la strategia di gara migliore evitando di “sbattere contro il muro”.

 

Cambridge-Massachusetts. Gran parte dei maratoneti sa di aver bisogno di assumere dei carboidrati prima e durante una gara, ma molti di loro non lo fanno nel modo ottimale. Un maratoneta Benjiamin Rapoport, dottorando del MIT nella sezione Scienze della salute e Tecnologia, è riuscito a calcolare con precisione la quantità di carboidrati che un corridore deve assumere per percorrere 26.2 miglia, ed a determinare l’andatura da sostenere durante la corsa.  Il nuovo modello, presentato sulla rivista PLos Computational Biology,  consente quindi ai corridori di poter determinare obiettivi personalizzati stimando le proprie capacità aerobiche.

Lo scienziato del MIT si è ispirato alla sua personale esperienza alla maratona di New York del 2005. Entrando a Manhattan per percorrere le ultime miglia della gara, le sue gambe non riuscivano più a mantenere il passo, era vittima di un fenomeno piuttosto comune tra i maratoneti noto come “sbattere contro il muro”. Quello che succede  essenzialmente  è che il corpo esaurisce il “carburante” e quindi il corridore è costretto a rallentare drasticamente. “Ti senti come se non stessi andando da nessuna parte” ha detto Rapoport, “E’ un grande blocco psicologico, perché ci si sente impotenti. Non riesci a correre più rapidamente”.

Delle centinaia di migliaia di persone che ogni anno partecipano ad una maratona, più del 40% “sbatte” contro l’immaginario muro e tra l’1% e il 2 % abbandona la gara prima di terminarla. Durante esercizi faticosi come la corsa, il corpo usa i carboidrati come principale fonte di energia, sebbene le riserve di grasso siano di solito maggiori. Gran parte di questi carboidrati viene dal glicogeno immagazzinato nel fegato e nei muscoli delle gambe e una piccola parte dal glucosio presente nel sangue.

Si “sbatte contro il muro” quando i carboidrati immagazzinati sono terminati, forzando così il corpo a bruciare grasso e quando ciò avviene, si avvertono dolore e fatica abbassando l’andatura del 30%.  “Le gente pensa che sbattere contro il muro sia una cosa inevitabile, ma non lo è”, dice Rapoport, che ha corso 18 maratone, con un miglior tempo personale di 2:55 alla maratona di Boston di quest’anno. “Per evitarlo, hai bisogno di conoscere le tue capacità per stabilire un’andatura che ti consenta di terminare la gara senza sbattere contro il muro. Una volta fatto questo, devi assicurarti di essere sufficientemente carico di carboidrati ”.

Per creare il modello, Rapoport ha individuato due fattori fisiologici fondamentali che influenzano la resistenza dei corridori: la capacità aerobica e quella dei muscoli delle gambe di immagazzinare carboidrati come il glicogeno. La capacità aerobica, anche nota come VO2max (massimo consumo di ossigeno), indica il volume massimo di ossigeno che un essere umano può consumare nell’unità di tempo per la contrazione muscolare. Questo valore è espresso in ml/kg/min. La media di VO2max di un uomo fuori allenamento è di 45 ml/kg/mi ma può essere migliorata, ad esempio i maratoneti hanno spesso un VO2max che supera i 75 ml/kg/min. Misurare l’esatto VO2max richiede un test sotto sforzo, ma può essere stimato misurando il battito cardiaco mentre si corre con un andatura costante su un tapis roulant.

Usando il modello proposto da Rapoport, un qualsiasi corridore che si allena per  una maratona ed ha stimato il suo VO2max può ottenere una serie di possibili andature da sostenere senza “sbattere contro” questo malefico muro. Ad esempio un uomo con un VO2max di 60 ml/kg/min potrebbe correre la gara in 3:10 evitando di assumere carboidrati durante la corsa, tempo che gli permetterebbe ad esempio di qualificarsi per la maratona di Boston.  Il modello dipende anche dalla massa muscolare delle gambe del corridore, questo perché una massa muscolare maggiore è in grado di immagazzinare più glicogeno. Nel tempo indicato precedentemente si è supposto ad esempio che i muscoli delle gambe del corridore in questione, costituiscano almeno il 7.5% della massa corporea, ciò è vero nella maggior parte delle persone. Per uomo, i valori sono infatti tipicamente tra il 14% e il 27.5%  mentre nelle donne il range è tra il 18% e il 22%.

Il modello di Rapoport consente di calcolare quanti carboidrati bisogna assumere, anche durante la gara, se si vuole correre con un’andatura più veloce. Per esempio, ad un corridore con VO2max di 50 ml/kg/min che volesse ottenere il tempo 3:10 sarebbe necessario consumare 10 calorie di carboidrati per ogni kg del peso corporeo, assumendo che la massa muscolare delle gambe sia almeno in 15% della massa corporea.

Rapoport dunque consiglia “Una volta che hai individuato la tua andatura, devi mantenerla.  Le persone a volte sono troppo fomentate e cambiano strategia di corsa il giorno della gara e questo è un grave errore tattico.”

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